Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1958/1959
Serie A
16-11-1958 - Giornata: 8 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Bari US 2 - 1 (0 - 0)
RETI: 46. Tacchi J.[A], 65. Tacchi J.[A] 85. Mazzoni M. [Ba]

Alessandria US Notarnicola Sergio, Gerbaudo Antonino, Boniardi Umberto, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Girardo Antonio, Castaldo Ercole, Vonlanthen (II) Roger, Lorenzi Benito, Passarin Roberto, Tacchi Juan Carlos All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
BARI US: Magnanini; Gariboldi, Mupo (II) Carlo; Mazzoni, Seghedoni, Cappa; De Robertis, Bredesen, Erba, Conti, Cicogna. All.: Tabanelli Paolo.

Arbitro: Campanati Giulio (Milano)
Note
Infortunato: 14’ Passarin [A, passato all’ala sinistra]. Ammonito: Mupo II [B]. Angoli: 4-8 (2-2). Spettatori: 7.000. Giornata mite e soleggiata, terreno pesante. Inizio gara ore 14:30.

Commento
Notarnicola sarà questa notte un incubo per i giocatori del Bari. Il pallido ed esile portiere dell’Alessandria ha salvato nel primo tempo la sua squadra dal disastro. Il Bari si muoveva sul terreno con la spavalda autorità del più forte e non sembrava trovare ostacoli sul cammino. Il Bari era la consolazione del gioco, se non dei tifosi grigi, che assistevano all’impari duello tra la squadra avversaria lanciata e Notarnicola. Ma il pallido ed esile portiere filtrava tempestivamente nelle combinazioni più difficili ed era pronto a superare le situazioni più disperate. Ad Erba, De Robertis e Bredesen disse di no ripetute volte, la sua sicurezza era quasi una sfida al quintetto avversario. Invano il Bari sfoggiò, nei primi quarantacinque minuti, le migliori risorse del suo gioco con Mazzoni, Cappa, Conti e Bredesen, padroni della metà campo, che nutrivano di passaggi dosati i compagni, invano si protese tutto in campo avversario. Il primo tempo si chiudeva senza reti. L’Alessandria, presa in velocità dai biancorossi, non aveva potuto usufruire del contropiede di Castaldo, Lorenzi e Tacchi, ma neppure il Bari, dotato di un bell’impianto di gioco, era riuscito a segnare, nonostante un infortunio toccato al quarto d’ora a Passarin, che in una caduta riportava una distorsione alla caviglia e doveva relegarsi inutilmente all’ala. Alla distanza, il gioco si sarebbe imposto sulla tenace resistenza dei grigi? Avvenne completamente il contrario e resta a noi di scoprire le cause della sorprendente metamorfosi. Il terreno pesante (unico privilegio del Moccagatta nei mesi invernali) appannò la freschezza dei baresi che avevano marciato fino ad allora a ritmo sostenuto e il gol di sorpresa ai grigi tagliò loro le gambe? È certo che, se la fortuna è femmina, i grigi la corteggiarono nel primo tempo perché accorresse in aiuto a Notarnicola, facendo più volte trovare all’appuntamento della palla e anche nel secondo, per far sì che il primo tiro a rete della giornata mandasse la palla a picchiare contro la facciata interna del palo e schizzasse in rete. Il morale ha un suo peso in partite in cui ti pare che allungando un piede puoi farla tua e te la vedi invece sfuggire di sotto il naso. Ma poiché la partita sembrava favorevole ai baresi, non vorremmo che gli attaccanti avessero indugiato troppo alla ricerca della bella frase di gioco, trascurando qualche maggiore possibilità di realizzare. L’Alessandria ha un guizzo all’inizio, con Lorenzi che si porta a fondo e dà a Snidero. Il tiro è parato. Una rimessa laterale di De Robertis al 3’ manda la palla a Mazzoni che, di testa, la restituisce a De Robertis. Questi allunga ad Erba: tiro immediato che sfiora il palo dall’esterno. Subito dopo, Erba, su allungo di De Robertis, tira fortissimo in rete e Notarnicola con il piede respinge. La partita è un monologo. Al 14’ Passarin, in uno scontro, riporta una distorsione per cui deve uscire. Ritorna dopo quattro minuti, portandosi all’ala. Al 25’, bel passaggio di Mazzoni