Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1956/1957
Serie B
16-12-1956 - Giornata: 11 - San Benedetto del Tronto - Aldo e Dino Ballarin


Sambenedettese US - Alessandria US 1 - 1 (1 - 0)
RETI: 31. Sartori C. [Sa] , 90. aut. Dreossi C. [Sa]

Alessandria US Cuman Pacifico, Nardi Aldo, Boniardi Umberto, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Russi Franco, Castaldo Ercole, Manenti Michele, Vitali Alessandro, Tinazzi Giorgio, Morbello Egidio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
SAMBENEDETTESE US: Dreossi; Astraceli, Celio; Rosati, Marchetti, Clementoni; Barbieri, Guidazzi, Sartori, Buratti, Di Fraia. All.: Biagini Bruno Vittorio.

Arbitro: Righi Raoul (Milano)
Note
Angoli: 5-7 (3-2) oppure 6-4. Spettatori: 4.000. Giornata soleggiata. Inizio gara ore 14:30.

Commento
Un finale impossibile per un incontro che non aveva lasciato il posto ad equivoci di sorta. Raccontiamolo subito: in fondo, il «dramma» della Sambenedettese è racchiuso in questa manciata di secondi. Quarantacinquesimo della ripresa e i quattromila si preparano alla grande scena del trionfo, la Samb ha saputo mettere morso e briglie alla grande Alessandria e lotta con commovente generosità davanti allo stanco «ritorno» grigio, sollecitato da Sperone alzatosi dalla panca di centro campo. L’Alessandria ora attacca, ma il suo è un attacco senza convinzione: anche i grigi ormai sono rassegnati al peggio. Ed in fondo il peggio è la cosa più logica, la Samb ha giocato meglio, ha dettato legge per i due tempi di gioco, la vittoria le appartiene di diritto. Ultime battute di gioco, Manenti scende sulla destra e Clementoni lo ferma irregolarmente vicino alla linea di fondo. Righi è a due passi ed ordina la punizione: batte Castaldo, palla alta in area, Dreossi esce incontro al cuoio e, di pugno, manda in angolo. Ancora Castaldo di scena dalla bandierina e la palla spiove in area, Dreossi, liberissimo, esce nuovamente, ma preferisce respingere ancora di pugno invece che bloccare il facile pallone. L’impossibile accade proprio qui: i pugni tesi del bravo difensore rossoblù incocciano male la palla carica di effetto ed il cuoio schizza in fondo al sacco. Non c’è nemmeno il tempo per disperarsi. Righi guarda il suo cronometro e fischia. La partita è finita. La Samb non ha dunque vinto quest’oggi la sua partita più bella. Aveva dominato per i due tempi di gioco, si era largamente meritata il successo ed alla fine è rimasta con un pugno di mosche. Affermare tutto questo adesso sembra quasi un paradosso; se alla vigilia qualcuno avesse proposto alla Samb la divisione della posta, è più che chiaro che questa non avrebbe esitato a sottoscrivere l’impegno, ma adesso, con la partita alle spalle, non si può non pensare a quello che ha perduto la squadra di Biagini, battuta soltanto dalla più impossibile delle sfortune. La Samb, abbiamo detto, ha largamente dominato nei confronti dell’avversaria, apparsa peraltro disordinata sia in azione offensiva che difensiva. Biagini, arretrando Rosati sulla linea dei terzini ed assegnando a Guidazzi un lavoro arretrato, aveva bloccato subito la manovra dell’Alessandria; così, di fronte ad una Samb coraggiosa, piena di iniziative, la tanto temuta rivale era apparsa in difficoltà malgrado una migliore impostazione di gioco a metà campo. Giornata soleggiata, condizioni ambientali ideali. Nella Samb esordisce il centravanti Sartori, avuto in prestito dal Napoli, e nelle file alessandrine fa il suo debutto stagionale il portiere Cuman, che sostituisce il titolare Stefani, infortunato. Leggero incidente di gioco a Barbieri al 6’ della ripresa e ammonizione a Castaldo al 27’. La Samb partiva subito all’attacco al fischio d’inizio, e primo pericolo per i grigi al terzo minuto: Sartori toccava verso Barbieri, che tirava deciso a rete, la