Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1956/1957
Serie B
07-10-1956 - Giornata: 4 - Messina - Giovanni Celeste


Messina ACR - Alessandria US 1 - 1 (0 - 0)
RETI: 52. Colomban A. [Me] 80. Vitali A.[A]

Alessandria US Stefani Ideo, Brotto Gian Luigi, Bosio Bruno, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Russi Franco, Castaldo Ercole, Vitali Alessandro, Redegalli Luciano, Tinazzi Giorgio, Morbello Egidio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
Messina: Salerno; Zonch, Cardillo; Bernini, Bosco, Sellani; Nicoletti, Pantaleoni (II) Francesco, Rossi, Colomban, Grisa. All.: Hiden Rodolphe.

Arbitro: Corallo Tommaso (Lecce)
Note
Angoli: 1-1 (1-0). Spettatori: 12.000. Inizio gara ore 15:30.

Commento
Il Messina ha fatto la fine del pescatore ingenuo. Di quel pescatore che, al colmo della gioia per aver preso al laccio un magnifico pesce, pensa di metterlo vivo nel paniere anziché di schiacciargli la testa. È un attimo: proprio mentre sta sganciandolo dall’amo per metterlo nel paniere già aperto, il pesce ha un guizzo imperioso e se la fila, lasciando il pescatore desolato e umiliato con tanto di naso a meditare sulla sua dabbenaggine. Il Messina all’inizio della ripresa era finalmente riuscito a piegare la resistenza dei grigi: vi era riuscito cioè dopo aver speso tutto il primo tempo e una infinità di energie per «agganciare» la difesa dei grigi. I bianchi avevano tentato il tutto per tutto, ma la difesa alessandrina era giunta sempre in tempo e con azione gagliarda e ordinata aveva stroncato i reiterati tentativi dei locali, non accusando mai sbandamento alcuno. L’Alessandria, pur costretta a spendere ovviamente una maggiore attività nel controllo, non era mai parsa però alla mercé dell’avversaria, ma era stata sempre, al contrario, pronta a «partire», a giocare senza mezzi termini le sue possibilità offensive: non era, insomma, apparsa in alcun momento rinunciataria, anzi sempre pronta a mostrare gli aculei. Il Messina era stato «tamponato» ben bene nonostante la sua azione fulminea e zeppa di smarcamento, ma purtroppo essenzialmente frontale e come tale meglio in ogni circostanza controllabile. Ambedue le squadre avevano avuto sì occasioni favorevoli, ma non avevano saputo farne tesoro. Il Messina era stato più spettacolare, più nitido in fase costruttiva e se si vuole più omogeneo; l’Alessandria più sorniona, meno appariscente, ma sommamente positiva e tetragona. Un maglio il Messina, ma una noce d’acciaio l’Alessandria. All’inizio della ripresa il Messina era venuto su con un’azione schiacciante che chiamava in causa interamente anche i due laterali (dei quali il Bernini nel primo tempo si era mantenuto lievemente in posizione arretrata). Era cresciuto questo Messina mirabilmente come l’alta marea che sale grandiosa, come la panna gustosa che emerge dopo tanto sbattere. Al 7’ il gol. E veniva a seguito di azione chiara, ed aveva un bel pizzico di rimarchevole talento calcistico. Sul lancio di Nicoletti il pallone cadeva sul lato di Brotto che aveva accanto a sé Colomban. Il terzino alessandrino aveva un attimo di esitazione (si era a meno di tre metri dalla porta alessandrina e Stefani era bene piazzato al centro di essa), quanto bastava a Colomban per intervenire di testa e imprimere al pallone un «giro» che ne spostava la traiettoria verso l’angolino ove per Stefani non c’era nulla da fare. Un gol davanti al quale bisogna fare tanto di cappello, uno di quei gol che portano inconfondibile la preziosa firma dell’autore e che lasciano