a De Robertis che tira: Notarnicola fa un gran balzo e devia in angolo. Altro tiro, subito dopo, di Bredesen, parato in tuffo e di pugno dal portiere alessandrino. Al 36’ la rete grigia sembrava capitolare. De Robertis passa a Bredesen che si spinge sul fondo e centro: Erba sta per raccogliere e girare in rete, ma Notarnicola, d’un balzo, gli soffia la palla. Al 37’, altra parata di Notarnicola su centro di Seghedoni e un’altra ancora su tiro di De Robertis. Al 42’, azione di Conti, che passa a De Robertis, il tiro del quale è deviato da Notarnicola. Potrà l’Alessandria resistere nel secondo tempo? Non c’è tifoso che scommetta il classico soldino. Eppure, da una più che innocente azione, nasce improvviso il gol dei grigi. Una rimessa laterale lunga di Vonlanthen che dà Snidero, il quale passa a Lorenzi. Un passaggio di Lorenzi a Tacchi e parte il tiro diagonale che il portiere barese, pur tuffandosi, non riesce ad intercettare. La palla picchia contro la faccia interna del palo ed entra in rete. Ora, la solfa cambia. È l’Alessandria che prende le redini del gioco, mentre il Bari disunisce la sua azione. Al 20’, l’Alessandria passa ancora: Lorenzi centra a Vonlanthen, il portiere barese respinge, riprende ancora Vonlanthen e ancora Magnanini respinge, ma Tacchi, che è sul chi va là, riesce questa volta ad intercettare la palla e a mandarla in rete. La partita ora non ha molta storia. Si gioca a metà campo e l’Alessandria cerca di controllare l’avversario, cautelandosi la difesa. Ciò nonostante, il Bari riesce al 40’, con Mazzoni, a segnare il gol della bandiera su un allungo del centromediano Seghedoni. (Piero Molino, «Corriere dello Sport», 17 novembre 1958) Una partita di così grande importanza per la classifica dei grigi (da notare che l’Alessandria non vinceva al Moccagatta dal 30 marzo) è stata oggi caratterizzata dalla doppia faccia assunta dalle squadre nei due tempi. Il primo disastroso da parte dell’Alessandria, il secondo da parte del Bari. Per 45’ i tifosi alessandrini sono stati sottoposti ad una continua serie di sussulti, di emozioni e solo la grande giornata di Notarnicola, confermatosi definitivamente difensore di eccezionale valore, ha fatto sì che la squadra non finisse questa prima parte con almeno quattro reti al passivo. E ciò sarebbe stato più che giustificato, visto che la mediana se ne stava chiusa sulla difesa, visto che lo schema difensivo iniziale aveva paralizzato tutti i reparti, e visto ancora che al centro campo si notava un vuoto enorme dove i vari Mazzoni, Bredesen, Cappa e Conti potevano giostrare a loro piacimento. Alla fine della prima parte non si sarebbe trovato uno solo dei presenti disposto a credere non in una vittoria, ma almeno in un misero pareggio dell’Alessandria. Si riprendeva quindi e si può immaginare lo stupore generale quando al 1’ Tacchi insaccava in rete. Questo episodio sarebbe rimasto isolato, come un’oasi in tanto deserto, se il Bari non avesse cambiato totalmente volto. Tutto il suo gioco si impappinava, ma ancora più scomparivano Bredesen e Mazzoni, che fino allora erano stati non solo i castigamatti di Boniardi, mettendolo continuamente fuori causa, ma bensì propulsori di tutta la manovra biancorossa. La difesa incominciava a raffazzonare e per dei giocolieri come Lorenzi, Tacchi e Castaldo il compito diveniva facile. Venne la seconda rete alessandrina e poi ancora, in un ultimo tentativo di ricupero, quando ormai la partita era giunta al termine, quella barese. In fine di partita, la morale è quanto mai salomonica: «Meglio sarebbe stato un pareggio». In una valutazione poi delle due squadre, aggiungiamo che l’Alessandria ha deluso, anche se si deve considerare che la sfortuna si è accanita ancora una volta mettendo la squadra in condizioni di disputare l’incontro in dieci uomini. Notarnicola, Gerbaudo e Vonlanthen sono gli unici a salvarsi dal giudizio negativo. Cosa dire