Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1956/1957
Serie B
30-09-1956 - Giornata: 3 - Catania - Cibali


Catania CC - Alessandria US 2 - 2 (1 - 0)
RETI: 9. Hansen K. [Ca] , 61. Hansen K. [Ca] 50. Tinazzi G.[A], 71. Castaldo E.[A]

Alessandria US Stefani Ideo, Brotto Gian Luigi, Bosio Bruno, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Russi Franco, Castaldo Ercole, Manenti Michele, Redegalli Luciano, Tinazzi Giorgio, Morbello Egidio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
CATANIA CC: Menozzi; Origgi, Toros; Malinverni, Grani, Celio; Bicicli, Hansen Karl Aage, Uzzecchini, Buzzin, Patino. All.: Poggi (II) Ernesto Matteo.

Arbitro: Annoscia Florenzo (Bari)
Note
Rigore sbagliato (palo) all’ 84. da Hansen [C]. Angoli: 2-1. Spettatori: 12.000 circa Giornata variabile con sole nei primi minuti, pioggia violenta fino a metà della ripresa, cielo plumbeo e finale giocato nell’oscurità. Inizio gara ore 16,00

Commento
PER L’ALESSANDRIA A CATANIAS UN PAREGGIO E MOLTI APPLAUSI I grigioazzurri hanno rischiato una sconfitta-beffa, ma Hansen ha fallito il “penalty,, decisivo - L'esordiente Brotto è stato tra i migliori in campo - Un palo colpito da Manenti L'Alessandria è uscita a testa alta dallo stadio di Catania. Ha guadagnato un punto e persino gli applausi del pubblico. In realtà è stata la squadra grigia a dare tono con le sue manovre armoniche ed elastiche a questo confronto ad alto livello tra due vedette della serie B. Anche il Catania ha avuto infatti sprazzi brillanti di gioco, ma ha difettato proprio dove gli avversari invece si sono rivelati fortissimi: nel gioco di metà campo. Meritatissimo dunque questo pareggio che ha finito col soddisfare anche i catanesi. Tuttavia l'Alessandria, dopo avere rimontato due volte lo svantaggio di un goal, si è trovata a sei minuti dalla fine sull'orlo di una sconfitta che avrebbe avuto il sapore di una beffa. Per fallo di mano di Pedroni l'arbitro infatti decretava un rigore. Hansen mirava all'angolino, ma colpiva la base interna del palo. L'Alessandria aveva adottato fin dall'inizio uno schieramento piuttosto prudenziale, coi due laterali arretrati e con Castaldo, Manenti e l'ala sinistra Morbello nella zona centrale del campo. Questo dispositivo aveva il doppio effetto di creare un solido sbarramento davanti alla difesa e di far guadagnare, alla squadra grigia l'assoluto controllo della metà campo. Era in questo settore che si preparavano le manovre in profondità dell'Alessandria, manovre che puntavano su Tinazzi e soprattutto sullo scattante Redegalli, che ha sostenuto col centromediano catanese Grani dei bellissimi duelli. L'Alessandria si è trovata in svantaggio al 9', quando per un fallo di Snidero su Buzzin, Hansen sorprendeva tutti battendo dal limite dell'area un fortissimo calcio di punizione che Passava proprio in uno spiraglio della barriera. Non è stato questo goal al passivo a far mutare all'Alessandria il suo stile di gioco, che era proprio il migliore per mettere in difficoltà la difesa avversaria. Nel finale del tempo Manenti colpiva di testa il palo. Al 5' della, ripresa l'Alessandria raggiungeva il pareggio. Discesa dell'esordiente terzino Brotto (tra i migliori in campo), palla a Tinazzi, che senza esitare faceva partire un fortissimo tiro da 25 metri, palla in rete, sotto la traversa. Undici minuti dopo però il Catania torna nuovamente in vantaggio. Lo stesso Hansen, la stessa punizione dal limite: stavolta il danese fa partire un azzeccatissimo rasoterra che sorprende nettamente Stefani. Comunque il pareggio alessandrino si fa attendere