di stucco l’avversario e fanno scoppiare di gioia i propri sostenitori. Un grande tripudio naturalmente e lo stesso spirito gioioso degli spalti visibilmente si diffondeva sui volti degli atleti bianchi. Il Messina aveva ormai la vittoria in tasca, il gioco era stato fatto. Qui la squadra di Hiden pagava lo scotto della sua inesperienza (propria dei giovani di cui abbonda la compagine) e l’Alessandria intascava il giusto premio dovuto alla sua esperienza (propria dei parecchi elementi smaliziati di cui dispone). Il Messina non continuava nella solfa vorticosa, ma andava sempre più rannicchiandosi. I due laterali, anziché cercare di arrestare le due mezze ali contrapposte al nascere della costruzione alessandrina, si tenevano invece nei pressi dei propri terzini cercando di attendere gli avversari al varco al momento della conclusione dell’azione. Un traccheggiamento che poteva anche riuscire e che poteva anche fallire inopinatamente. Il Messina rinunciava a mettere in ginocchio l’Alessandria proprio quando aveva mostrato di avere tutte le carte in regola per poterlo fare. Ma non teneva conto che l’Alessandria, ogni qualvolta si era lasciata avanzare, si era sempre resa pericolosa, che aveva saputo ricavarne anche tiri di punizione che avevano richiesto una grande attenzione da parte del trio di estrema bianco. Il Messina offriva il destro di far gioco ad una squadra di volponi, ad una squadra in cui in ogni momento le singole individualità avrebbero potuto con exploit personali risolvere l’incontro. Il pari, così come dopo scaturiva, confermava questa sorta di presunzione e di sicumera del Messina. Al 35’ primo angolo per i grigi: sul fonte della porta di Salerno il pallone calava nei pressi di Vitali che era stato lasciato liberissimo. La mezz’ala alessandrina non aveva esitazione e piazzava a rete un tiro non forte, ma bene angolato, di traverso. Il pallone finiva dolcemente in rete. Doveva vincere il Messina, si è detto, e poteva anche perdere e proprio alla fine: negli ultimi dieci minuti il Messina è apparso infatti groggy. La fine era quasi un po’ una liberazione. (Sante Saya, «Corriere dello Sport», 8 ottobre 1956) Prima «buccia di banana» per i biancoscudati di Hiden e proprio in quella partita che doveva collaudare l’efficienza della squadra peloritana, dopo i probanti successi inanellati nelle prime tre giornate del campionato. Banco di prova i grigi, reduci anche loro da prestazioni positive, specialmente da quella sul campo etneo di otto giorni fa. Il Messina ha dominato per tutti i 90’ e gli ospiti si sono affidati ai capovolgimenti di fronte, ovvero all’arma più micidiale: il contropiede. L’1-1 non fa quindi una grinza, anche se i sostenitori locali, in virtù della grossa mole di lavoro svolto dai giocatori biancoscudati, possono essere rimasti alquanto delusi. Una delusione che non toglie nulla alla legittimità del parziale successo della squadra di Sperone. Tutto il primo tempo, chiuso con il risultato ad occhiali, ha visto i biancoscudati inserirsi nella metà campo avversaria; sospinto da una mediana ancora una volta inesauribile, l’attacco messinese non ha tardato a trovare la perfetta intesa, ma la manovra è stata a detrimento della potenza penetrativa e molti tiri si sono rivelati innocui. Quelli di una certa importanza hanno trovato uno sbarramento insormontabile nel bravissimo Stefani, sempre a posto nel piazzamento e sicuro nelle uscite. Al 26’ il portiere alessandrino ha spedito in corner un pallone indirizzato a rete, su battuta di