Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1957/1958
Serie A
16-02-1958 - Giornata: 21 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Verona AC 3 - 1 (2 - 0)
RETI: 22. Vitali A.[A], 33. Savioni M.[A], 56. Vitali A.[A] 82. Larini E. [Ve]

Alessandria US Stefani Ideo, Boniardi Umberto, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Traverso (I) Luigi, Castaldo Ercole, Vitali Alessandro, Vonlanthen (II) Roger, Manenti Michele, Savioni Marco All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
VERONA AC: Servidati; Basiliani, Cuttica; Tesconi, Rosetta, Larini; Maccacaro, Ghiandi, Del Vecchio, Stefanini (I) Gianluigi, Gundersen. All.: Piccioli Angelo.

Arbitro: Rebuffo Giovanni (Milano)
Note
Angoli: 7-3 (4-1). Spettatori: 12.000. Giornata serena e di forte vento, terreno ottimo. Inizio gara ore 15:00.

Commento
Una partita schietta, di gioco sviluppato all’insegna della spigliatezza. Ha vinto con distacco anche più nitido del già eloquente punteggio l’Alessandria, che ha inscenato fin dalle prime mosse un’incandescente volontà aggressiva, partendo con Savioni in fuga di assaggio e ricalcando il tema delle incursioni esterne con un formidabile apporto di ostinato lavoro da parte di Castaldo, Manenti e Traverso. Arroccata su una difesa mobile per incisività in Boniardi e Giacomazzi, conservando a Pedroni il ruolo magnificamente idoneo ai suoi mezzi di difensore arretrato, la squadra grigia ha ridato un esemplare dimostrazione di gioco ardente e veloce, quasi alla maniera antica. In assenza di Tagnin, tale gioco ha difettato di precisione e di misura (notevoli i lanci, ma sempre troppo lunghi di Manenti) ed è quasi sembrato uno scherno alla scienza stilistica moderna fatta di grande raziocinio. E si è trattato semmai di una beffa ben riuscita, perché sotto gli occhi degli entusiasti sportivi alessandrini, questo gioco di pura volontà acquistava mordente ed efficacia di minuto in minuto. La gara di movimento, ormai relegata fra le cianfrusaglie dai finissimi scopritori del gioco scientifico, sciorinava infatti il suo diritto sportivo. E aveva momenti di vera bellezza. Qui bisogna anche dire che l’Alessandria ha trovato il dipanatore delle molte trame intessute un po’ alla spericolata nello stilista Vonlanthen, quasi sempre operante da ala destra. Appoggiando la palla su quel settore, si trovava sempre lo svizzero in libertà, rapido nello sfruttare lo spazio, pronto ed esatto nella rimessa al centro, illuminato nell’offrire ai compagni la palla da tirare. Il Verona è stato serrato nella morsa di tale veemente partita. La squadra veronese non è stata debole in nessun reparto, ha avuto il bel temperamento agonistico di sempre, cercando di rispondere in finezza alla potenza altrui, ha coraggiosamente tentato la riscossa anche quando il punteggio appariva irrimediabile, ma ha dovuto subire. Soprattutto, ha dovuto lavorare di ripiego la mediana, con un Tesconi sacrificato in appoggio del rientrante Rosetta, evidentemente in ritardo di condizione. Anche se Larini e l’intera retroguardia hanno avuto l’appoggio memorabile d’uno Stefanini scorrazzante e battagliante con abilità sull’intero specchio del campo, l’ottimo Servidati ha potuto largamente dimostrare il suo valore, tanto frequentemente è stato chiamato in causa. Come diretta conseguenza di tale rapporto di forze, l’attacco veronese ha dovuto vivere dei soli suoi mezzi, tanto più che anche Ghiandi veniva a tratti risucchiato al centro campo. Soltanto nella ripresa e anche più nella fase finale della gara, questo Verona ha potuto insistere nell’offensiva, approfittando d’una certa remissività dei grigi, già sicuri del successo. Ghiandi, Maccacaro, Gundersen (lo stilista evanescente che già si conosceva) hanno, con l’aiuto di Stefanini di Larini, organizzato qualche brillante e potente battuta, sfiorando altre segnature, oltre quella del meritato gol della battuta, sfiorando altre segnature, oltre quella del meritato gol della bandiera. Ma anche qui si è visto meno del