Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1956/1957
Serie B
02-12-1956 - Giornata: 10 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Simmenthal-Monza 2 - 0 (2 - 0)
RETI: 14. Manenti M.[A], 28. Vitali A.[A]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Boniardi Umberto, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Russi Franco, Castaldo Ercole, Manenti Michele, Vitali Alessandro, Tinazzi Giorgio, Morbello Egidio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
SIMMENTHAL-MONZA: Ghirardi; Copreni, De Poli; Corti, Magni, Pistorello; Borri, Borghi, Milani, Tagnin, Mattavelli. All.: Monzeglio Eraldo.

Arbitro: Annoscia Florenzo (Bari)
Note
Ammonito: Manenti [A]. Angoli: 5-6 (3-2). Spettatori: 12.000. Giornata di tiepido sole, terreno erboso ma irregolare. Inizio gara ore 14:30.

Commento
Vittoria assicurata nella prima mezz'ora FACILE PER I GRIGI BATTERE IL MONZA: 0-2 Superato il turno con il Simmenthal Monza (vittoria per 2-0), raggiunto il Verona in testa alla classifica: l’obiettivo che l’Alessandria si proponeva per la 10ª di campionato e stato indubbiamente conseguito. Sperare di più forse non era lecito, ma bisogna dire che i grigiazzurri hanno fatto del loro meglio per completare in bellezza il trionfo della giornata; se un appunto proprio vogliamo tentare agli uomini di Sperone, ecco, potremmo incolparli per il loro gioco piuttosto opaco del secondo tempo. Ma il risultato era già fissato sul 2 a 0, punteggio che dava garanzia di fronte ad un avversario che correva molto ma con poco costrutto. Del resto, mai il successo degli alessandrini è stato in pericolo: al 14’ un tiro di Manenti, bello ma non irresistibile, portava i piemontesi in vantaggio, ed al 28’ Vitali raddoppiava su manovra Manenti-Tinazzi. Mezz’ora di gioco: due reti, una superiorità tecnica indiscutibile e un avversario che non dava noia, nonostante la vena polemica dell’… alessandrino del Monza, Tagnin. C’era di che addormentarsi. E se i grigiazzurri non hanno proprio dormito, non molto hanno operato per aumentare il bottino di goals: quel vivacchiare tranquillo alla ricerca di un successo personale, qualche errore nel tiro conclusivo ed un lavoro supplementare per i difensori, impegnati a controllare le disordinate manovre dei rossi. Tutta qui la ripresa. La vera Alessandria però, la squadra cioè che punta al successo con decisa volontà, è quella del primo tempo: manovre rapide all’attacco con Manenti in funzione di suggeritore e regista, sicurezza nei settori di retroguardia per la «grinta» di Pedroni, per la generosità di Russi, per la tenacia di Boniardi. Non possiamo chiudere il discorso sulla difesa senza accennare al fatto che ieri Sperone ha dovuto rinunciare alla coppia dei terzini presenti nelle ultime partite; infortunati Bosio e Brotto, sono entrati in formazione Nardi e Boniardi, che non hanno fatto rimpiangere i due titolari in tribuna. La forza dell’Alessandria sta appunto in questo: avere tante riserve, capaci di giocare all’altezza dei compagni. È una forza che non può che dare frutti alla distanza. Il Monza non è più la fresca compagine della scorsa stagione; è in difficoltà anche «l’uomo-goal» Milani, è fuori forma Copreni, è giù di tono Borghi. Non bastano per rendere vivace il gioco dei rossi l’intelligenza di Tagnin e la generosa vena di Pistorello, o meglio non sono state sufficienti ieri, di fronte ad una Alessandria che in linea assoluta è senz’ombra di dubbio migliore. Limitiamo la cronaca ai momenti determinanti il risultato. 14’: azione Tinazzi-Morbello, con passaggio a Manenti libero a quindici metri circa dalla linea del goal; il tiro dell’interno destro alessandrino è secco, ma centrale. Ghirardi si lascia sfuggire la palla che finisce in rete. 28’: manovra veloce dell’attacco grigiazzurro. Tinazzi a Manenti, da questi a Vitali, spostato sulla destra: tiro secco diagonale del centrattacco, secondo goal per i piemontesi. 38’: lancio lungo in avanti del centromediano Magni, lancio che finisce per essere un tiro a rete; esce Stefani, che non prende il pallone, e Milani manda fuori a porta vuota. La ripresa segna un risveglio degli ospiti, ben controllati del resto dai difensori alessandrini. Manovrano con lunghi rilanci gli attaccanti piemontesi, ma sbagliano un po’ tutti i tiri conclusivi, così che il fischio finale dell’arbitro barese Annoscia chiude l’incontro sul 2 a 0. Molti applausi ai giocatori grigiazzurri, applausi per il risultato e per la raggiunta posizione d’avanguardia della classifica. Da ieri ad Alessandria non si parla che di primato e di promozione in Serie A: il sogno di molti anni sta per realizzarsi. (Giulio Accatino, «Stampa Sera», 