Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1956/1957
Serie B
23-12-1956 - Giornata: 12 - Venezia - Pierluigi Penzo


Venezia AC - Alessandria US 2 - 0 (0 - 0)
RETI: 66. Bozzato G. [Ve] , 85. Danieli D. [Ve]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Boniardi Umberto, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Russi Franco, Castaldo Ercole, Castelli Giulio, Tinazzi Giorgio, Pratesi Enrico, Morbello Egidio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
Venezia: Bertossi; Tresoldi, Miolli; Tesconi, Carminati, Molinari; Danieli, Bozzato, Calegari, Mion, Barison. All.: Quario Carlo Alberto.

Arbitro: De Gregorio Aroldo (Legnano)
Note
Espulsi: 71’ Carminati [V] e Pedroni [A]. Ammoniti: Mion [V], Snidero [A], Pratesi [A]. Angoli: 4-3 (2-1) oppure 4-4 (2-1). Spettatori: 10.000. Giornata grigia, terreno leggermente pesante e sdrucciolevole. Inizio gara ore 14:30.

Commento
Pomeriggio grigio sulla laguna e terreno ammollato dalla pioggia del sabato. Diecimila e forse più gli spettatori a far da degna cornice al big match. Ammonizioni in serie e doppia espulsione al 26’ della ripresa. Gli ammoniti sono stati Mion (fallo su Castaldo), Snidero (fallo su Mion) e Pratesi (ostruzionismo) nel primo tempo. Gli espulsi, Pedroni e Carminati, rei di essere intervenuti minacciosi e polemici nella mischia a centro campo conseguente al fallaccio di Barison ai danni di Snidero, il quale un minuto prima aveva colpito con un calcio Mion. Rete annullata all’Alessandria al 18’ del primo tempo per fuorigioco di Pratesi; idem al Venezia al 44’ della ripresa per presunto fallo di Bozzato su Boniardi. Quando nella ripresa il ritmo cominciò a far da freno inesorabile per gli uomini del centro campo alessandrino, salì in cattedra Mion, che comandò a bacchetta l’arrembaggio. Allora il Venezia galvanizzato macinò un gioco massiccio, costrinse le retrovie grigie al forcing, infilò Stefani e creò mille brividi per Stefani e i suoi, che a malapena riuscirono – e non sempre in maniera ortodossa – a salvare la faccia. Dopo il gol, i nervi saltarono del tutto e si arrivò in fretta all’episodio che le note vi hanno anticipato: Mion sgambettato da Snidero, quindi colpito al viso dai bulloni; Barison che fa sommaria giustizia, mettendo giù a sua volta l’alessandrino; mischia paurosa a centro campo, con i due mediocentri che arrivano zompando e rimediano l’espulsione. Servì certamente il provvedimento di De Gregorio a buttar acqua sul fuoco che da tempo covava in campo e si poté arrivare alla fine in tutta tranquillità. Ché, a dire il vero, fino al 26’ della ripresa, di falli, di ripicchi, di colpi astuti ne avevamo annotati parecchi sul nostro taccuino. Fatta la premessa che serve a darvi un’idea approssimativa del clima elettrico portato a Sant’Elena in questa antivigilia natalizia, torniamo a parlarvi della partita, del suo risultato che premia con pieno diritto il Venezia e che mette davvero alla sferza le ambizioni dell’Alessandria, deludente la sua parte ed evidentemente provata in talune pedine-cardine del suo schieramento. La compagine neroverde, che pure nel primo tempo aveva marcato una chiara quanto sterile supremazia (ma qui l’Alessandria seppe difendersi con calma e portare a sua volta qualche pericolosa puntata in contropiede), superato il periodo iniziale di marca alessandrina, dettò legge in campo, sia per velocità e fluidità di schemi sia per pericolosità di azioni. Mion, si è detto, ordinò l’arrembaggio da quel corsaro di razza qual è, e Molinari, Tesconi, Danieli e Bozzato non si fecero pregare due volte, costringendo alla lunga la filibusta