prevedibile l’apporto di Del Vecchio, che in poche mosse ha pur dimostrato la sua classe, ma nel complesso non si trovava in giornata felice. Ed ecco le vicende, della schietta gara fra le vessillifere della provincia. Mosse caute all’inizio, salvo la sgroppata di Savioni ed i primi assaggi di Vonlanthen nel traversare palloni preziosi. Soltanto Del Vecchio può rispondere all’offensiva dei grigi, scaricando un bel tiro che esce a lato. Al 9’, una perfetta azione alessandrina: da Castaldo a Vonlanthen, che centra dalla destra; Servidati ha un primo arduo intervento, riuscendo a sviare la palla a contatto con Vitali. Poi, il Verona deve capitolare; punizione da fuori area, molto angolata. Batte Savioni; la testa di Vitali colpisce esatta e manda la palla in rete. E siamo al 22’. La logica reazione del Verona dura un attimo ed ha come unico frutto un tiro di Ghiandi. Poi, Stefanini deve precipitosamente retrocede in aiuto ai suoi difensori, messi alle strette; finché una centrata di Vonlanthen permette a Manenti di impegnare Servidati e di ottenere un calcio d’angolo. Lo batte Castaldo, alto e teso. Tocca di testa Traverso e, sulla palla spiovente verso rete, arriva fulmineo il piede di Savioni, che infila il bersaglio da brevissima distanza. Il finire del tempo è tutto veronese, con Stefanini irruentemente gettatosi al recupero. Del Vecchio, al 37’, fa brio e grandezza tecnica, sferrando dalla destra un bel tiro angolato, che per altro Stefani, ottimo portiere rientrato fra i pali per l’infortunio di Nobili, bravamente annulla in presa. Poco dopo un lancio ficcante di Maccacaro permette a Ghiandi in netto fuori gioco di infilare di testa il bersaglio, ma il fischio dell’arbitro (che non è stato esente da errori, ma attento fino alla pignoleria e, nel complesso, buono) ha prevenuto il tocco di Del Vecchio. Nella ripresa, il gioco si fa ancor più veloce e sembra quasi incredibile, dopo la sgambatura iniziale. Il Verona ha subito una grande occasione, quando Ghiandi fa spiovere un pallone davanti alla porta e Maccacaro salta per colpirlo; ma la chioma fulva del giovanotto sfiora appena la palla, che arriva così di sorpresa al compagno Del Vecchio. Forse appunto perché inattesa, quell’occasione non viene sfruttata dal giocatore, che da un passo mette fuori. La risposta dell’Alessandria è vibrante. Manenti restituisce il regalo di Del Vecchio quando, arrivato solo davanti a Servidati grazie al buon servizio di testa di Vonlanthen, cerca di spiazzare il portiere… e manda la palla all’esterno del palo. Ma la terza segnatura è rimandata solo di un minuto. All’11’, infatti, un calibratissimo traversone di Vonlanthen (il grande artista della giornata) offre a Vitali il destro di entrare di testa: la palla sembra rimbalzare sullo spigolo del montante alla destra di Servidati, ma schizza in fondo alla rete. Sibila a fil di palo un tiro di Castaldo; devia bravamente Servidati una toccata di Vitali, fatto avanzare dal centro del solito Vonlanthen. E qui, quando la partita sembra chiusa, ecco il ritorno del Verona. Inizia con tanti e tanti tiri di Stefanini e anche di Larini, tutti… nei dintorni della porta. Uno di questi tiri, il più preciso se non il più forte, batte diagonalmente sulla traversa. Al 36’, dopo qualche risposta alessandrina con Savioni e Traverso (questi da breve distanza, con arresto di palla e pronto tiro) fallito sulla presa del portiere; azione di Del Vecchio e Gundersen, che giunge a filtrare verso destra; Del Vecchio centra e Ghiandi di testa batte Stefani. Ma il montante respinge questa bella palla. Un minuto dopo, la rete, peraltro, viene: c’è una punizione, battuta da Stefanini, e Larini al volo infila il bersaglio. Dopo di che il Verona moltiplica i palleggi con scarsa convinzione, dando modo a Pedroni e Giacomazzi di spegnere le ultime minacce. (Mario Zappa, «La Gazzetta dello Sport», 17 febbraio 1958) Come ogni squadra che da troppo tempo attende una vittoria, l’Alessandria, non appena il primo goal le ha schiuso ieri la