poi degli ospiti? Il terreno senza dubbio ha influito sul calo del secondo tempo, ma non è giustificabile la perdita del controllo dell’incontro in siffatto modo: il migliore di tutti è stato certamente Mazzoni. Terreno sdrucciolevole in una giornata di magnifico sole con temperatura mite. All’11’, in uno scontro con Gariboldi, infortunato Passarin alla caviglia ed al ginocchio destri: rientra dopo 4’ completamente inutilizzabile all’ala sinistra. Lo rimpiazza Tacchi. La cronaca ci riporta ovviamente a quanto già abbiamo detto. Al 1’ di gioco, dopo un tiro debole di Snidero, inizia il tambureggiamento dei biancorossi. Al 2’ Erba, servito in area da Bredesen, nella precipitazione del tiro sbaglia di poco a lato. Occasionissima al 7’: saltano di testa Erba e Pedroni; il centravanti ha la meglio e tocca indietro verso l’area dei grigi. Supera Pedroni e lascia partire un tiro fortissimo raso terra. Notarnicola, in uscita, con grande tempestività, riesce a respingere di piede. Al 17’, su di un errore di Snidero, da metà campo riparte tutto il quintetto barese; azione in linea e l’ultimo a ricevere la sfera è De Robertis, tira e Notarnicola riesce a respingere nuovamente. Ancora al 25’, in area, Bredesen taglia un pallone a De Robertis che da pochi metri in corsa e al volo stanga in porta; Notarnicola, di pugno, manda in corner. Non passa un minuto: nuovo tiro a mezza altezza, questa volta di Bredesen. Pallone leggermente in angolo e magnifico Notarnicola di pugno respinge. Nuovo pericolo per i grigi al 35’: Erba, tutto solo, tira al volo ma trova pronto Notarnicola a bloccare. 36’: nuova meraviglia del portiere alessandrino, su Bredesen. Si riprende e si nota maggiore volontà nei grigi. Da un «fuori» sulla sinistra a tre quarti di campo la palla perviene a Castaldo che, di prima, taglia a Tacchi all’altezza del palo destro. Tiro che percorre tutto lo specchio della porta e finisce in rete dopo che Magnanini in volo l’aveva sfiorato. Il Bari si disunisce e l’Alessandria ne approfitta. Al 10’, tiro di Tacchi, facilmente parato. Al 12’ Bredesen invita Erba in area ad un tiro che finisce all’esterno del palo e poi, al 20’, la seconda rete alessandrina. Lorenzi effettua un bel passaggio imbeccando Vonlanthen solo davanti a Magnanini. Tiro dello svizzero respinto dal portiere; nuovo tiro, questa volta deviato da Mupo e Tacchi rimette in rete. Ritorno disperato del Bari. Mancano undici minuti: calcio d’angolo contro i grigi, Bredesen passa a Gariboldi, questi effettua un passaggio laterale al centro fuori area dove sopraggiunge veloce Mazzoni il quale lascia partire un tiro secco che si infila raso terra alla destra di Notarnicola. Premono ancora i baresi ma senza alcun costrutto e la fine vede ancora una azione di Lorenzi e Vonlanthen. (Franco Benzi, «La Gazzetta dello Sport», 17 novembre 1958) Entrambe le reti segnate dall'ex genoano ALESSANDRIA-BARI DECISA DA TACCHI L’Alessandria finalmente ha dato scacco matto alla sfortuna ed ha raggiunto quella prima vittoria della stagione che aveva vanamente inseguito per sette domeniche. Vittima della riscossa dei grigi è stato il Bari, un Bari che si è battuto generosamente. La partita si era inizialmente messa piuttosto male per l’Alessandria. Il Bari già al 2’ aveva manifestato le sue minacciose intenzioni con un’azione De Robertis-Erba conclusa dal centravanti con un tiro a lato ed ancora il n. 9 biancorosso al 7’ aveva costretto Notarnicola ad un disperato salvataggio di piede. Poi, al 10’, i grigi avevano pagato l’abituale tributo alla malasorte che li ha finora perseguitati, perdendo praticamente a mezzala sinistra Passarin, spostatosi a far atto di presenza all’ala in seguito ad una distorsione ad un ginocchio. Fortuna per i grigi che Pedroni, Girardo e l’esordiente e bravissimo Gerbaudo non compivano errori e che Notarnicola era in vena di prodezze: al 23’ l’ex granata ha sventato un tiro