palla colpiva il braccio di Russi ma Righi non dava peso alla cosa, facendo proseguire il gioco. Sempre la Samb di scena, poi al 9’ l’Alessandria si presentava. Rimessa laterale dalla parte dei popolari e palla sui piedi di Vitali che avanzava e, dalla linea di fondo, rimetteva precisa sul centro, la palla passava fra una selva di gambe ed arrivava a Morbello, gran tiro da distanza ravvicinata e bellissimo intervento di Dreossi, che deviava in angolo con il pugno. Ancora di scena, i grigi al 13’ (azione Morbello-Vitali e gran tiro di Manenti a pelo di traversa), poi ecco la Samb tre minuti dopo con Guidazzi che lancia Sartori, ma il centravanti preferisce tirare anziché passare a Barbieri liberissimo e la palla esce sul fondo. Riprende l’Alessandria, e adesso la Samb è costretta quasi tutta in area ma l’azione dei grigi, ben impostata a metà campo, svanisce una volta giunta in area di rigore. La Samb si rifà viva al 23’ e Cuman deve neutralizzare in bello stile una bellissima rovesciata di Guidazzi. Ora la Samb punta nuovamente a rete e al 26’ soltanto un brillante intervento del portiere alessandrino salva la rete, mentre un minuto dopo Di Fraia obbliga nuovamente Cuman ad esibirsi in bello stile. Ma la rete è vicina e al 30’ arriva puntuale. Boniardi salva in angolo su Di Fraia e Barbieri s’incarica del tiro della bandierina: palla alta, testa di Pedroni e palla fuori area. Di Fraia lotta con Nardi, ha la meglio, scarta il suo avversario e infila di precisione il corridoio centrale. In fondo, c’è il debuttante Sartori, trascuratissimo da Pedroni: un rapido tocco e la palla entra in rete alla destra di Cuman. L’entusiasmo esplode sugli spalti del campo mentre l’Alessandria accusa il colpo e la Samb cerca di raddoppiare, e per poco non ci riesce a cinque minuti dalla fine, quando Barbieri fa spiovere in area verso Di Fraia lanciato a rete una palla precisa ma Cuman non sta a dormire e anticipa l’intervento dell’estrema sinistra. Ripresa, e sembra che l’Alessandria abbia idee più aggressive, ma è solo un fuoco di paglia e tutto termina dopo otto minuti, con un gran tiro di Tinazzi che obbliga Dreossi a una bellissima parata in tuffo. Riprende ad attaccare la Samb e la rete alessandrina corre seri pericoli; poi, il gioco ristagna in prevalenza a metà campo fino al 25’, quando per poco l’Alessandria, in una azione isolata, non raggiunge il pareggio con un tiro di Manenti che Rosati devia in angolo di testa a portiere battuto. Si scuote ancora la Samb e al 29’ la palla, calciata da Buratti, trova il basso ventre di Russi quando Cuman era ormai fuori causa. La gara sembra ormai avviata alla sua giusta soluzione con la Samb ancora all’attacco, benché i rossoblù accusino la fatica. Al 42’, ultimo guizzo dei locali: Di Fraia lancia verso Sartori, che restituisce subito a Di Fraia che, palla al piede, sta per entrare in area, ma sul limite Nardi lo atterra. Punizione: batte Buratti, la palla batte nella barriera e termina davanti a Guidazzi, tiro e gran parata di Cuman, che però non riesce a trattenere; Sartori scatta, ma Snidero è più veloce e salva. Ormai si sta giocando sui limiti dell’incontro. Cosa è accaduto poi, nei pochi secondi, ve lo abbiamo raccontato in apertura. Una piacevole sorpresa, la Samb di oggi. Evidentemente, il ritiro di Roseto ha giovato ed ha restituito una squadra capace di farsi valere. Buona la difesa (Dreossi non può venir giudicato sull’infortunio), la squadra ha avuto il suo punto di forza in un’ottima linea mediana dove Rosati è stato il migliore in senso assoluto. L’attacco, che si avvaleva quest’oggi del giovane Sartori, ha soddisfatto in parte ma ha peccato in fatto di decisione e di velocità in molte occasioni. Comunque, nella Samb di oggi i rossoblù sono tutti da accomunare in un grande elogio. Una citazione a