Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1958/1959
Serie A
02-11-1958 - Giornata: 7 - Udine - Moretti


Udinese AC - Alessandria US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 6. Sentimenti (V) P. [Ud]

Alessandria US Notarnicola Sergio, Nardi Aldo, Boniardi Umberto, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Girardo Antonio, Oldani (II) Tullio, Vonlanthen (II) Roger, Filini Giancarlo, Lorenzi Benito, Tacchi Juan Carlos All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
UDINESE AC: Romano; Baccari, Valenti; Sassi, Gon, Piquè; Minto, Sentimenti (V) Primo, Bettini L., Pentrelli, Fontanesi (I) Carlo. All.: Miconi Luigi.

Arbitro: Marangio Carlo (Roma)
Note
Espulso: 68’ Tacchi [A]. Ammoniti: Baccari [U], Sentimenti V [U]. Angoli: 3-8 (3-4). Spettatori: 8.000. Incasso: lire 10.000.000. Giornata di sole, terreno regolare. Inizio gara ore 14:30.

Commento
ATTACCA A LUNGO MA PERDE L'ALESSANDRIA A UDINE Dopo 5' i friulani in vantaggio con Sentimenti V, belle parate del portiere grigio Notarnicola L’Udinese ha colto la sua prima vittoria di questo campionato battendo con il minimo vantaggio la compagine alessandrina. È stato un incontro tanto veloce quanto scadente sotto il profilo tecnico: nessuna delle due squadre ha manovrato con belle trame, entrambe hanno cercato di supplire con la velocità degli spostamenti e il susseguirsi incalzante delle azioni alle gravi lacune di impostazione. Ci si attendeva una Alessandria chiusa in difesa già fin dall’inizio, invece i grigi – forse presi alla sprovvista dalla rete di Sentimenti V nei primi minuti – hanno gagliardamente attaccato senza ricorrere a tattiche ostruzionistiche. I friulani, dal canto loro, hanno sciupato un numero incredibile di situazioni favorevoli e, quando i loro tiri sono finiti entro lo specchio della porta avversaria, hanno trovato prontissimo Notarnicola. Gli alessandrini sono apparsi più pratici e decisi, hanno trovato in Vonlanthen il suggeritore delle loro trame e non si sono mai attardati in inutili palleggi. Se poi le continue intemperanze di Tacchi non avessero causato la sua espulsione, i piemontesi avrebbero potuto lottare con maggior convinzione e maggiori probabilità di successo. L’Udinese ha giocato discretamente solo nei primi 16 minuti: in questo periodo è riuscita a segnare e ha svolto le offensive migliori, mancando di poco il bersaglio. Poi gli ospiti si sono messi a premere con decisione. I friulani retrocedevano allora Sentimenti V per rafforzare lo schieramento difensivo, mantenendolo in copertura anche quando gli alessandrini erano serrati nella loro metà campo. Al 3’ l’esordiente Filini cerca di sorprendere Romano con un tiro carico di effetto, che termina però oltre il fondo mentre il guardiano bianconero era ormai decisamente fuori causa. L’Udinese reagisce e al 5’ va in vantaggio: scambio all’altezza della bandierina del calcio d’angolo (sulla sinistra) fra Fontanesi e Bettini; traversone al centro, Minto di testa sfiora la palla che giunge a Sentimenti, che insacca di precisione. Altra manovra di tutta la prima linea friulana un minuto dopo, con rasoterra finale di Minto che Notarnicola, spintosi qualche metro avanti la porta, neutralizza molto bene. Su calcio d’angolo di Pentrelli all’11’, Piquè scatta su tutti e di testa manda la palla a lambire il montante; un tiro di Fontanesi alle stelle al 18’, mentre al quarto d’ora è Romano che respinge di pugno un tiro di Filini da distanza ravvicinata. La ripresa s’inizia con un’incursione di Tacchi, atterrato da Baccari: la conseguente punizione è respinta dalla barriera. Poi, al 3’, si snoda una brillante azione dei grigi sulla