porta verso il successo contro il Verona, si è letteralmente scatenata ed ha piegato i gialloblù veneti per 3-1, dando di fronte agli sbigottiti avversari una dimostrazione di superiorità tale da giustificare anche un punteggio assai più cospicuo. Dopo aver visto Vitali e Vonlanthen – l’efficacissima «V2» dell’attacco grigio – perforare con irrisoria facilità, ogni volta che lo volessero, l’ingenua e troppo aperta difesa veronese, ci si chiede come abbia fatto la compagine ospite ad evitare un crollo clamoroso sotto il peso di una così densa valanga di gioco. Nessuno avrebbe avuto qualcosa da obiettare se l’undici di Pedroni avesse chiuso la sua vittoriosa fatica con un punteggio di proporzioni magari doppie di quelle effettivamente verificatesi. Invece è stato solo un 3-1: merito del portiere gialloblù Servidati – unico tra i veneti degno di un pieno elogio – che ha sventato con grande abilità numerosissime minacce alla sua rete, ma ancor più demerito della prima linea alessandrina che ha, con incredibile prodigalità, sprecato al momento conclusivo buona parte delle occasioni che essa stessa si era create. Nessun dubbio comunque sul fatto che l’Alessandria, a digiuno di vittorie dall’8 dicembre scorso (dal 2-0 con la Sampdoria, cioè), sia tornata al successo nel più convincente dei modi. La squadra ha girato a pieno regime in ogni settore, ha smentito coloro che la credevano schiava del «catenaccio» ed incapace quindi di un vero gioco offensivo, confermando nello stesso tempo la solidità della sua difesa che, oltre a non dar modo di brillare al «cannoniere» Del Vecchio, si è lasciata battere soltanto su un calcio di punizione. Vitali e Vonlanthen sono stati indubbiamente gli elementi migliori in maglia grigia: giocando molto allargati – lo svizzero sulla destra, l’ex milanista a sinistra – le due punte avanzate dell’attacco grigio hanno messo lo scompiglio nella difesa avversaria. Vonlanthen ha fatto da impeccabile trampolino di lancio mentre Vitali – e Servidati ne sa qualcosa – è apparso prontissimo nel condurre a termine le azioni intelligentemente impostate dal compagno. Con i due attaccanti, che hanno fruito della preziosa collaborazione di Castaldo, Manenti e Savioni, si sono messi in luce nell’Alessandria il solito Pedroni e Traverso, ma anche gli altri hanno disputato una gara degna di elogio, compreso il portiere Stefani che rientrava dopo lunga assenza. Il Verona si è vista quasi interamente restituita la sconfitta per 3-0 che aveva inflitto ai grigi nel girone di andata, ma deve far colpa di questo scacco soprattutto all’ingenuità (o alla presunzione) che l’hanno indotto ad affrontare gli avversari senza il minimo accorgimento difensivo. Non sarebbe stato impossibile, conoscendo la tattica abituale dell’Alessandria, disporre opportune contromisure per neutralizzare Vitali e Vonlanthen. La difesa gialloblù invece, malgrado l’aiuto datole dalla mezzala arretrata Stefanini, si è dimostrata assai approssimativa nel controllo delle due punte dell’attacco piemontese; l’anziano Rosetta, preso in mezzo alla «V2» alessandrina, ha fatto, senza troppa colpa, una magra figura ed i risultati si sono visti. Anche in fase offensiva il Verona è mancato all’attesa: bloccato da Pedroni l’oriundo Del Vecchio, non potevano certamente il lento Gundersen o i disordinati Ghiandi e Maccacaro dar pensiero alla solida difesa grigia. L’Alessandria, dopo aver sfiorato il goal al 10’ con un’azione bellissima Castaldo-Vonlanthen-Vitali, si è portata in vantaggio al 20’ su punizione quasi da fondo campo. Sull’esatto centro di Savioni, la testa di Vitali si è alzata sul mucchio di giocatori in area deviando imparabilmente il pallone in rete. Al 27’ Vitali ha fallito il raddoppio, ma al 33’ ha fatto centro Savioni. Su calcio d’angolo tirato da Castaldo, Traverso ha deviato di testa il pallone verso la porta e Savioni, precedendo il portiere, ha segnato con una puntata il secondo goal. Al 36’ un bel tiro – uno dei pochi – di Del Vecchio, parato da Stefani, poi