Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1956/1957
Serie B
25-11-1956 - Giornata: 9 - Valdagno - dei Fiori


Marzotto AC - Alessandria US 1 - 2 (1 - 1)
RETI: 41. rig. Marchetto G. [Ma] , 55. aut. Sacchiero N. [Ma] 29. Morbello E.[A]

Alessandria US Stefani Ideo, Brotto Gian Luigi, Bosio Bruno, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Russi Franco, Castaldo Ercole, Manenti Michele, Vitali Alessandro, Tinazzi Giorgio, Morbello Egidio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
Marzotto: Vecil; Ruffinoni, Zanoni; Sacchiero, Svorenich, Occhetta; Bressa, Rovatti, Marchetto, Mosca, Temellin. All.: Senkey (I) Imre.

Arbitro: Marchese Gennaro (Frattamaggiore)
Note
Espulsi: 67’ Tinazzi [A], 70’ Rovatti [M]. Infortunato: 75’ Brotto [A, passato all’ala destra]. Angoli: 3-3 (0-1) oppure 2-5 (0-2). Spettatori: 2.000. Giornata bella, seppure rigida. Inizio gara ore 14:30.

Commento
Si è interrotta un po’ bruscamente, ma inevitabilmente, la serie utile del Marzotto. Con un’Alessandria fortissima in difesa soprattutto in Pedroni e Stefani, i biancocelesti hanno premuto per lunghi periodi, specie nella ripresa, senza giungere allo sperato pareggio che forse sarebbe stato più equo. Va precisato, però, che se i valdagnesi, nonostante la generosità, non sono riusciti nelle loro intenzioni, lo si deve principalmente alla scarsissima prestazione delle mezze ali Rovatti e Mosca, svagato e poco autoritario il primo, lento ed impreciso il secondo. Più risoluta e scattante l’Alessandria, che se minor volume di gioco ha offerto, è parsa tuttavia assai più pericolosa del Marzotto e notevolmente efficace nel contropiede con Manenti, Tinazzi e Morbello. Castaldo, che ha giocato leggermente arretrato, e Vitali hanno saggiamente distribuito e lanciato i compagni di punta con una manovra secca ed incisiva. Il Marzotto non ha potuto fare di più: avvilito da un’autorete di Sacchiero al 10’ della ripresa, si è spremuto in vani assalti alla porta di Stefani. Le azioni offensive, molto spesso troppo elaborate dai mediani, dagli interni ed anche dal centravanti, si infrangevano sempre sulla rocciosa difesa piemontese. Dei valdagnesi non sono dispiaciuti Vecil (sulle azioni dei gol non ha nessuna colpa), Ruffinoni, il migliore del settore difensivo, e, seppur discontinui, Occhetta, Temellin e Marchetto. Partenza dell’Alessandria, che ottiene un calcio d’angolo. Quindi pressione valdagnese. Inutile, perché Rovatti calcia fuori al 5’ e nessuno è pronto al 10’ a raccogliere un cross di Bressa, respinto a mani aperte da Stefani. Dopo che Ruffinoni salva egregiamente con un bel ricupero su Manenti, in procinto di tirare a rete, l’Alessandria realizza il primo gol. 29’: scambio Manenti-Tinazzi e allungo in profondità a Morbello: violentissimo tiro da pochi passi e palla che rovescia le dita di Vecil. Al 41’ pareggia il Marzotto su rigore concesso da Marchese per atterramento di Temellin in area. In apertura di ripresa, l’Alessandria forza il ritmo e tenta la via della rete con Tinazzi al 3’ e 5’, con Pedroni all’8’. Al 10’ l’autorete: inaspettato tiro dal limite di Castaldo e pronto balzo di Vecil, sulla traiettoria. La palla, però, viene sfiorata appena da Sacchiero con la testa e spiazza il portiere insaccandosi. Sono stati espulsi, per scorrettezze, Tinazzi e Rovatti rispettivamente al 22’ e 25’ della ripresa. Al 30’ del secondo tempo il terzino destro Brotto si scontra con Marchetto e passa zoppicante all’ala destra. (Eros Mognon, «La Gazzetta dello Sport», 26 novembre 1956) L'Alessandria continua nella serie positiva CORAGGIOSA PROVA DEI GRIGI SUL CAMPO DEL MARZOTTO: 1-2 Una squadra lanciata verso la promozione deve costruire il suo successo finale non soltanto imponendosi nelle partite in cui la sua superiorità tecnica basta a dare forma positiva al risultato, ma anche e soprattutto nelle gare in cui non è sufficiente, anzi è inutile giocare bene per vincere. L’Alessandria sul campo di Valdagno ha trovato condizioni senz’altro inadatte per impostare la partita sul piano tecnico ed assicurarsi la vittoria