destra, che Oldani conclude con un tiro a parabola sulla faccia superiore della traversa. Nel giro di un minuto (5’) Bettini e Pentrelli falliscono clamorosamente il bersaglio da pochi metri; l’errore più grosso di Pentrelli viene all’8’: l’oriundo è solo dinanzi a Notarnicola (neppure un difensore nel raggio di venti metri), ma il mezzo sinistro, anziché scartare o evitare il portiere, tenta il pallonetto che termina molto lontano dalla porta. Al quarto d’ora, Romano cerca di prevenire Lorenzi, lanciatosi su un lungo tiro di Girardo; i due si scontrano e restano qualche minuto a terra doloranti. Uno scambio con Lorenzi permette poi a Filini di giungere a pochi passi da Romano, ma Sentimenti previene il tiro dell’avversario deviandolo oltre il fondo. Tacchi, al 23’, compie un’entrata fallosa su Minto – in precedenza aveva più volte danneggiato Baccari – e l’arbitro Marangio, forse con provvedimento troppo severo, lo espelle. Tornano all’attacco i grigi e al 25’ Vonlanthen, raccogliendo un traversone di Oldani, saetta rasoterra: Romano, con un gran balzo, devia in angolo. Niente altro di notevole, in sede di cronaca. È stato l’incontro delle occasioni perdute, per entrambe le squadre. Dei bianconeri bene Valenti, Gon e Sentimenti; degli ospiti Pedroni, Boniardi e Filini, un esordiente che si è guadagnato la promozione sul campo. (Gian Maria Cojutti, «Stampa Sera», 3 novembre 1958) Partiti a grande andatura, i friulani, dopo aver neutralizzato una scorribanda del centravanti avversario Filini, sono passati subito in vantaggio: al 6’, infatti, Fontanesi crossava dalla sinistra verso il centro ove si era appostato Minto il quale, di testa, precedeva Pedroni e smistava sulla destra a Sentimenti V che, al volo, non aveva difficoltà a insaccare. L’intraprendenza del giovane Minto dava entusiasmo alle azioni dei bianconeri e il pubblico era in delirio per la continua pressione dei friulani; ma di reti, nonostante tre calci d’angolo e alcuni calci di punizione, uno dei quali proprio dal limite sciupato da Pentrelli, non era il caso di parlarne data l’imprecisione nel tiro. Stessa musica anche nella ripresa. L’Udinese si è istallata nell’area avversaria e l’Alessandria ha affidato al contropiede le sue azioni offensive. Al 2’ è stato ammonito Baccari per un’entrata violenta su Tacchi. Poi è cominciata la solfa delle occasioni mancate: Bettini, Pentrelli, Fontanesi (Minto appariva sfibrato) sono andati a gara a chi sbagliava di più, tra le grida della folla che, di momento in momento, si aspettava la seconda segnatura. Quattro volte, soli davanti al portiere a turno, Pentrelli e Bettini non hanno saputo realizzare. Al 23’ Tacchi, con uno scatto nervoso, si è gettato impetuosamente tra i piedi di Minto che era retrocesso momentaneamente in difesa e l’arbitro, a due passi dall’azione, non aveva esitazione a espellere l’alessandrino. Si credeva, con la riduzione degli effettivi, che gli ospiti dovessero capitolare e invece avveniva il contrario, perché l’Udinese doveva ben guardarsi alle spalle per evitare guai, a causa del vivace ritorno dei grigi. L’Udinese ha vinto e, per il momento, è quello che conta: ma in quanto al gioco, oggi sono emerse grosse lacune, specie all’attacco. Lacune che Miconi dovrà ben presto colmare. L’Alessandria è apparsa molto debole in tutti i suoi reparti, specie in difesa, che ha fatto paurosamente acqua. Oggi, questa difesa deve ringraziare gli attaccanti friulani per il loro scarso valore nei tiri. Altrimenti, il risultato avrebbe potuto assumere proporzioni disastrose. Tra i migliori: Romano, Baccari, Sassi dell’Udinese; Notarnicola, Snidero, Nardi dell’Alessandria. Lievi incidenti