l’intervallo. Nella ripresa ancora Del Vecchio, sfuggito una volta tanto a Pedroni, manda a lato di pochissimo con un tiro al volo su centro di Ghiandi. L’Alessandria però riprende subito le redini del gioco: al 3’ Savioni si fa parare un bel tiro da Servidati, al 6’ Manenti, solo davanti al portiere dopo un lancio di Savioni, manda incredibilmente a lato; all’8’ è Vitali che si allunga troppo il pallone e permette a Servidati di salvare, mentre due minuti dopo ancora il portiere gialloblù evita un goal del n. 8 alessandrino, All’11’, però, Vonlanthen, sulla destra, toglie la palla ad un avversario, fugge e centra con precisione millimetrica su Vitali: testa-palo-rete. Sul 3-0, il gioco dell’Alessandria si spegne ed il Verona, battuto ma non rassegnato, ne approfitta per farsi sotto, cercando di approfittare della svogliatezza degli avversari. La difesa grigia però regge bene all’urto e si deve attendere fino al 38’ per assistere al goal della bandiera degli ospiti. Per un fallo su Ghiandi – che un minuto prima aveva colpito il palo su centro di Del Vecchio – Stefanini batte una punizione, toccando piano a Larini: Stefani, coperto da Giacomazzi, non vede partire il tiro del mediano avversario ed è irrimediabilmente battuto. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 17 febbraio 1958) Il Verona ha sbagliato la partita schierandosi con Rosetta battitore libero e Larini incollato a Vonlanthen fino a quando la seconda rete alessandrina segnata alla mezz’ora del primo tempo non ha consigliato l’abbandono dell’eccessiva prudenza per cedere alla lotta aperta. È vero che i grigi ebbero da questo momento alcune occasioni da rete che Servidati riuscì ad annullare con parate tempestive e coraggiose, ma è altrettanto vero che la partita divenne equilibrata ed offrì ai veronesi la possibilità di segnare una rete di sfiorare altre volte il successo colpendo un montante ed una traversa con palloni che Stefani difficilmente avrebbe potuto respingere. Del Vecchio questa volta non è riuscito a dimostrare la sua classe, fallendo anzi una clamorosa occasione. Forse la sua cattiva prova è dovuta alla marcatura dell’ottimo Pedroni, uscito vincitore dai molti duelli, e forse anche dal giuoco troppo confusionario dell’attivissimo Maccacaro che, travolto dalla foga, non lo ha visto quando riusciva ad eludere la vigilanza dei suoi avversari e si appostava in buona posizione. Ghiandi ha fatto poco, Gundersen è stato l’ombra del bel giocatore all’inizio della stagione, Stefanini ha lavorato molto, ma ha rallentato il ritmo delle azioni. Nel sestetto difensivo si sono distinti i mediani Larini e Tesconi, mentre Rosetta è apparso ancora lento e poco autoritario. Dei terzini, meglio Basiliani che Cuttica, ma entrambi sono stati poco mobili, permettendo agli scattanti avversari di procedere con facilità fino a fondo campo. L’estremo difensore Servidati non ha colpe da rimproverarsi… e mentre le reti a lui segnate erano imparabili, ha eseguito una bella serie di parate difficili. L’Alessandria, in complesso, ha meritato di vincere. Favorita dalla tattica rinunciataria del Verona, ha messo in mostra un giuoco ficcante e veloce di cui le punte di diamante erano rappresentate dallo svizzero Vonlanthen, autore di dosate centrate, e dal pericoloso Vitali, cui facevano da spalla i compagni di linea impegnati in un duro lavoro di rifornimento. La difesa, battuta solamente da un tiro di punizione, ha contenuto bene le folate degli scaligeri ed ha avuto il suo punto di forza in Pedroni. Il rientrante Stefani ha fatto per intero il suo dovere. Le squadre si sono schierate puntualmente sul terreno di giuoco, che appare in buone condizioni, agli ordini del signor Rebuffo di Milano che ha diretto l’incontro con serena giustizia. Campo ottimo, giornata serena, con un forte vento lungo l’asse del campo. L’Alessandria si porta all’attacco e per due volte consecutive chiama al lavoro Servidati, la prima su tiro di Castaldo e la seconda su centro di Vonlanthen. Poi