di De Robertis, due minuti dopo ha deviato prodigiosamente in angolo un tiro della stessa ala destra, al 26’ ha respinto lontano coi pugni un pallone di Bredesen, al 31’, al 36’, al 41’ ha detto ancora di no ai tiri di Cicogna, Cappa e De Robertis. Quando Campanati diede il fischio di chiusura di metà tempo, tutti erano convinti che soltanto il ripetersi dei miracoli di Notarnicola avrebbe evitato all’Alessandria la sconfitta nella ripresa. Invece i biancorossi sono clamorosamente scoppiati e la squadra di Pedroni ha potuto, in venti minuti, mettere al sicuro la vittoria con due reti di Tacchi, opportunamente «svegliato» nell’intervallo da una ramanzina dell’allenatore. Al 2’ l’italo-argentino, ricevuto da Castaldo il pallone dopo una rimessa laterale di Vonlanthen, tira a rete dalla posizione di mezzala destra ed il pallone, angolatissimo, si infila in rete rasoterra dopo aver picchiato contro la base del palo. Altri due tiri di Tacchi fuori bersaglio, una nuova grande parata di Notarnicola in angolo su Erba, al 12’, due occasioni perdute da Vonlanthen al 15’ e al 17’, poi, al 19’, il secondo goal dell’ala sinistra grigia: il portiere barese Magnanini respinge un tiro di Vonlanthen su centro di Lorenzi, una schiena anonima ribatte ancora un secondo tiro dello svizzero, finché il pallone giunge a Tacchi che, da pochi metri, lo manda ancora in fondo alla rete. Per poco, Lorenzi non aumenta il punteggio al 33’ quando, su esatto lancio di Vonlanthen, se ne va solo in contropiede: qualche anno fa «Veleno» sarebbe andato in porta col pallone, ora gli anni pesano… ed i difensori baresi fanno a tempo a riparare alla minaccia del toscano. Gli ospiti riescono a segnare il goal della bandiera al 38’, su azione conseguente a calcio d’angolo. Dalla bandierina, De Robertis dà indietro a Gariboldi che tocca lateralmente all’accorrente Cappa: un gran tiro in corsa e Notarnicola è battuto. A tre minuti dalla fine la Alessandria prova ancora il brivido di un pareggio-beffa, ma il tiro di Mazzoni si perde a lato, quando per il portiere grigio non ci sarebbe stato più nulla da fare. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 17 novembre 1958) All’ottava partita, l’Alessandria è riuscita a cogliere la vittoria sconfiggendo per 2-1 il Bari. Il successo, dopo i primi 45 minuti di gioco, sembrava non solo irraggiungibile, ma piuttosto destinato a premiare gli avversari, i quali avevano dominato ampiamente durante tutto il primo tempo, contrastati validamente dal solo Notarnicola. Proprio lui, infatti, aveva rappresentato l’unico ostacolo insormontabile per i biancorossi. Al suo fianco, Tacchi, realizzatore delle due reti. Il sudamericano, con queste due botte centrate, ha riscattato un primo tempo sconsolatamente negativo. L’altra nota positiva per l’Alessandria è il fatto di aver resistito giocando quasi tutta la partita in dieci uomini per l’infortunio occorso a Passarin il quale, al 13’ del primo tempo, si era distorta la caviglia, rientrando al 17’ all’ala, ma assolutamente incapace di rendersi utile. Del Bari occorre dire che alla sua notevolissima organizzazione di gioco a centro campo fa riscontro un altrettanto notevole debolezza morale. Probabilmente, se fosse stato a casa sua il Bari non avrebbe perduto, ma il fatto di trovarsi in campo avverso con un pubblico che incitava a gran voce l’avversario ha troncato, dopo il goal subito a freddo, ogni velleità di reazione dei pugliesi. È stato un dramma quel goal di Tacchi, al 1’ del secondo tempo. Mazzoni, Cappa, Bredesen e Conti, un quadrilatero efficientissimo per la veloce continuità con la quale sino a quel momento aveva mantenuto il possesso del pallone, si sfasciò, fece acqua da tutte le parti, non rese più e fu allora che gli alessandrini, ricchi di forza morale, poterono reagire e fare loro il secondo goal riducendo gli avversari da dominatori al ruolo di dominati. La cronaca del