a Romano e Pentrelli nella ripresa. Hanno esordito in Serie A Minto dell’Udinese e Filini dell’Alessandria. (Plinio Palmano, «Corriere dello Sport», 3 novembre 1958) Una partita che si sarebbe potuta risolvere con un clamoroso risultato a favore dei bianconeri e che ha invece fatto stare sulle spine gli spettatori fino all’ultimo. Si può proprio dire che il fischio di chiusura sia stato accolto, dagli sportivi friulani, con un sospirone di sollievo, in quanto esso è venuto a dissolvere l’incubo di un possibile pareggio. Se ciò fosse accaduto (e soltanto due prodigiosi interventi di Romano, al 25’ su tiro del liberissimo Vonlanthen e al 38’, sempre della ripresa, su staffilata di Girardo, riuscirono ad evitarlo), l’Udinese non avrebbe potuto fare altro che battersi il petto in segno di contrizione per essere stata, essa stessa, la causa dei suoi mali. Non si riesce, infatti, a rendersi conto come, nell’arco di una partita, si giunga a far dispendio di tanta prodigalità nello sbagliare le più favorevoli, facilissime occasioni. Quando si pensi che per due volte prima Pentrelli e poi Minto si trovarono al di là dello sbarramento difensivo dei grigi, con il solo portiere davanti, e che entrambi commisero su per giù lo stesso errore, mancando banalmente il bersaglio, si ha già esatta la sensazione di quale sia stato il vero andamento del gioco. Si potrebbe forse anche sorvolare su tali errori in quanto, con il portiere in uscita, rimane pur sempre un ostacolo da superare; ma non si può sull’altra infinità di palle sciupate dallo stesso Pentrelli e, di volta in volta, da Fontanesi e da Bettini. Una sterilità, quella dei friulani, che ha fatto andare fuori dai gangheri i loro stessi sostenitori, allarmati per la piega che la partita avrebbe anche potuto assumere. Se non ci fosse stato il piede provvidenziale di Sentimenti, dopo appena cinque minuti, a mettere a segno l’unico pallone della giornata, probabilmente l’Udinese avrebbe perduto un punto prezioso. È stata forse l’impostazione data al gioco dell’Udinese che ha permesso di creare davanti al bravo Notarnicola tante pericolose situazioni. I bianconeri hanno infatti giocato apertamente all’attacco soltanto per un quarto d’ora; poi hanno ripiegato sulla loro metà campo, arretrando Sentimenti all’altezza dei mediani a fare da trampolino di lancio per gli improvvisi rovesciamenti di fronte. L’Alessandria era caduta nel giochetto anche perché, messa in svantaggio, doveva per forza cercare di recuperare; ma ha avuto la fortuna dalla sua, nel senso che l’arma del contropiede è stata così male sfruttata da rendersi quasi controproducente per chi l’ha usata. I grigi, che erano partiti piuttosto cauti, sono andati via via prendendo confidenza, incoraggiati in ciò dallo schieramento prudenziale messo in pratica dai friulani, ma mai hanno tuttavia dato la sensazione di poter dare al gioco una loro impronta. Il che ha contribuito a farne scaturire una partita di scarso contenuto tecnico ed anche un po’ duretta, tenuta fortunatamente bene in mano dall’arbitro. Il quale, dopo un paio di ammonizioni per gioco scorretto, ha mandato negli spogliatoi, per una entrataccia su Minto, quel Tacchi che era parso, con Filini e Vonlanthen, l’uomo più pericoloso dell’attacco alessandrino. I piemontesi devono comunque ringraziare anche la giornata di grazia del portierino Notarnicola, trovatosi, forse per caso, forse per intuizione, su palloni sparati anche da breve distanza. Si è detto che è stata, almeno per l’Udinese, la partita delle occasioni perdute. L’unica non perduta è stata quella di Sentimenti dopo 5’ di gioco. Su una rimessa laterale di Fontanesi, poggiante su