badando unicamente a giocar meglio dell’avversario: il terreno molle per il disgelo non permetteva il gioco raso terra e costringeva gli atleti ad una dura fatica. Il Marzotto, imbattuto da quattro domeniche e deciso a ottenere il quinto risultato utile, cercava di mascherare la sua inferiorità con un gioco robusto, a volte persin troppo spregiudicato. L’arbitro Marchese di Napoli invero non era certo il direttore adatto per una gara di combattimento, essendo la sua autorità del tutto formale, sufficiente appena a nascondere le sue debolezze e la sua superficialità tecnica. In queste condizioni l’Alessandria è stata costretta a fare appello a tutte le sue energie fisiche e morali per non venire travolta dall’esuberante undici biancoceleste (in maglia granata per dovere di ospitalità). La compagine di Sperone non ha giocato bene perché le circostanze non glielo hanno permesso, ma ha risposto pienamente alla attesa per quanto riguarda il risultato imponendosi meritatamente con il punteggio di 2 a 1. Il valore dell’impresa compiuta dall’Alessandria risulta più chiaro di quanto non dica il misurato punteggio, se si considera quanto è avvenuto nella parte finale dell’incontro, dopo che i grigi si erano portati per la seconda volta in vantaggio. Il controllo della partita è completamente sfuggito di mano all’arbitro, che ha tollerato per troppo tempo la generale tendenza al gioco scorretto, intervenendo poi a sproposito contro il giocatore meno colpevole: l’alessandrino Tinazzi, espulso al 22’ per avere tentato di farsi giustizia da solo dopo essere stato malmenato al di là del sopportabile. È vero che pochi minuti dopo il signor Marchese ha ristabilito l’equilibrio mandando negli spogliatoi anche il veneto Rovatti per un calcio affibbiato a Russi, ma la parità numerica delle forze in campo non è durata molto. Già il numero 3 alessandrino, Bosio, pur battendosi con incredibile coraggio, non riusciva quasi più a correre a causa di una vasta ferita alla gamba sinistra (per cui si sono resi necessari tre punti di sutura). A questa menomazione si aggiunse, a un quarto d’ora dalla fine, quella toccata all’altro terzino Brotto che, uscito malconcio da uno scontro con un avversario, fu costretto a trasferirsi all’ala lasciando il suo posto a Snidero, sostituito a sua volta da Castaldo. In queste condizioni l’Alessandria dovette rinserrarsi in area e difendere affannosamente il vantaggio dal furibondo assalto del Marzotto. Le grandi parate di Stefani, la decisione e la prontezza del rientrante Pedroni e di Russi, i migliori alessandrini con Vitali e Snidero, permisero ai grigi di portare in salvo la vittoria. Se i veneti fossero riusciti a raggiungere nuovamente il pareggio l’Alessandria avrebbe indubbiamente battuto il record della sfortuna; ma dove l’abilità dei difensori grigi sarebbe stata forse inutile, ha provveduto l’incredibile prodigalità degli attaccanti avversari ad evitare che alla squadra piemontese sfuggisse una vittoria fermamente voluta e senz’altro meritata. Le prime battute di gioco vedono l’Alessandria assai prudente nei movimenti e quasi timorosa di arrischiare l’offensiva. Vi è qualche timore sul rendimento di Pedroni, costretto a rientrare in squadra prima del previsto per sostituire Boniardi ammalato: ma l’ex milanista tronca subito ogni apprensione giocando con molta sicurezza e controllando efficacemente Marchetto. Progressivamente i grigi allargano il raggio delle loro azioni e passano in vantaggio al 29’. L’azione parte da Russi che appoggia il pallone a destra su Vitali e il centravanti a sua volta serve in profondità Morbello. La giovane ala sinistra, che ha voluto ugualmente giocare nonostante la recente morte del padre, fa due passi, controlla il pallone in corsa e tira a rete violentemente; Vecil riesce a toccare la sfera, ma il tiro è troppo forte, il pallone sfugge al controllo del portiere veneto e finisce in rete. Il Marzotto perviene al pareggio al 40’ su calcio di rigore concesso per una spinta di Brotto a Temellin in area, infrazione la cui gravità non è stato possibile