parte meritano però Rosati, Clementoni, Buratti e Barbieri e il debuttante Sartori. Una delusione, l’Alessandria. Dopo la partita, Sperone non ha risparmiato le critiche nei riguardi dei suoi ragazzi ed ha voluto individuare nella «giornata no» il vero motivo dell’inconsistenza grigia. Il fatto è che la squadra piemontese è stata superata nettamente dalla Samb e che nessuno avrebbe potuto gridare allo scandalo se fosse uscita dal campo marchigiano nettamente battuta. Il miglior reparto è apparso quello centrale; forse sono stati proprio Snidero, Pedroni e Russi (quest’ultimo il migliore assoluto) a salvare la partita. L’attacco ha funzionato soltanto come individualità. Buone prove di Tinazzi e di Morbello; qualche spunto degno di nota da parte di Vitali. Ma, in verità, troppo poco per una squadra che aspira alla promozione. (Brunetto Fedi, «Stadio», 17 dicembre 1956) A meno di un minuto dalla fine, con una autorete, autentico infortunio di Dreossi, è stato regalato all’Alessandria un punto insperato e non certo meritato. Una vera strenna per la squadra grigia, un gentile dono natalizio a Sperone ed ai suoi. È raro vedere nel gioco del calcio un autogol così madornale e pure è dovuto succedere contro la Samb, tartassata sino all’inverosimile dalla sfortuna. Se si dovesse aprire una classificazione particolare per le squadre sfortunate, quella rossoblù sarebbe primatista assoluta per la magra soddisfazione dei tifosi, tra tutte le compagini partecipanti ai tanti campionati. La Sambenedettese, desiderosa di scrollarsi di dosso la cappa di piombo che attenua la sua forza reale, si era preparata con puntiglio e serietà ed aveva in campo dimostrato questo suo nuovo desiderio di riscossa, controllando con volontà ed intelligenza la forza della rivale alessandrina, bloccandone tutti i punti vitali con Astraceli e Celio, Clementoni e Rosati. E dalla forza di questo quartetto sono stati visti scombussolati tutti i piani tattici degli alessandrini. Anche Marchetti, impegnato da un guizzante Vitali, si è comportato con impulso e scelta di tempo, togliendo dalla sua area qualche pallone veramente pericoloso. La Sambenedettese, che presentava per la prima esibizione della stagione Sartori avuto in settimana dal Napoli, ha svolto anche un eccellente gioco di attacco superiore al consueto tanto che la rete segnata al 29’ da Sartori non ha dato che parzialmente la misura della superiorità rossoblù. Assai bene impostata sulla sinistra con un Di Fraia effervescente e un Buratti attivo nonostante abbondantemente fasciato in fronte per un grosso guaio capitatogli in allenamento giovedì scontro. Meno utile il gioco sulla destra ove Barbieri è stato spesso troppo isolato e poco servito. Ma questo settore tanto delicato per il perfetto funzionamento della squadra adriatica subirà probabilmente qualche variazione nel futuro. Comunque, quando l’intesa sarà raggiunta, il miglioramento già riscontrato potrà accrescersi e con molta probabilità l’ascesa verso posizioni meno preoccupanti potrà considerarsi accessibile alla formazione di Biagini. La forza dell’Alessandria non è soltanto nella linea mediana perché difesa ed attacco non scherzano e non concedono respiro. Il suo gioco è piacevole, forse un po’ troppo ragionato e non v’è spreco di energie perché tutti sono dotati di un sicuro tocco del pallone. I grigi hanno lavorato sodo in difesa (e la differenza con quella rossoblù è risultata assai sensibile), però con poco impegno per il portiere. Scattante sulla destra e più deciso sulla sinistra, al centro Pedroni ha dovuto lavorare da mulo per non correre rischi con Sartori e l’unica volta che lo ha perduto di vista per buttarsi su Di Fraia sfuggito a Nardi, la sua rete si è scossa violentemente. Una partita che doveva essere sicuro appannaggio dei rossoblù e che invece