punizione dal limite da parte di Pantaleoni. Anche i tiri di Grisa, Rossi e Nicoletti non sono passati per i pronti interventi di Stefani. La riscossa piemontese è venuta al 28’: Pedroni imbecca Tinazzi ed il tiro di quest’ultimo viene parato da Salerno, chiamato di nuovo al lavoro da Morbello in una parata a due tempi su tiro rasoterra. Al 41’ Tinazzi sfugge a Cardillo e tira. Respinge a mani aperte il portiere messinese e Bosco allontana la minaccia. Nella ripresa, l’Alessandria si è portata inizialmente in avanti, ma Morbello, solo dinanzi a Salerno ha alzato sulla traversa. Replica del Messina al 7’: i biancoscudati usufruiscono di un corner battuto da Nicoletti. Palla forte a Rossi che di testa smista a Colomban a ridosso dalla porta: leggera testata e palla in rete. Entusiasmo a mille sugli spalti e l’Alessandria sembra accusare il colpo. Ma si sveglia ben presto ed al quarto d’ora Tinazzi su punizione prende in pieno la traversa. Il Messina intesse poi azioni sulla sinistra, ispiratore Sellani. Ma Grisa e Russi si intestardiscono in azioni personali. Al 37’ il pareggio degli ospiti, anch’esso ottenuto su corner come il gol del Messina: Castaldo apre allo smarcato Vitali che con tiro angolato batte Salerno. Il pareggio è cosa fatta ed i messinesi sono ormai stanchi per poter rimontare. Buono l’arbitraggio. Del Messina ottimi Sellani, Bernini, Colomban. Dell’Alessandria: Snidero, Pedroni, Castaldi, Tinazzi. (Nino Calarco, «La Gazzetta dello Sport», 8 ottobre 1956) I grigi ai primi posti della Serie B 1-1 DELL'ALESSANDRIA A MESSINA L’Alessandria à riuscita, a soli 10’ dalla fine, a pareggiare le sorti di un incontro che nel complesso la squadra messinese ha territorialmente dominato, anche se la traversa, sostituendosi al portiere Salerno al quarto d’ora della ripresa, ha salvato i locali da un goal sicuro. Non si può onestamente affermare che gli uomini di Sperone abbiano messo in mostra grandi doti, ma d’altra parte è giusto sottolineare che l’assenza di un uomo d’ordine quale è indubbiamente Manenti, costretto al riposo in seguito alla nota squalifica, ha indubbiamente nociuto alla manovra della squadra piemontese. Particolarmente il reparto attaccante ha accusato la mancanza del regista, dal momento che Vitali, nonostante il goal decisivo messo a segno, non è apparso certo all’altezza della situazione. I grigi sono venuti fuori nel finale del primo tempo, in seguito all’inevitabile calo dei giallorossi, sfiorando addirittura il successo in un paio di occasioni. L’Alessandria manovrava in campo avversario allo scoccare del 45’ di gioco. Nella ripresa, il Messina riprende le redini della situazione, ottenendo il goal al 7’, ma gli ospiti reagiscono con prontezza, martellando le retrovie avversarie fino a quando, a 10’ dalla fine, Vitali, sfruttando a dovere il tiro di Castaldo dalla bandierina, scaraventava imparabilmente in rete il goal del pareggio. Nel complesso, la classe della squadra alessandrina è stata messa a dura prova dal gioco vivace e spumeggiante della «rivelazione» messinese, ma è giusto riconoscere che il risultato premia la superiore consistenza tecnica dei piemontesi. I primi minuti sono di netta marca locale. Al 13’ il centravanti Rossi, su lancio di Nicoletti, fila velocissimo verso la porta alessandrina e Pedroni è costretto ad intervenire fallosamente per sventare la minaccia. Al 29’ scambio in velocità fra Rossi e Grisa, ma l’ala tira proprio in bocca al portiere. Reagiscono gli ospiti e al 30’ Tinazzi calcia su punizione un insidioso