Bettini, la palla tornava in possesso dell’ala sinistra che, svelta, la rimetteva, con un lungo traversone, al centro dove s’era portato nel frattempo Minto il quale cercava, assieme a Pedroni, di intercettare di testa senza tuttavia riuscirvi. Alle spalle dei due era pronto Sentimenti che, con un tiro al volo da una decina di metri, infilava giusto l’angolo destro. Questo è stato l’episodio decisivo e potremmo sorvolare su tutte le volte che gli attaccanti bianconeri hanno fallito il bersaglio, ma vogliamo citare quella bellissima serpentina che ha portato Lorenzi a tu per tu con Romano (il portiere si è salvato in angolo) e l’errore commesso da Pentrelli al 7’ della ripresa quando, su lancio di Bettini, si è trovato davanti a Notarnicola e gli ha tirato un pallonetto che ha messo fuori causa il portiere, ma è anche finito a lato di una spanna. Se dovessimo narrare tutto il resto, troppo lungo sarebbe il racconto, e non certo confortante. Cielo semicoperto, terreno in ottime condizioni. Ha esordito nell’Udinese, all’ala destra, Enrico Minto, nato a Mirano il 2 giugno 1937. Ammoniti Baccari e Sentimenti V dell’Udinese; espulso Tacchi, per azione scorretta, al 23’ della ripresa. (Ivan Naliato, «La Gazzetta dello Sport», 3 novembre 1958) È stato l’incontro delle occasioni perdute per l’Udinese, specie ad opera di Pentrelli e Minto. L’Alessandria è una squadra veloce, ha buon gioco, ma sotto porta si è dimostrata inconsistente, tanto che solo due volte ha messo in pericolo la rete di Romano: con un tiro di Oldani nel secondo tempo che ha sfiorato la traversa e allorché Romano è riuscito a portare via dai piedi di Lorenzi un insidioso pallone. L’Udinese invece ha effettuato numerosi tiri, lasciando però a desiderare quanto a precisione. Non erano trascorsi cinque minuti di gioco che Notarnicola era costretto a raccogliere la palla in fondo alla rete. L’azione nasceva da una rimessa laterale di Fontanesi, appoggiata a Bettini. Il centro restituiva la palla e l’ala effettuava un traversone sul quale saltavano, sfiorando la palla di testa, Minto e Pedroni. Alle spalle dei due era pronto Sentimenti V che, al volo, insaccava sulla destra. L’Udinese arretrava Sentimenti V e puntava sul contropiede. Nella ripresa nulla di interessante. Espulso al 23’ della ripresa Tacchi per gioco rude. («l’Unità», 3 novembre 1958) SCONFITTI DI MISURA I GRIGI AD UDINE La sconfitta di Udine è stata una sconfitta di misura e purtroppo gli avversari sono passati in vantaggio al sesto minuto di gioco, conservando tale vantaggio sino alla fine. Nel restante della partita, la mancanza di coordinamento e di mobilità del nostro reparto d’attacco non ha portato al ricupero desiderato. Chi ha assistito all’incontro ha riferito che Vonlanthen è stato il migliore dei ventidue uomini in campo; ciò non ha mancato di stupire, ma infine gli alessandrini sono lieti di avere una conferma delle capacità tecniche del tranquillo giocatore svizzero. Anche Filini si è guadagnato i galloni, svolgendo un lavoro di spola veramente ammirevole. Notarnicola e Boniardi si sono distinti per tempestività e sicurezza. L’Alessandria, in questo primo scorcio di campionato, ha già messo in campo 18 giocatori, tra cui tre portieri. Domenica, altra sconfitta ad Udine: questa volta i cronisti hanno descritto come inconsistente il gioco della nostra mediana; ad eccezione di Snidero, grigiore assoluto negli altri reparti. Ma la cosa più grave, la cruda realtà di un regresso di rendimento, lo abbiamo riscontrato domenica nella partita cadetti Alessandria-Casale. Stupisce la constatazione che tra i giovani non vi è un elemento che si elevi, che prometta di essere