è stata scioccamente debilitata nel modo più strambo che si potesse immaginare per l’impaperamento disgraziato di Dreossi proprio entro lo spazio dell’ultimo minuto, sul quarto corner contro la Samb, mentre questa ne aveva ottenuti ben sei in suo favore. Una vera beffa della cattiva sorte. (Francesco Sciocchetti, «Corriere dello Sport», 17 dicembre 1956) In zona Cesarini, un’autorete quanto mai beffarda ha privato la volenterosa Sambenedettese di un meritato successo. Si era allo scadere del 90’ e l’Alessandria usufruiva del quinto calcio d’angolo della giornata. Castaldo, incaricato del tiro, ha inviato la sfera quasi a fil di palo. Dreossi, che non era troppo ostacolato, anziché bloccare il tiro ha preferito la respinta di pugno. Il difettoso intervento sospingeva, fra l’agghiacciamento generale, il pallone in rete. La palla è tornata al centro, ancora un tocco ed era la fine di una partita giocata magistralmente da una bella Alessandria e volenterosamente, con spunti di bravura, dagli sfortunati marchigiani. La rete-beffa è il compendio della sfortuna, che perseguita la squadra fin dall’inizio del campionato. Era questa per la Sambenedettese una partita cruciale. Le due sconfitte interne, la crisi già in atto, avevano decimato crudelmente molte speranze rossoblù, ma gli sportivi speravano ancora. Ecco l’Alessandria, e le speranze marchigiane hanno sofferto un altro duro colpo. La presenza del nuovo centravanti Sartori (buona la sua prova), l’abnegazione di ogni singolo giocatore, la bravura di un Buratti menomato da una ferita sopracciliare e la stessa prontezza di Dreossi avevano fatto sperare nella vittoria. Quando all’Alessandria, essa mostra il suo gioco attraverso una sicurezza di tenuta ed un dinamismo formidabili. Ottima a centro campo, forse troppe ricercatezze in area. Fra le sue file sono emersi Russi e Snidero, in verità poco infastiditi, nonché Castaldo e Vitali, mobilissimi. L’ospite ha forse superato l’avversario sul rimo, sull’anticipo, non certo sulla volontà. Già al 6’ Dreossi si fa applaudire con una difficile deviazione in corner su tiro ravvicinato di Morbello. Al 23’ era invece Cuman, che tocca un insidioso pallone che Guidazzi aveva spedito verso rete con una stupenda rovesciata. Al 31’ è il gol sospirato. Barbieri batte il calcio d’angolo, Nardi respinge debolmente dando modo a Di Fraia di impossessarsi della palla: pronto passaggio a Sartori e Cuman è battuto. La Sambenedettese non ha quindi fatto gioco ostruzionistico: ha tenuto solo le mezzali arretrate non mancando di far correre pericoli all’ospite, come al 26’ della ripresa, quando Russi fortunatamente respingeva un tiro di Buratti a portiere battuto; al 34’ Barbieri colpiva la traversa. (Antonio Pandolfi, «La Gazzetta dello Sport», 17 dicembre 1956) Opposta alla Sambenedettese penultima in classifica, l’Alessandria capolista di Serie B ha rischiato la sconfitta ed è riuscita ad acciuffare fortunosamente il pareggio soltanto allo scadere dei novanta minuti, in seguito ad una maldestra deviazione del portiere marchigiano Dreossi su calcio d’angolo battuto da Castaldo. I rossoblù adriatici hanno gettato nella lotta tutto il loro entusiasmo e sono riusciti a cogliere di sorpresa gli avversari, mantenendo a lungo la iniziativa nel primo tempo. L’Alessandria ha messo in luce la sua stupenda impostazione tecnica ed ha chiarito che essa merita pienamente il posto che occupa. Tuttavia, essa non è riuscita a contenere la veemente offensiva dello scatenato quintetto di punta della Sambenedettese ove Di Fraia ed il debuttante Sartori hanno recitato la parte dei migliori. La solidissima mediana grigia ha tenuto in piedi l’impalcatura della squadra nell’imperversante assalto dei rossoblù, ma non ha potuto evitare che la matricola marchigiana si portasse in vantaggio al 