accertare dalla tribuna. L’arbitro, comunque, ha ritenuto punibile il fallo e Marchetto ha realizzato il penalty con un bel tiro che ha spiazzato Stefani. Nella ripresa l’Alessandria è partita decisamente all’attacco. Al 3’ Snidero ha sfiorato il goal, ma Svorenich ha salvato di testa; al 4’ Vecil ha calciato in angolo un tiro di Tinazzi neutralizzando subito dopo una improvvisa rovesciata di Vitali. Persino Pedroni si è spinto all’attacco tirando violentemente in porta al 7’, ma il portiere veneto ha neutralizzato anche questa minaccia. Al 9’ finalmente su una bella azione di Vitali dalla destra, Svorenich respinge corto dando il pallone a Castaldo che tira e indovina il goal con l’involontaria collaborazione di Sacchiero sul cui fianco il pallone fa carambola, ingannando irrimediabilmente il portiere. A questo punto il tono della partita si riscalda e l’arbitro, già criticabile nel primo tempo, si dimostra ora nettamente non all’altezza della situazione. Le scorrettezze si succedono senza soluzione di continuità con la bonaria tolleranza del direttore di gara, il quale dopo aver espulso Tinazzi e Rovatti continua la serie delle allegre decisioni fermando per fuori gioco Morbello che era scattato da due metri almeno entro la metà campo alessandrino. Successivamente si verifica il già accennato incidente a Brotto e l’Alessandria è costretta a ripiegare e a cercare di perdere tempo, mentre Stefani dal canto suo deve fare gli straordinari per evitare che Marchetto, l’unico del Marzotto con le idee chiare, faccia sfumare in extremis il prezioso successo. Il fischio finale dell’arbitro viene comunque a troncare al momento giusto un assedio che la decimata squadra alessandrina non avrebbe più potuto sostenere a lungo. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 26 novembre 1956) È stata una partita spigolosa e giocata alla garibaldina da entrambe le squadre. Sono saltati fuori tre gol, due dei quali non tropo convincenti: quello del Marzotto, su calcio di rigore, e il secondo, quello dei grigi, per una marchiana autorete. Comunque, il successo dell’Alessandria ci è parso convincente, se non altro per la migliore e più pratica impostazione del gioco dei piemontesi. Il Marzotto non ha certamente soddisfatto, per le precarie condizioni dei suoi frombolieri, di solito sempre più incisivi e pericolosi di quanto non siano apparsi oggi Marchetto e Rovatti. Se il Marzotto avesse avuto una maggiore calma nelle fasi conclusive e non fosse stato preso da quel complesso di timore riverenziale verso la forte antagonista, molto probabilmente l’undici alessandrino non avrebbe raggiunto l’ambito traguardo del successo esterno. Ma i «se» nel gioco del calcio vanno sempre accantonati per dare posto al giudizio sintetico sulle due squadre viste oggi in campo. L’Alessandria si è dimostrata più dotata, e in difesa e all’attacco. Senza peccare di presunzione, l’antagonista piemontese ha giocato oggi una magistrale partita. Registrata in tutti i reparti, essa trova lo slancio ed i suoi migliori temi tattici in un Pedroni che sa il fatto suo e che manovra a metà campo da impeccabile regista. Con due interni scattanti ed abili nella manovra, con un palleggiatore raffinato, anche se esile e non troppo portato all’urto con l’avversario, quale si è palesato Vitali, l’Alessandria ha comandato – senza dominare – l’incontro. Il successo non fa una grinza. Il Marzotto si è trovato subito in difficoltà nel contenere le raffiche dei grigi, più abili nel palleggio e più pronti nello smarcamento. E ne è uscita la prima rete, al 29’, su un’azione Vitali-Manenti, realizzata alla fine da un violento tiro di Morbello. Pareva che la partita dovesse essere decisa, anche perché il Marzotto, pur attaccando, non riusciva mai ad aprirsi un varco in area, dove vigilavano dei difensori sempre in buona posizione per rintuzzare qualsiasi offesa. E se qualche tiro veniva abbozzato da lontano da Marchetto o da Bressa o da Temellin, ecco venir fuori il bravo Stefani, sicuro nella presa, pronto alla parata. Solo verso il 41’ il Marzotto acciuffava