utilizzabile in avvenire: lentezza nei movimenti… nebbia in Val Padana. Quando l’Alessandria vorrà tentare di ringiovanire e sveltire il reparto d’attacco, c’è una terna pronta per il grande evento: citiamoli questi giocatori. Non per irriverenza ai giocatori anziani (ci sono sempre due posti a loro disposizione), ma per stimolarli ad allenarsi a dovere per essere degni di tale incarico: essi sono: Moriggi, Filini e Oldani. Domani è sospeso il campionato, per dar modo alle squadre nazionali di sostenere un nuovo confronto con squadre estere. L’Alessandria deve stare accorta a non perdere il ritmo del campionato; in verità i grigi non hanno ancora raggiunto il ritmo di un normale rendimento, ragione per cui, per evitare sorprese contro il Bari è bene non dormire… sugli allori. A tale proposito, apprendiamo che Pedroni ha fatto disputare giovedì un intenso allenamento sotto la pioggia, ed oggi sarà disputata al Moccagatta una seconda partita di allenamento. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 8 novembre 1958) RISULTATI: Bari-Lazio 2-2 Fiorentina-Juventus 3-3 Genoa-Triestina 1-1 Milan-Internazionale 1-1 Napoli-Padova 2-1 Roma-Lanerossi Vicenza 3-1 Spal-Sampdoria 1-2 Talmone Torino-Bologna 2-2 CLASSIFICA: Fiorentina 11; Juventus, Milan 10; Bologna, Genoa, Internazionale, Roma 9; Lazio, Napoli 8; Sampdoria 7; Bari, Talmone Torino, Udinese 6; Lanerossi Vicenza, Padova 5; Spal 4; Alessandria, Triestina 2. MARCATORI 14 gol Angelillo (Inter) 8 gol Montuori (Fiorentina) 5 gol Da Costa (Roma), Danova G. (Milan), Loiodice (Roma) 4 gol Altafini (Milan), Barison (Genoa), Hamrin (Fiorentina), Mariani (Padova), Menti (L.R. Vicenza), Pascutti (Bologna) Il punto sul campionato La Fiorentina e la Juventus hanno offerto un eccezionale spettacolo di bel gioco Confermato il valore delle due pia forti compagini del torneo calcistico - Gara interessante anche nel derby milanese - Nelle partite di Firenze e San Siro si sono registrati complessivamente 150 mila spettatori La settima giornata del campionato, quella che pareva riservata alla soluzione temporanea dei problemi di testa della classifica una soluzione relativa a questo primo scorcio della competizione cioè si è comportata diplomaticamente: ha pensato per bene ai casi suoi, e poi non ha risolto nulla. E' venuta ad un compromesso — anzi a due compromessi, che due erano i teatri della lotta — ed ha rimandato le decisioni definitive a tempi migliori. Le unità che stavano al comando del gruppo erano quattro, e la sorte le aveva accoppiate facendo incontrare la Fiorentina e la Juventus a. Firenze, ed il Milan e l'Internazionale a San Siro. Due bei risultati pari — il primo. della sostanza di un tre a tre, ed il secondo della forma di un «uno a uno » — hanno lasciato le cose allo stato di prima. Con una differenza sola però: che l'Internazionale, che nell'ordine dello scaglionamento veniva per ultima, si è fatta raggiungere da chi, dal di sotto, risaliva, ed è passata cosi a far parte di un nucleo di quattro squadre, che vengono a ridosso di chi lotta per il primo posto. Il fatto è un po' strano, se si pensa che i neroazzurri milanesi, precisamente come i bianconeri torinesi del resto, erano chiamati a giocare fuori casa, ed un risultato di parità in campo.altrui, ha sempre il sapore, se non proprio il valore, di un mezzo successo. A Firenze, dove la posta era maggiore, il pubblico ha avuto la consolazione di assistere ad una bella prova, particolarmente ad un gran bel primo tempo. Nella parte iniziale dell'incontro i due contendenti si sono dati battaglia aperta, mirando a segnare, più che ad impedire di segnare. Ed assieme alla bellezza di cinque reti