primo tempo è presto esaurita: è stato un bombardamento continuo della porta di Notarnicola il quale ha parato tutto. Appena scoccato il 1’ del secondo tempo, Tacchi riceveva la palla da Castaldo e anticipava il tuffo di Magnanini, mettendo in rete. Al 19’ Lorenzi crossava dalla sinistra e Vonlanthen raccoglieva e tirava nuovamente; questa volta era Mupo che respingeva sui piedi di Tacchi il quale, così servito, non aveva difficoltà a segnare. Al 39’ Mazzoni raccoglieva un pallone schizzatogli e verso il centro campo da una mischia conseguente a un corner contro la Alessandria e raccorciava. (Enzo Conti, «l’Unità», 17 novembre 1958) La prima vittoria dei grigi DOMANI L'ALESSANDRIA IN TRASFERTA A VICENZA L’Alessandria ha rotto il ghiaccio conquistando la prima vittoria all’ottava partita di campionato. Dopo 45 minuti di gioco sconnesso, con tattica negativa su di un terreno pesante, con soli 10 uomini efficienti, tra i quali alcuni insufficienti a correre nel pantano, le speranze dei grigi, che stavano per naufragare, si sono risollevate. Tacchi, al 1’ della ripresa, è riuscito a violare la rete avversaria: i grigi hanno abbandonato il «catenaccio» e l’attacco si è disteso a ventaglio in quanto, mancando in prima fila un uomo adatto al ruolo di centro campo, la tattica della retroguardia, appoggiata su Pedroni, è controproducente. Quale enorme superiorità di rendimento tra la mediana barese e la nostra! I due laterali alessandrini Snidero e Girardo sono efficaci nell’azione di rottura, ma tardivi nel rifornimento, poiché tendono a portare in avanti la palla, più che a lanciarla nell’azione in profondità. Comunque, animati dal successo, i grigi hanno poi realizzato una seconda rete, ancora con Tacchi, ostacolando coraggiosamente il serrate finale della squadra barese che è riuscita solo a salvare l’onore, con una rete segnata da Mazzoni. Sovente si sente biasimare il pubblico degli stadi sportivi per le intemperanze verso arbitri, giocatori, segnalinee e dirigenti. Domenica, ad esempio, il nostro pubblico ha fischiato Tacchi il quale, in modo assurdo, insisteva nel gioco individuale. Al termine del primo tempo, sibilarono altri fischi di disapprovazione per le prestazioni dei nostri giocatori; ma quando, per ultimo, si è avvicinato al sottopassaggio il portiere Notarnicola, i fischi si sono d’incanto mutati in una commovente ovazione. Il portierino, è vero, aveva le lacrime agli occhi, ma anche molti sportivi erano commossi e applaudivano freneticamente. Tirando le somme, è giusto riconoscere che il pubblico non ha sempre torto e sa discernere, a seconda dei casi; infatti, nel secondo tempo vi sono stati applausi anche per Tacchi, che aveva mutato sistema di gioco, a profitto suo, della squadra e del pubblico. La jella continua a perseguitare la squadra grigia: se non c’è un braccio che si spezza, un portiere che s’addormenta, gli arbitri che espellono i giocatori e li fanno squalificare, salta fuori una distorsione o una contusione. Sta di fatto che i grigi incominciano in undici e, lungo l’arco dei 90’ di gioco, la squadra si scompone, i reparti si rimaneggiano e la preventiva tattica di gioco va in fumo. Passarin, che domenica avrebbe dovuto fungere da «sgobbone» a centro campo per sostenere i «senatori» all’attacco, in difficoltà nel campo, si è infortunato alla caviglia ed al ginocchio. Esattamente dopo 11 minuti di gioco, i grigi erano ridotti virtualmente a dieci. È grave che ad Alessandria qualcuno del pubblico domenica abbia gridato: «Vada via Passarin, è solo d’intralcio». No, il giocatore zoppo, se può reggersi in piedi, deve sempre restare in campo, anche se non toccherà che tre volte il pallone in tutta la partita. Ci spieghiamo: quante volte al giocatore contuso spostato all’ala giungono palloni calciati dai compagni dell’attacco e della mediana, palloni che spesso vanno perduti? I compagni, nel fervore dell’azione, dimenticano