3 dicembre 1956) La soddisfazione degli spettatori a fine partita derivava più dai due punti incasellati (che volevano dire il raggiungimento del Verona in vetta alla classifica) che non dal gioco esibito dai propri beniamini. È stata, infatti, una partita di ordinaria amministrazione che i grigi hanno vinto senza necessità di forzare e che, dopo aver segnato le due reti, hanno controllato le volenterose reazioni degli avversari, controbattendoli con trame tanto svelte e intelligenti nella fase preparatoria quanto elaborate prima nel tiro finale. L’Alessandria, oltre alla potenza scattante e robusta della sua difesa, si gioca del lavoro di accorto tamponamento e felice rilancio dei due laterali, ai quali dà spesso una mano il «tornante» Castaldo. Inoltre la dovizia di ottime riserve consente a Sperone di ovviare nel migliore dei modi alle assenze, così che oggi Nardi ha degnamente sostituito Brotto, costituendo con lo scattante Boniardi e il tempista Pedroni una valida diga al frammentario cincischiamento degli attaccanti biancorossi. I cinque dell’attacco grigio hanno giostrato nel primo tempo con palloni ficcanti e con gioco redditizio, giovandosi dell’estro e del senso di smarcamento di Vitali, dell’ottimo fraseggio tecnico di Manenti e Castaldo, dell’intraprendenza e della velocità di Morbello, al quale non giova però la vicinanza di Tinazzi, troppo accentratore del gioco anche se valido nel tackle e nel dribbling. Nella ripresa i cinque hanno rallentato parecchio il ritmo delle azioni, accontentandosi di andare a rete duettando più che con un gioco ad ampio respiro. Il Simmenthal, anche in questa partita, ha dimostrato i limiti del suo gioco. La compagine di Monzeglio ha mostrato però oggi del sano orgoglio nel reagire alla superiorità degli avversari e all’infortunio di Ghirardi che ha provocato la prima rete. I due laterali e Tagnin si sono dannati l’anima nel rilanciare la sfera in zona d’attacco, ma il quintetto di punta, nonostante i frequenti scambi di ruolo, ha imbastito un gioco lento, con fitti passaggi spesso laterali, dando così modo all’accorta difesa dei grigi di piazzarsi e chiudere inesorabilmente ogni spiraglio utile per il tiro. Pistorello, Corti, i due terzini e Tagnin si sono comunque distinti. In sostanza si può dire che la vittoria dell’Alessandria non fa una grinza, mentre, forse, non sarebbe stato immeritato per il Simmenthal il minimo degli scarti. Annoscia ha avuto il gran merito di riportare la partita nei binari della regolarità dopo i primi minuti di urti e ripicchi spigolosi. Stringiamo la cronaca alle due reti. Al 14’ il primo gol: rilancio lungo di Snidero sulla sinistra, scatta Morbello e, superato Copreni, porge a Vitali che taglia verso destra, dove Manenti, fulmineo, entra fra due difensori e tira; Ghirardi, forse accecato dal sole, respinge male e la palla si alza con effetto e rotola in rete: classico infortunio. La seconda rete: Manenti, pressato da Pistorello, smista a Vitali che da tre metri batte inesorabilmente Ghirardi. A nulla approdano le proteste dei biancorossi per un presunto fuori gioco di Castaldo. Tiepido pomeriggio di pieno sole, terreno erboso alquanto irregolare per la forte usura. Presente in tribuna l’on. Brusasca, sottosegretario allo spettacolo. Ammonito Manenti per scorrettezze. L’attacco del Simmenthal si è schierato in varie formazioni, non tenendo conto del numero sulla maglia degli atleti; nella ripresa i laterali dell’Alessandria si sono scambiati di ruolo. (Dino Moscati, «La Gazzetta dello Sport», 3 dicembre 1956) I biancorossi sono partiti velocemente all’inizio delle ostilità con entrate robuste sulla palla e sull’avversario, elettrizzando subito il gioco in sommo grado, decisi a pervenire fulmineamente al successo. Ma le loro stoccate sono apparse ben presto sfuocate ed imprecise, malgrado il prodigarsi senza soste del tecnico e stilista Tagnin, che ha dato ordine e tono alla linea attaccante. La sfuriata iniziale degli ospiti, furibonda quanto inconcludente, non ha sorpreso affatto i grigi, che l’hanno controllata esattamente anche nella loro estrema area, sventando sempre ogni pericolo incombente. Le azioni si sono così presto equilibrate e l’attacco grigio ha cominciato a snodarsi veloce e preciso all’assalto della rete di Ghirardi. I primi tiri a fil di palo hanno cominciato a sibilare rasente la roccaforte dei lombardi, capitolata una prima volta al 14’ in seguito ad un preciso allungo di Russi a Tinazzi. Questi ha indirizzato il pallone a Manenti che, sopraggiunto in corsa, ha scaraventato fortissimo in rete. Ghirardi ha tentato la respinta, ma il pallone gli è scivolato dalle mani finendo in fondo al