alessandrina ad ammainare bandiera. Poi arrivò la doppia espulsione e peggiorarono le cose in campo alessandrino, dove il «vecio» Pedroni era stato fino a quel momento, unitamente al grandioso Nardi, fra i più validi pilastri delle retrovie piemontesi. Perso Pedroni, spostato Boniardi a guardar Calegari, retrocesso Pratesi a laterale, la squadra grigia si disunì e più evidente apparve il dominio degli uomini di Quario che venivan sotto come furie scatenate e che al 40’ riuscivano ancora una volta a battere Stefani così come vi riuscirono al 44’ con una rete genuina che purtroppo De Gregorio annullava, riscontrando irregolarità nell’azione dell’attaccante. L’Alessandria nel complesso è mancata alla sua funzione di squadra-guida, di squadra che un gioco deve imporre se vuol cullare sogni di gloria. Una squadra eccessivamente senza effettive possibilità di sfruttare il contropiede che si prefigge con la sua disposizione mancando di autentiche pedine scattanti e oltre tutto deboluccia nei laterali, chiaramente fuori fase, e tutt’altro che valida in Castelli, pedina di fresco innesto ma di vivacità e ritmo perduti. Qualche sgroppata di Morbello, qualche guizzo di Castaldo (facilitato dalla scarsa tenuta di Miolli), qualche timido tentativo di sfondamento di Tinazzi; il resto è tritume, gioco da quattro soldi. In campo veneziano invece le note ormai conosciute. Ritmo da squadra preparata a dovere, impostazione di schemi ad hoc per pedine idonee e se Barison ha trovato oggi l’implacabile guardiano (Nardi), non è mancato con ciò all’appuntamento ed ha costituito sempre punta pericolosissima in un attacco che, sotto la intelligente regia di Mion, sotto il costante appoggio del guizzante Danieli e del gran lavoro di sfondamento e di disturbo di Bozzato e Calegari, ha sciorinato nella ripresa azioni in continuità. Ottima la linea mediana, poi, sia in Molinari sia in Tesconi, fresco reduce quest’ultimo da un attacco influenzale che fino a stamattina metteva in forse la sua presenza in campo. Insomma, una vittoria legittima di una squadra che attualmente viaggia col vento in poppa, che sorprende ma spiega con l’eloquenza del suo gioco i risultati che riesce ad ottenere. E passiamo in fretta alla cronaca. Primo tempo in bianco con un gol annullato ai grigi e con molte occasioni d’oro buttate via dai veneziani. Al 3’ un’indecisione fra Boniardi e Pedroni, un tocco sotto misura del primo al portiere, una palla-gol messa sui piedi di Bozzato che gira proprio addosso a Stefani. Al 5’ «mani» di Nardi al limite; parabola di Barison e palla che va sopra la traversa di un niente. Il che ripete Bozzato un minuto appresso. Al 10’ si vede l’Alessandria in manovra: azione di Castaldo, palla centrata da fondo campo; esce Bertossi ma a terra perde la palla proprio sui piedi di castelli; fa carambola la sfera sul portiere lungo e disteso, sicché arriva Carminati e sventaglia lontano. Al 18’ azione Morbello-Tinazzi in triangolazione; magnifico il tiro dell’ala, angolatissimo; la palla ha ormai battuto Bertossi e forse si avvia implacabile in rete senonché Pratesi – in fuori gioco di posizione – vuole entrare a dare il colpo di grazia: l’arbitro annulla e nessuno protesta! I grigi invertono i laterali attorno al 20’. Al 25’ è bello il lancio rasoterra di Danieli verso Barison; altrettanto pratica risulta la diagonale dell’ala che Stefani devia e Boniardi mette sul fondo. Al 27’ rimessa «alla Nyers» di Barison a fondo campo. Pedroni, Snidero, Danieli mancano tutti la palla che viaggia verso Calegari; entra Nardi a salvare! Note valide non ce ne sono più fino alla fine del tempo. Ripresa