solo dieci minuti. Siamo al 26': Redegalli porge a Manenti, il quale traversa sulla destra. La palla rimbalza su Toros. Castaldo è lesto a recuperarla, tirando al volo. (StampaSera - Candido Cannavò) HANSEN HA SBAGLIATO UN CALCIO DI RIGORE Sotto una pioggia lieve come un pianto rientrarono negli spogliatoi i rossoazzurri, sferzati da raffiche di fischi rabbiosi del pubblico stizzito. Undici maschere di fango, abbrutite dalla fatica, macerate dalla rabbia della delusione. La partita, per un attimo, il Catania l’ebbe in mano, quando al 39’ della ripresa l’arbitro puntò il dito sul dischetto del rigore. Ci furono lunghe discussioni, in quanto i grigi non intendevano accettare la decisione del direttore di gara. Stefani continuò a saltellare tra i pali, ignorando il regolamento. Hansen fintò e calciò preciso, troppo preciso: la palla picchiò sullo spigolo interno del palo e con diabolico effetto attraversò tutta la luce della porta, terminando dala parte opposta, dove Pedroni alla disperata la spedì sulle tribune. Non si regala un rigore all’Alessandria a cinque minuti dal termine della gara, ad un’Alessandria che per lunghi tratti aveva dominato, dimostrando di essere una squadra di gran classe. Il Catania si afflosciò come una cornamusa sfiatata e buon per i rossazzurri che Grani terminò in crescendo la sua gladiatoria partita e Malinverni e Hansen, retrocedendo in gran fretta, diedero man forte in difesa ad Origgi e Toros. Poi un ultimo rabbioso serrate, ma una volta il colpo di testa di Buzzin mandò la palla a sfiorare la traversa e una seconda volta Stefani salvò capra e cavoli arando in due tempi su Buzzin e Uzzecchini, rovinando quindi a terra assieme ai due attaccanti etnei e a Brotto. La partita finì qui ed erano già stati giocati due minuti di recupero, quasi al buio, con il pubblico tutto in piedi e muto, quasi a non voler disturbare l’ultimo disperato tentativo della sua squadra di raddrizzare il risultato battendo avversari e sfortuna. Perché di sfortuna ne ha avuta tanta questo Catania di oggi, colpendo una traversa e fallendo per un soffio occasioni su occasioni. Ma alla sfortuna è onesto accoppiare anche le lacune che questa squadra ha palesat specie a metà campo, dove il quadrilatero si è visto ben poco ed è stato vitale solo in Hansen e Malinverni, prodigatisi il primo in un lavoro estenuante di raccordo ed il secondo nelle fasi ordinamento laddove era necesario spazzare via la palla più che appoggiarla. Gli altri due componenti il quadrilatero etneo onestamente non sono piavciuti. Non è piaciuto Celio, che gioca esclusivamente all’attacco come una vera e propria mezz’ala senza curarsi del suo avversario diretto, e non è piaciuto Buzzin, il quale stenta ad ingranare, non solo, ma vagabonda per il campo alla disperata ricerca di un pallone buono da sbattere in porta. Ha lottato, sarebbe ingeneroso disconoscerlo, ha lottato fin oa scoppiare, col cuore in gola, sempre pronto a lanciarsi su ogni pallone possibile; ma la sua azione era avvelenata dall’orgasmo dell’ansia e lo scatto finale ne risultava appannato e il tiro scentrato. Questo quadrilatero zoppo ha causato il vuoto nella striscia di centro campo, dove invece il quadrilatero alessandrino teneva a tutto regime con Snidero e Russi inesauribili e tenacissimi nel lavoro di interdizione e di rilancio e con Manenti e Tinazzi (specie quest’ultimo, il migliore in campo alessandrino), sempre pronto a manovrare e a ripiegare quando si rendeva necessario. Buon per il Catania, ripetiamo, che grani si sia battuto come un leone ben coadiuvato da Origgi e Toros (i quali, tuttavia, alle volte troppo avanzati, si fecero tagliare fuori dall’azione). Menizzo non ha colpa sul passivo ed ha sfoderato una parata di grandissima classe: anche lui, però, deve stare più attento nelle uscite dai pali, che talvolta compie con troppa avventatezza. Praticamente, quindi, la gara con l’Alessandria ha confermato le lacune già notate in campo ctaanese, lacune che trovano la loro sede nel quadrilatero, ma che comprendono anche difetti di affiatamento che solo il tempo potrà correggere e quindi annullare. In attacco, detto dei due interni, c’è da notare la brillantissima prestazione di Uzzecchini e di contro l’opaca gara giocata sia da Bicicli che da Patino. Quel che conforta, tuttavia, è il fatto che tutti e undici i calciatori rosso-azzurri si sono battuti con tenacia e con stragrande volontà; sentivano la partita e conoscevano l’importanza della posta in palio; il loro continuo prodigarsi non ha ottenuto l’esito sperato, ma è un chiaro sintomo che, quando le lacune saranno colmate e l’affiatamento raggiunto, la squadra rossoazzurra potrà mirare molto in alto. Ci sono stati egli sprazzi di gioco che hanno mandato in visibilio il pubblico: purtroppo non si sono concretizzati in gol. Ecco tutto. (Corriere dello Sport – Carmelo Gennaro) Due calci di punizione di Hansen, due azzeccatissimi tiri da lontano di Tinazzi e Castaldo: questo il bilancio pratico di Catania-Alessandria. Ci verrebbe da aggiungere che a 6’ dalla fine la squadra rossazzurra ha avuto, sul dischetto del rigore, la palla della vittoria. Ma Stefani è venuto incontro ad Hansen che tirava e questi ha mirato all’angolino colpendo la base interna del palo. Non sarà questo episodio, comunque, a farci definire ingiusto il risultato che, al contrario, è esatto. Catania e Alessandria si sono divisi a metà i pregi ed i difetti di questo confronto diretto che non ha affatto tradito le aspettative. L’Alessandria è apparsa più squadra: ha superato gli avversari per armonia di manovra e per tenuta atletica. Il Catania ha avuto invece gli sprazzi più brillanti dell’incontro. Ma tra i suoi pregi non c’è ancora quello della continuità, della compattezza. L’Alessandria mirava, soprattutto, al pareggio, ma ciò non significa che si sia asserragliata nella propria area. Laterali arretrati, l’ala destra Castaldo, con Manenti e Morbello, nella zona centrale del campo e lunghi lanci all’indirizzo di Redegalli e Tinazzi, un tandem assai pericoloso. I grigi hanno avuto costantemente il dominio della metà campo, anche perché quel settore si è ancora una volta rilevato il punto debole del Catania, non tanto per deficienza di uomini, quanto per impostazione di gioco. Neanche dopo il primo gol dei locali (fallo di Snidero su Buzzin e cannonata di Hansen che azzecca uno spiraglio nella barriera) l’Alessandria ha mutato rotta. Il Catania ha sfiorato con lo stesso Hansen il secondo gol ma le manovre dei grigi si facevano sempre più insidiose e Manenti al 30’ di testa colpiva il palo. Al 5’ della ripresa, il pareggio: scende il terzino Brotto, palla sulla destra a Tinazzi che stanga da circa 25 metri; Menozzi è nettamente sorpreso dal violentissimo tiro. Il Catania si riporta in avanti ma non dà l’idea di poter forzare la guardia avversaria; al 16’ per fallo su Buzzin l’arbitro concede una punizione da 5 metri oltre l’area di rigore. Avanza a batteria il solito Hansen che, con un portentoso rasoterra, batte per la seconda volta Stefani. Violenta reazione alessandrina e pareggio al 26’. Redegalli porge a Manenti che crossa verso Castaldo; questi, elusa la sorveglianza