pallone che il portiere messinese blocca in tuffo. Sono ancora i piemontesi di scena: triangolazione Tinazzi-Russi-Morbello e tiro finale parato a terra da Salerno. Dopo un’azione impostata da Pantaleoni e conclusa da Colomban con un tiro a lato, gli alessandrini tornano sotto la porta dei messinesi: Redegalli invita all’azione Tinazzi che, dal limite dell’area, lascia partire una cannonata che il portiere locale a stento neutralizza a mani aperte. Brivido per i messinesi al 1’ della ripresa. Un cross di Redegalli è raccolto da Morbello che, a due passi dalla rete, alza la palla a candela. Al 7’ il Messina passa in vantaggio: su centro di Nicoletti è la mezz’ala destra Colomban che infila nella rete di Stefani. Al 15’ la traversa salva il portiere locale da una staffilata dal limite eseguita da Tinazzi su calcio di punizione. L’Alessandria insiste nella metà campo avversaria e al 35’ ottiene il goal del pareggio con un tiro al volo di Vitali. (Angelo Carlucci, «Stampa Sera», 8 ottobre 1956) DOMANI ALLE 15.00 ALESSANDRIA-PRO PATRIA La squadra alessandrina ha ottenuto a Messina un secondo risultato pari, ricuperando ancora nel secondo tempo lo svantaggio di una rete e lasciando il campo tra gli applausi del pubblico. I giocatori alessandrini, rientrati in sede, hanno riferito che mentre a Catania era stata disputata una partita di calcio, a Messina vi era stata una «battaglia»: i biancoscudati, velocissimi e praticando spostamenti repentini di gioco, avevano creduto di poter intimorire la nostra retroguardia; risultò però molto difficile per i padroni di casa giocare di prepotenza contro Pedroni, Russi e Snidero. Bosio, elemento sufficientemente deciso, e Brotto, novellino con la «grinta», hanno fatto appieno il loro dovere. Il Messina ha colto la prima rete in seguito ad un fallo di Colomban, che si era sorretto sulle spalle di Snidero per mettere la palla in rete: reclamare non era lecito, in quanto lo stesso segnalinee che a Catania aveva redatto il verbale che ha provocato la squalifica di Manenti era inopinatamente presente anche a Messina, pronto a calcare la mano su qualche eventuale osservazione mossa dagli atleti grigi. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 13 ottobre 1956) RISULTATI: Cagliari-Venezia 2-0 Catania-Legnano 3-0 Modena-Bari 1-1 Novara-Verona 0-0 Parma-Taranto 1-1 Pro Patria-Brescia 2-2 Sambenedettese-Marzotto 3-1 Simmenthal Monza-Como 0-0 CLASSIFICA: Messina, Verona 7; Alessandria 6; Cagliari, Catania, Como, Simmenthal Monza 5; Bari, Brescia, Novara, Pro Patria, Venezia 4; Sambenedettese, Taranto 3; Modena, Parma 2; Legnano, Marzotto 1 MARCATORI 4 gol Bassetti (Verona) 3 gol Tinazzi (Alessandria) 2 gol Barison (Venezia), Bolognesi Gia. (Modena), Borghi (Monza), Calegari (Venezia), Cancellieri (Bari), Castaldo (Alessandria), Colomban (Messina), Danova (Pro Patria), Fiorindi (Catania), Galassini (Verona), Gasparini (Brescia), Hansen (Catania), Maccacaro (Verona), Marchetto (Marzotto), Regalia (Cagliari), Serradimigni (Cagliari) Il punto sul campionato Il Verona non era riuscito ad approfittare del pareggio del Messina impattando in casa del Novara, la macchina da gol dei gialloblu' si è fermata in Piemonte a causa dell'impostazione di una tattica di gioco sbagliata: le due formazioni hanno comandato con 7 punti in classifica in una giornata caratterizzata dai pareggi: ben cinque tre 1-1 e due 0-0. Da segnalare che non vi era stata nessuna vittoria da parte di chi giocava in trasferta. In ultima posizione Marzotto e Legnano a quota 1.