i difensori della squadra avversaria; per loro, un giocatore in maglia grigia, anche se zoppicante, costituisce sempre una minaccia; ragione per cui ha fatto bene Pedroni a tenere lo sfortunato Passarin ai margini del campo, ché in tal modo impegnava comunque un avversario. In una partita internazionale al Moccagatta (Italia B-Francia B), Cattaneo era rimasto contuso, dolorante e zoppicante all’ala. Faceva pena, il nostro «Ciaplèn» e qualcuno aveva definito pazzesco il proposito di tenerlo in squadra. Scaturì però, nel corso della partita, un’azione sulla sinistra e la palla parabolò sul settore opposto, dove Cattaneo trovò la forza di calciare a rete e di segnare. Subito dopo, cadde a terra, tormentato dal dolore. A quei tempi, bastava un grigio con una gamba sola per battere i francesi. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 22 novembre 1958) RISULTATI: Bologna-Triestina 0-2 Internazionale-Lanerossi Vicenza 2-0 Juventus-Milan 4-5 Lazio-Talmone Torino 2-0 Napoli-Roma 3-0 Padova-Fiorentina 1-1 Sampdoria-Genoa 2-1 Udinese-Spal 1-2 CLASSIFICA: Fiorentina, Milan 12; Internazionale 11; Juventus, Lazio, Napoli 10; Bologna, Genoa, Roma, Sampdoria 9; Bari, Padova, Spal, Talmone Torino, Udinese 6; Lanerossi Vicenza 5; Alessandria, Triestina 4. MARCATORI 16 gol Angelillo (Inter) 8 gol Montuori (Fiorentina) 6 gol Altafini (Milan) 5 gol Cucchiaroni (Sampdoria Il punto sul campionato I rossoneri con la Fiorentina al comando della classifica L'eccezionale incontro Juventus-Milan nuovo motivo di interesse nel campionato Più ordinato il gioco dei lombardi - Il problema grave dei bianconeri è la difesa: solo tre squadre hanno incassato più reti dei campioni d'Italia - Ancora goals di Angelino per l'Inter - Scivolone del Torino e prima vittoria dell'Alessandria - Gare decise all'ultimo minuto La ottava giornata del campionato ha lasciato una traccia piuttosto dura e profonda del suo passaggio. Una traccia, che solo l'avvenire potrà stabilire se durevole o temporanea, ma una traccia che per il momento, certamente esiste, ed ha modificato la fisionomia del gruppo di squadre che sta alla testa della classifica in campionato. Il Milan ha battuto la Juventus a Torino. Di stretta misura, ma meritatamente. E, cosi facendo, ha raggiunto al sommo della scala quella Fiorentina che a Padova non aveva potuto andare al di là del -pareggio. E, nel frattempo, fra la coppia di testa ed i bianconeri,, sono venuti ad intercalarsi i neroazzurri dell'Internazionale, che hanno battuto in casa il Lanerossi di Vicenza, e gli azzurri della Lazio, che nella capitale si sono imposti sul Talmone-Torino. Sinceramente, si può dire che ancora sia andata bene ai juventini, perché se il Bologna, la Roma ed il Genoa, la prima in casa e le altre due fuori, non fossero usciti sconfitti dai relativi incontri, forse tutte tre sarebbero venuti ad interporsi, per il miglior quoziente delle reti, nella classifica,ed a quest’ora l'undici della Juventus, invece di trovarsi al quinto posto della graduatoria si troverebbe all'ottavo. Non v'è esagerazione in quello che diciamo: sono le cifre che parlano. Per questo appunto, noi asserivamo, prima della partita di Torino, che la posta della medesima era importantissima, con tante squadre a ridosso lo une delle altre. Grava, fra l'altro, sulle spalle della compagine torinese il peso di quindici reti al passivo, una cifra, non va dimenticato, che è superata soltanto da quelle dell'Alessandria, della Spal, del Talmone-Torino. Il Milan condivide cosi il primo posto colla Fiorentina, occupando teoricamente la seconda posizione solo per il quoziente reti: ha segnato due punti in meno dei toscani, e ne ha subito uno in più. La partita che i rossoneri hanno giocato a Torino, va considerata senz'altro come la migliore che essi abbiano disputato nel campionato della attuale stagione. Il loro comportamento è stato, per tutti i