di Toros, saetta a rete dal limite dell’area. È un tiro imparabile. E poi l’episodio del rigore di cui abbiamo parlato all’inizio. (Candido Cannavò, «La Gazzetta dello Sport», 1º ottobre 1956) UN PREZIOSO PUNTO CONQUISTATO DAI GRIGI A CATANIA A Catania domenica scorsa la squadra alessandrina e andata oltre il pronostico, ma il valore intrinseco dell’affermazione sta nel comportamento durante la ripresa. Tra l ’altro, a detta dei giornali, varie azioni da goal sono sfumate per un soffio, ed il pubblico ha applaudito la compagine grigia, ed ha disapprovato il comportamento della propria squadra. L’esordiente Brotto, al pari di Morbello, ha dimostrato di non avere complessi di inferiorità, pur nel passaggio da squadra di promozione alla serie B e, su campi rigurgitanti di pubblico. Avevamo previsto in Brotto una sicura pedina, qualche cosa di più di una semplice promessa, e siamo certi che affinando il gioco l’allievo di Costenaro darà soddisfazioni ai dirigenti alessandrini. Riportiamo un commento del collega Salvatore Strani di Catania, pubblicato sulla Tribuna del Mezzogiorno, che esce a Messina. Nonostante che l’articolo sia uscito dalla penna di un catanese, consente al pubblico di considerare l’ottimo comportamento dei grigi: “Nulla ha rubato l’Alessandria, anzi possiamo dire che se c’era un a squadra che meritava la vittoria, questa era quella grigia. Solida in tutti i reparti, l’Alessandria ha messo in vetrina un bel foot-ball, oltre tutto una magnifica dote di ricupero. Il migliore fra tutti ci è parso Tinazzi, che è stato il centromotore di tutto l ’attacco grigio, seguito a ruota dall’estremo mancino Morbello e da Castaldo. Ottima la coppia dei terzini, che sono stati due mastini. Bene Pedroni, che ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per contenere le scorribande di Uzzecchini. Un po’ opaca la prova di Stefani. Attendevamo di più dal guardiano della nazionale giovanile. E ’ stato inesplicabilmente fermo nei due tiri battuti da Hansen”. (Il Piccolo, 6 ottobre 1956 – Andrea Canestri) RISULTATI: Brescia – Marzotto Valdagno 1-1 Cagliari – Simmenthal Monza 0-2 Como – Sambenedettese 1-0 Messina – Legnano 1-0 Parma – Modena 0-0 Pro Patria – Venezia 0-3 Taranto – Novara 2-0 Verona – Bari 4-0 CLASSIFICA: Verona, Messina p. 6, Alessandria 5, Simmenthal Monza, Venezia, Como 4, Brescia, Catania, Cagliari, Pro Patria, Bari, Novara 3, Taranto 2, Modena, Marzotto Valdagno, Legnano, Sambenedettese, Parma 1 MARCATORI: 4 reti: Bassetti (Verona), 3 reti: Tinazzi (Alessandria), 2 reti: Castaldo (Alessandria), Cancellieri (Bari), Florindi, Hansen (Catania), Bolognesi (Modena), Borghi (Monza), Barison (Venezia), Galassini, Maccacaro (Verona). Il punto sul campionato Soltanto Verona e Messina restano a pari punti dopo la terza giornata perché l’Alessandria ha pareggiato a Catania. I grigi, comunque, hanno guadagnato un punto prezioso al Cibali al termine di una partita che avrebbero anche potuto vincere. Impresa clamorosa del Simmenthal che ha battuto all’Amsicora il Cagliari con il contributo determinante di Tagnin, vero mattatore di giornata. Trionfale anche la vittoria del Venezia a Busto Arsizio. Le capolista hanno vinto entrambe in casa: notevole il 4-0 del Verona sul Bari; molto più faticoso il successo del Messina. C’è voluta una stoccata di Bernini nel finale di gara per rimettere le cose a posto. Il Taranto abbandona quota zero in classifica battendo in campo neutro il Novara. Giusto 0-0 tra Parma e Modena; così com’è giusto l’1-1 tra Brescia a Marzotto frutto di un botta e risposta negli ultimi minuti.