il pareggio, e sul rigore accordato da Marchese i pareri sono discorsi. Temellin si apprestava in area ad entrare su una palla fornita da Occhetta, quando Brotto lo urtava stendendolo a terra: fallo veniale o scorrettezza grave? L’arbitro concede senza esitare il rigore e Marchetto realizza con un tiro rasoterra di rara potenza. Sull’uno a uno ha fine il primo tempo. La ripresa viene giocata all’insegna delle scorrettezze reciproche, ma con una leggera prevalenza nelle scorrettezze degli alessandrini. Il Marzotto, in apertura della ripresa, ha un buon periodo di prevalenza, ma non ne azzecca una. Dopo un bel salvataggio di Vecil, che manda in angolo al 4’ un insidioso tiro di Tinazzi, al 6’ è Rovatti che sbaglia bambinescamente una occasione d’oro, e subito dopo è Marchetto che si impappina nei soliti giochetti inutili, dando così facile modo a Bosio di allontanare il pericolo. Su azione di contropiede, è Vitali che fa viaggiare l’estrema destra Castaldo che, giunto in area, fa partire un bolide. È prontissimo Vecil, in posizione per bloccare, ma il pallone galeotto sfiora la testa di Sacchiero e così viene deviato in rete ingannando l’estremo difensore dei biancocelesti. 10’, due a uno per l’Alessandria. Da questo momento la partita si avvia verso un gioco troppo deciso e costellato di scorrettezze, che Marchese invano tenta di frenare con richiami ed espulsioni. Al 22’ ed al 26’ sono stati espulsi Tinazzi e Rovatti per scorrettezze. Al 30’, Brotto, scontratosi con Marchetto, esce dal campo per rientrare dopo cinque minuti e giocare all’estrema destra in condizioni minorate. (Arturo Zucchermaglio, «Corriere dello Sport», 26 novembre 1956) La bella vittoria dei "grigi,, a Valdagno DOMANI IL MONZA AL MOCCAGATTA La squadra grigia a Valdagno si è trovata di fronte ad una squadra che, animata da quattro partite utili consecutive, trangugiava amaro nel dover soccombere nei confronti della più tecnica compagine piemontese. In seguito a ciò il Marzotto si è abbandonato ad un gioco rude, credendo di intimorire Snidero, Pedroni, Russi, Brotto, Bosio e C.: calcoli sbagliati e meritata sconfitta per i padroni di casa, anche con il comportamento tutt’altro che parziale dell’arbitro Marchese di Napoli. Con la vittoria di Valdagno l’Alessandria ha dimostrato di possedere un’ossatura tutt’altro che fragile, ed indicatissima per il clima della Serie B, dove spesso e volentieri la battaglia agonistica trascende in combattimento. Russi e Pedroni sono stati i migliori in campo e Stefani, con ottime parate, è parso in netta ripresa. Le reti sono state realizzate da Morbello e da Castaldo; tutto il reparto d’attacco è degno di elogio. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 1º dicembre 1956) RISULTATI: Bari-Parma 0-2 Brescia-Messina 2-1 Como-Cagliari 1-0 Legnano-Novara 1-2 Sambenedettese-Catania 0-2 Simmenthal Monza-Pro Patria 0-1 Venezia-Taranto 2-0 Verona-Modena 2-0 CLASSIFICA: Verona 14; Alessandria 13; Brescia 12; Cagliari, Catania, Venezia 11; Como 10; Messina, Parma, Taranto 9; Bari, Novara, Pro Patria, Simmenthal Monza 8; Marzotto 7; Modena, Sambenedettese 6; Legnano 2 MARCATORI 6 gol Barison (Venezia) 5 gol Tinazzi (Alessandria) 4 gol Bassetti (Verona), Bozzato (Venezia), Danova (Pro Patria), Erba (Parma), Maccacaro (Verona), Manzino (Novara), Marchetto (Marzotto) Il punto sul campionato La capolista Verona era tornata alla vittoria consolidando la vetta della classifica grazie al successo sul Modena: i veneti hanno sconfitto il Modena: di Ghiandi e rigore di Larini le marcature. Terza posizione, di classifica, per il Brescia che aveva avuto ragione in un match entusiasmante del Messina, in rimonta grazie a Gasparini e Nova. Al quarto posto c’era un terzetto di formazioni: Venezia, Catania e Cagliari con i sardi, unici sconfitti, che uscirono battuti dalla sfida di Como decisa da Gritti a un minuto dal termine. Erano state ben cinque le partite che avevano visto la formazione che giocava in trasferta vincitrice. In coda sempre più difficile è stata la situazione del Legnano superato dal Novara.