Maccacaro sfrutta una incerta entrata di Giacomazzi e si porta quasi sulla linea di fondo. Mischia: Pedroni libera e infine Larini calcia alto. Al 21’ calcio d’angolo a favore dei grigi con Tesconi che salva a porta vuota sul tiro di Manenti. Ancora un tiro di punizione, quasi dalla bandierina: tira Savioni, entra di precisione Vitali che colloca la palla nella rete di Servidati con un bel colpo di testa. Ancora l’attivissimo Maccacaro si porta all’attacco, ma si confonde e l’azione sfuma. Il Verona non si decide ancora ad abbandonare lo schieramento prudenziale e l’Alessandria domina; dopo una serie di tentativi falliti, al 33’ raddoppia. Autore della rete Savioni che, su corner calciato da Castaldo, riceve la palla da Vitali e la scaraventa in rete da due passi. Lo smacco punge i veronesi che vanno all’attacco e si rendono pericolosi. Del Vecchio, al 36’, riesce a impegnare Stefani e al 38’ Ghiandi segna, ma l’arbitro aveva fischiato prima il suo netto fuori giuoco. Sul finire del tempo, Maccacaro non sa cogliere l’istante favorevole e raggiungere con un passaggio a Del Vecchio, che si era appostato in posizione favorevole. La ripresa si apre con un ottimo centro di Ghiandi che Del Vecchio sciupa mandando a lato la palla ricevuta a tre metri dalla porta alessandrina. La partita si fa alterna: più volte gli avanti grigi impegnano Servidati ed all’11’ completano il punteggio per merito di Vitali, raggiunto da un dosato cross di Vonlanthen. La palla, colpita dall’interno piemontese, rimbalza contro il montante, ma carambola sul suo corpo e finisce in rete. La partita si fa confusa. Stefanini colpisce la traversa, ma Stefani salva. Poi, su centro di De Vecchio, Ghiandi coglie il montante della rete alessandrina con un preciso colpo di testa. Al 37’ il Verona coglie il successo su punizione calciata da Larini da una ventina di metri. E su questo episodio ha termine l’interessante partita. (Paolo Viazzi, «Stadio», 17 febbraio 1958) «Penso che un incontro così non vedremo mai più/calzoni, risvolti e maglie dipinti di blu/Vonlantehen veniva dal vento rapito/e l’ala volava, dribblava nel cielo infinto… Volare, oh, oh (2 reti)/Segnare oh, oh, oh, oh (3 reti)/Laggiù tra atleti vestiti di blu/Vitali s’alzava più in su/colpendo la palla all’ingiù violava la rete dei blu./E l’orso felice a volare più in alto del sole, ed ancora più su/Del Vecchio pian piano spariva lontano, laggiù!». Ricominciamo il nostro articolo con le stesse parole di sabato scorso: «Si respira aria giovanile, aria di Serie B, per l’incontro Alessandria-Verona. Pochi nomi esotici, molta “birra”, applicazione dell’anticipo, gioco volante, passaggi di prima, tiri a sventola». Come volevasi dimostrare, così è accaduto, con la sola differenza che si è giocato con una tecnica da Serie A. Lo spauracchio veronese è apparso un avversario tutt’altro che irresistibile e se il punteggio a favore dell’Alessandria tosse stato doppio, ciò avrebbe forse più chiaramente reso l’idea della supremazia di gioco dei grigi. L’accorgimento di Pedroni di spostare Vonlanthen sulla destra, evitando di metterlo a contatto con Rosetta, ha fatto sì che Roger si rivelasse elemento che deve giocare ai margini del campo, dove l’azione si può dipanare con possibilità di spazio e veloci puntate verso l’angolo del campo. Vitali, che si è fatto perdonare le reti sciupate col Torino, ha segnato due reti, più che con un colpo di testa, col cervello. La sventola di Savioni è stata la conclusione prepotente di una serrata azione in area avversaria. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 22 febbraio 1958) RISULTATI: Bologna-Genoa 3-3 Internazionale-Padova 0-0 Juventus-Spal 3-1 Lanerossi Vicenza-Lazio 1-0 Napoli-Atalanta 2-2 Roma-Torino 2-0 Sampdoria-Milan 0-2 Udinese-Fiorentina 1-1 CLASSIFICA: Juventus 33; Padova 28; Napoli 26; Fiorentina 25; Lanerossi Vicenza, Roma 23; Alessandria 22; Internazionale, Verona 21; Bologna, Milan 20; Torino 19; Lazio, Spal 18; Sampdoria, Udinese 16; Atalanta 15; Genoa 14.