30’ del primo tempo. L’inizio del gioco era stato favorevole ai piemontesi che al 4’ avevano impegnato Dreossi su azione di Castaldo e Morbello conclusa da Vitali ed al 5’ avevano costretto il portiere rossoblù ad un miracoloso salvataggio in angolo su tiro di Morbello. Però alla mezz’ora un calcio d’angolo costringeva l’Alessandria a capitolare: sul tiro dalla bandierina il pallone giungeva a Guidazzi che intelligentemente deviava sulla destra a Sartori il quale scattava e realizzava in modo impeccabile. Trovatasi in vantaggio, la Sambenedettese presidiò con il massimo impegno e con grande generosità anche nella ripresa l’insperata vittoria, mentre l’Alessandria premeva caparbiamente alla ricerca del pareggio. Gli sforzi degli alessandrini sembravano tuttavia destinati a fallire poiché la fine della partita si avvicinava sempre più ma, proprio quando la lancetta del cronometro stava per concludere il suo ultimo giro, ancora un calcio d’angolo permetteva alla capolista di conseguire in extremis il pareggio: il pallone, battuto dalla bandierina da Castaldo, giungeva a mezza altezza al centro dell’area di rigore ed il portiere Dreossi, nell’ansia di respingere, sbagliava l’intervento e deviava nettamente di pugno la sfera nella propria rete. Questo autogoal al 90’ è stato una beffa per la coraggiosa squadra di San Benedetto, la cui sorprendente prestazione sarebbe stata meritevole del successo pieno. Tutti i giocatori marchigiani meritano un elogio incondizionato, mentre nelle file dell’Alessandria, i tre mediani ed il centrattacco Vitali sono stati i migliori. (P.M., «Stampa Sera», 17 dicembre 1956) La partita di San Benedetto del Tronto si è chiusa con un pareggio piuttosto fortunoso per i grigi, dal che si può dedurre che l’Alessandria ha trovato l’annata buona e può guardare con fiducia all’avvenire. Ad una ottima prestazione della retroguardia, ha fatto riscontro un incerto comportamento del reparto di punta e gli elementi che avrebbero dovuto essere gli stoccatori, i «goleadores», si sono perduti in infiniti inutili palleggi. La mancata vittoria dei grigi a San Benedetto trova l’Alessandria appaiata al Verona in testa alla classifica. Ottimo l’esordio di Cuman, che si è distinto in temerarie parate. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 22 dicembre 1956) RISULTATI: Bari-Como 1-0 Cagliari-Brescia 1-0 Catania-Verona 1-1 (giocata il 9 dicembre 1956) Legnano-Taranto 2-1 Marzotto-Venezia 1-2 Messina-Parma 2-2 Pro Patria-Novara 2-2 Simmenthal Monza-Modena 2-0 CLASSIFICA: Alessandria, Verona 16; Cagliari, Catania, Venezia 14; Brescia 12; Messina, Novara, Parma, Pro Patria, Taranto 11; Bari, Como, Simmenthal Monza 10; Marzotto 8; Modena, Sambenedettese 7; Legnano 5. MARCATORI: 6 reti: Marchetto (Marzotto), Manzino (Novara), Barison (Venezia), 5 reti: Tinazzi (Alessandria), Erba (Parma) Bozzato (Venezia), 4 reti: Vitali (Alessandria), Caprile (Legnano), Danova (Pro Patria), Gianmarinaro (Taranto), Bassetti, Maccacaro (Verona). Il punto sul campionato Verona ed Alessandria proseguono di conserva pareggiando i rispettivi incontri esterni per 1-1, ma alle loro spalle Venezia, Catania e Cagliari restano in agguato; a parte il Catania (ha giocato con il Verona), le altre due hanno vinto rosicchiando così un punto alla coppia di testa. Bella partita a Busto Arsizio tra i tigrotti ed il Novara: buon gioco per tutto il tempo e quattro gol per un piacevole pomeriggio di calcio. Il fresco e baldanzoso Legnano ha avuto ragione del Taranto; passati in vantaggio in apertura d’incontro hanno subito il pareggio ad inizio ripresa ma senza perdersi d’animo sono riusciti a segnare il secondo punto quando mancava mezz’ora alla fine. Questo punto guadagnato dai lilla serve per ridurre le distanze da Modena e Marzotto che sono rimaste a bocca asciutta.