novanta minuti, più attento, più ordinato, più calcolato, di quello dei loro avversari. Nel grado di forma messo in mostra domenica — grado, di forma che non sappiamo se e quando e come potrà essere riprodotto in avvenire— il Milan può senz'altro venire definito come una delle squadre meglio riuscite dell'annata sportiva. Roma-Milan e Milan-Fiorentina sono le due gare che attendono ora alla prova i rossoneri nel corrente mese. La seconda, principalmente, a San Siro — se la situazione non sarà cambiata, e di molto essa non può cambiare — avrà un valore ed un significato simili, se non maggiori ancora, a quello che si è svolto a Torino domenica scorsa. La Juventus deve pensare ai casi suoi. Non è la prima volta che noi diciamo che le difficoltà che essa deve incontrare quest'anno, sono superiori a quelle dell'anno passato. Domenica essa ha sbagliato, ancora una volta, i calcoli nella scelta degli uomini da mettere in campo, e nelle disposizioni da impartire loro. Quella sua prima linea che è potenzialmente in grado di fare belle cose, non è stata affatto la protagonista dell'incontro, domenica. L'unico punto che essa ha segnato a suo vantaggio, è stato quello del dominio territoriale. Ha corso, ha lavorato, ha insistito, insediandosi a lungo nella metà campo avversaria, ma, per intesa tecnica certo non ha brillato. E la difesa, che ha trovato modo di perdere un incontro, nel quale, bene o male, gli attaccanti avevano segnato quattro volte, ha operato su un gradino più basso ancora. Qui, manca una precisa suddivisione dei compiti, ed alcuni uomini giocano distrattamente, come per canto proprio. Nel complesso, le conseguenze della sconfitta subita non vanno esagerate — anche perché non siamo giunti ancora ad un terzo, del cammino del campionato— ma, nel suo complesso, la situazione non è rosea. La Juventus deve pensare ai casi suoi, ripetiamo: senza che dei suoi problemi siano in troppi — magari non addetti al lavoro — ad occuparsi. Erano in sette, domenica, le squadre chiamate ad interessarsi della questione del primato. Due hanno vinto — le due milanesi — una in casa propria e l'altra fuori, una ha pareggiato fuori mura — quella che stava alla testa del lotto — e le rimanenti quattro hanno perso — due sul proprio terreno, e due in trasferta. Milano calcistica esce a bandiere spiegate dalla giornata. Perché mentre il Milan superava il grosso scoglio di Torino, l'Internazionale è riuscita, a. mezzo del suo specialista, capocannoniere del campionato, l'argentino Angelino, ad infrangere, il catenaccio dei vicentini negli ultimi minuti dell'incontro. Non e stata questa la sola partita, che si sia risolta proprio in sul finire del tempo. A Torino, Brillo ha segnato il punto decisivo, proprio mentre il tempo stava scadendo, se puo' già non era scaduto. A Padova, la Fiorentina che stava, vincendo si è vista imporre il pareggio da un colpo di testa del centromediano avversario, su calcio d'angolo, proprio al minuto finale. A Milano, l’Angelino sopra menzionato ha spedito in rete al 33' ed al 45 della ripresa. Ed allo Stadio Olimpico potrebbe aggiungere Tozzi ha segnato per la Lazio proprio al momento in cui stava chiudendo la partita! E del resto, anche ad Alessandria è ad Udine, sono stati gli istanti finali a definire il risultato. Le partite durano novanta minuti, in ogni dove. Ed intanto, l'Alessandria e la Triestina avendo - vinto finalmente per la prima volte due altri zeri sono scompare, dalle caselle del quadro generale della classifica. Sola cosa che debba ancora verificarsi, rimane' un risultato totalmente negativo della Fiorentina. Per ultimo, ventinove reti sono state-segnate da quattordici delle diciotto squadre nella giornata, un totale rilevante.' e di esso sedici hanno avuto per autore Un calciatore di origine straniera Più della metà: una percentuale che riteniamo non sia mai stata raggiunta finora. (La Stampa - Vittorio Pozzo)