nello spazio di poco più di mezz'ora, è emerso, dà ambo le parti, un gioco memore del buon tempo antico, un gioco di fattura avvincente e di ottima qualità. Una specie di sprazzo di luce, nel grigiore generale del momento. Poi, alla ripresa, per ragioni diverse, il tono ed il ritmo degli scambi sono calati alquanto, ed il risultato saltato ha finito per adagiarsi sul nulla di fatto. Ma quel primo tempo — il migliore a cui si sia assistito nel nostro Paese da parecchio tempo a questa parte — rimane come un faro luminoso, un segnale rilucente che indica la via che il giuoco italiano dovrebbe battere. L'incontro di Firenze conferma, in quella sua parte e nel suo complesso, che la Fiorentina e la Juventus — nell'occasione incomplete ambedue, si noti — sono le nostre due migliori compagini della stagione. A Milano, la partita ha avuto svolgimento interessante, ma in fatto di tecnica non si è saliti così in alto. Il tono generale del giuoco è stato più dimesso, una delle ragioni essendo da ricercare nel fatto che le due squadre milanesi posseggono in sé un minor valore di equilibrio di struttura. Due reti di tipo sudamericano, brasiliano l'una ed argentino l'altra, hanno suggellato il risultato della partita. Alla quale hanno assistito circa novantamila spettatori: fra Milano e Firenze fa poco meno di centocinquantamila persone nella stessa giornata. Di quella specie di compromesso che è-rappresentato dal risultato di parità degli incontri, si diceva. Le squadre di testa hanno dato l'esempio, e diverse altre hanno seguito nella scia. Nella giornata, cinque partite su nove sono terminate alla pari: Torino-Bologna, Genoa-Triestina e Bari-Lazio., oltre alle due di cui già si è detto. E' fra esse, come si vede la gara casalinga dei granata torinesi, t quali continuano a racimolare preziosi punti nei minuti finali delle partite. Questa volta è stato un provvidenziale rigore del 44° minuto, che li ha salvati. L'undici del Talmone-Torino denota un lento complessivo miglioramento, pare mettersi senz'altro sulla buona via: ma, gira e rigira, tenta e ritenta, non ha ancora trovato una sua inquadratura stabile e definitiva, e la continua girandola del nomi Intralcia, non favorisce certo lo sviluppo di un programma. Posizioni di peritolo.'Non si sa ancora, dopo quasi due mesi di gare, quali e quante esse debbano essere, e l'incertezza che regna al riguardo diviene ogni giorno più impressionante. Nell'attuale crisi, la struttura ed il modo di vita delle società professionistiche maggiori dovevano essere uno del primi problemi da risolvere, nell'ordine cronologico: per il pubblico, per i sodalizi, per la regolarità delle gare, per ogni persona o cosa che vi sia interessata. Invece si va avanti a base di studi e di procrastinazioni. Se si dovesse proseguire anche in questa stagione col sistema del passato, cioè quello delle due retrocessioni, l'Alessandria e la Triestina sarebbero le due unite che già si trovano sull'orlo dell'abisso: non, hanno ancora riportato una vittoria, di gioco non ne producono, e la loro prima ed unica ancora di salvezza pare essere rappresentata dalla serie dei tracolli, nei quali continua ad incappare, dopo un inizio promettente, la Spai di Ferrara, che ha perso in casa ad opera della Sampdoria. Colla prima vittoria dell'Udinese realizzata di stretta misura e sul proprio terreno appunto al danni dell'Alessandria, e col primo pareggio registrato dall'Internazionale, fatti che tuttora rimangono da verificarsi in campionato più non sono che tre: che perda la Fiorentina, e ohe vincano le due squadre che detengono in comune il fanalino di coda, e di cui si è detto. (La Stampa - Vittorio Pozzo)