sacco. La pressione alessandrina continua a manifestarsi insistente e nutrita in tutti i settori. Solidissima la difesa, col mobilissimo ed agile Nardi ed il possente Boniardi, inesorabile frantumatore delle orditure avversarie, ottimamente coadiuvato dal tenace Pedroni. La linea attaccante ha sviluppato trame sciolte e vivaci, che hanno richiamato a tratti il gioco classico e lineare dell’Alessandria di altri tempi, ammirevole per l’impostazione tecnica e lo sviluppo tattico attuato. Così, tra il crescente entusiasmo del fitto pubblico, i grigi pervengono alla seconda marcatura verso il 28’ di gioco, a seguito di una irresistibile azione in linea. La palla, smistata da Pedroni, perviene a Manenti che la taglia verso Vitali accorso velocissimo nel vivo della lotta. Breve schermaglia con un avversario, quindi un secco tiro che va a scuotere la rete di Ghirardi. Giornata mite, con sole, terreno erboso ma alquanto viscido per il disgelo, causa di numerosi scivoloni e cadute involontarie. Gioco maschio nei due campi, con parecchi duri scontri senza conseguenze: ammoniti alcuni giocatori. («Corriere dello Sport», 3 dicembre 1956) L'ALESSANDRIA HA SCONFITTO LA “NAZIONALE A„ (3-2) Come si prevedeva, l’Alessandria ha regolato anche il Monza, che sta attraversando un periodo di crisi culminato mercoledì scorso con la messa a riposo dell’allenatore. L’Alessandria, nella prima mezz’ora, già aveva «il fieno sulla cascina», grazie a due reti realizzate da Manenti e Vitali. Gli ospiti hanno tentato sovente di passare attraverso le file della difesa grigia, ma il compito era troppo arduo: i terzini Nardi e Boniardi, che sostituivano i titolari Brotto e Bosio, sono stati insuperabili, specialmente il secondo che ha svolto gioco preciso ed impeccabile. All’attacco si sono viste alcune «triangolazioni» (come direbbe il cav. Savojardo) di pretta marca alessandrina che hanno mandato in visibilio il pubblico e che renderanno in maggior misura quando Tinazzi si deciderà a giocare per la squadra e sarà meno individuale. Vitali ha manovrato sempre di «prima» con un altruismo encomiabile e, pur in mezzo alle maglie granata arroccate in difesa, era sempre libero in virtù delle sue scaltre doti di smarcamento. Anche Manenti si è prodigato con Morbello e Castaldo nel dare tono al gioco dei grigi. Nella ripresa non si sono avute varianti al risultato (2-0) perché era inutile tentare di «maramaldeggiare», con il pericolo di provocare sorprese. Sta di fatto che finalmente l’Alessandria non ha subito reti, e ciò denota che anche Stefani sta ritornando in auge. Con la vittoria sul Monza l’Alessandria si è affiancata al Verona a quota 15, con due punti di vantaggio sul Catania e tre sul trio formato da Venezia, Cagliari e Brescia. Indipendentemente dal risultato, la squadra alessandrina incomincia ad avere uno stabile rendimento. All’inizio del campionato si era detto, e tutti erano convinti, che il sestetto di retroguardia sarebbe stato uno dei più forti della Serie B: e dopo una fase di sbandamento iniziale, i fatti incominciano a dare ragione a chi ciò aveva sostenuto. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 7 dicembre 1956) RISULTATI: Brescia-Catania 0-1 Cagliari-Legnano 1-1 Messina-Verona 0-0 Modena-Marzotto 1-1 Novara-Bari 5-3 Parma-Venezia 0-0 Pro Patria-Sambenedettese 4-1 Taranto-Como 2-1 CLASSIFICA: Alessandria, Verona 15; Catania 13; Brescia, Cagliari, Venezia 12; Taranto 11; Como, Messina, Novara, Parma, Pro Patria 10; Bari, Marzotto, Simmenthal Monza 8; Modena 7; Sambenedettese 6; Legnano 3 MARCATORI 6 gol Barison (Venezia), Manzino (Novara) 5 gol Tinazzi (Alessandria) 4 gol Bassetti (Verona), Bozzato (Venezia), Danova (Pro Patria), Erba (Parma), Giammarinaro (Taranto), Maccacaro (Verona), Marchetto (Marzotto), Vitali A. (Alessandria) Il punto sul campionato Dopo dieci giornate disputate si era formata una coppia di squadre al comando della classifica: si era trattato di Alessandria e Verona. I veneti erano stati fermati sul pareggio, senza reti, in casa del Messina venendo cosi agguantati dall'Alessandria vittoriosa sul Monza. Alle loro spalle, distanziata di due soli punti, il Catania che era riuscita, grazie ad un guizzo di Perin ad avere la meglio sul Brescia, in trasferta: unico successo esterno di giornata. Delle tre formazioni, al quarto posto in classifica, ovvero Venezia, Cagliari e Brescia soltanto i sardi conquistarono punti grazie al pareggio casalingo con il Legnano: di Serradimigni e Caprile i due gol della sfida. Il Novara aveva battuto il Bari in una gara che ha visto otto gol totali: un risultato inconsueto per una partita interessante in novanta minuti di situazioni curiose.