coi grigi che sembrano scatenati. Prova Tinazzi da lontano (1’): facile per Bertossi. Al 5’ è Nardi che commette fallo su Barison; batte Bozzato, Russi mette in corner; la punizione è ancora di Bozzato e Stefani, uscendo alla diavola, neutralizza. Al 12’ Calegari lancia alla perfezione Barison; Nardi è fatto fuori, ma sul tiro esce sicuro e spericolato Stefani. Corsari neroverdi all’arrembaggio! Mion è il re del centrocampo, Danieli il pericolo pubblico per Boniardi. Al 14’ Bozzato va via sulla sinistra, crossa a Danieli che stoppa su Mion; gran girata che esce di poco sulla sinistra di Stefani. Mischia paurosa al 17’: centra Danieli, tira Mion, respinge Nardi, tira Barison, ancora respinge chissà chi, manca l’aggancio Mion e sfuma il gol che pareva maturo. Pedroni mette giù Calegari, Russi fa altrettanto con Danieli, Nardi cintura con… affetto Barison lanciato verso il gol (De Gregorio, forse coperto, non s’accorge di nulla). Viene il gol al 21’. Lunga rimessa laterale di Barison, entro l’area; rovescia Calegari, aggancia Bozzato fra la confusione della difesa grigia e mette in fondo alla rete. Scontro massiccio Mion-Snidero, scintilla per quel putiferio che s’è detto. Molinari nel Venezia diventa mediocentro, Mion retrocede un pochetto e fa il mediano autentico. Insiste il Venezia. Al 39’ va via Bozzato a Nardi, tocca a Danieli che è solo davanti a Stefani; la palla calciata in fretta attraversa la luce della porta e va quasi sulla bandierina del corner. Un minuto e il Venezia raddoppia. Bozzato cava la palla a trequarti campo, tutto spostato a destra; lancio ficcante su Danieli in sorniona posizione di interno; libero il giovinotto va a rete tranquillo e stavolta non fa cilecca. C’è ancora un gran tiro di Barison (parato a fatica), un tiro di Morbello (pure parato), quindi il terzo gol, regolare ma annullato. È Boniardi che commette fallo sull’autore del gol, Bozzato, lanciato da Barison. Ma De Gregorio, che pur ha arbitrato degnamente, non vuole il voto più bello della pagella. È finita. (Angelo Ponti, «La Gazzetta dello Sport», 24 dicembre 1956) IL RITMO VELOCE DEL VENEZIA PIEGA L'ALESSANDRIA: 2-0 Esordio di Castelli e Pratesi - Due giocatori sono stati espulsi Contro un vivacissimo Venezia lanciato con ferma volontà di ricerca dell’affermazione clamorosa che gli permette di inserirsi tra le grandi del campionato, l’Alessandria ha dovuto abbassare bandiera con il punteggio di 2 a 0. Lo squadrone grigio nel primo tempo aveva retto bene il confronto con lo scatenato avversario, mascherando con sufficiente disinvoltura la incompletezza dei ranghi. Nella ripresa invece il ritmo impossibile mantenuto dai velocissimi veneziani ha costretto la difesa piemontese a respingere affannosamente un’insidia che si faceva sempre più pressante. Un errore ha dato via libera al centrattacco neroverde Calegari per segnare il primo goal e a questo punto la partita praticamente si è chiusa, anche se sono venuti ancora episodi emozionanti come le espulsioni di Carminati e Pedroni e il secondo goal del Venezia. Questo sintetico quadro della gara dovrebbe essere sufficiente per far capire che sulla legittimità del successo dei ragazzi di Quario non vi possono essere dubbi. I neroverdi hanno vinto meritatamente per la loro indiscutibile superiorità atletica. La più raffinata impostazione tecnica dell’Alessandria a nulla è servita contro avversari sempre primi sulla palla, sempre proiettati contro la difesa grigia con una foga incredibile. Dato al Venezia il riconoscimento che merita, si può ora ascoltare la campana alessandrina. Ai grigi non mancano naturalmente quelle attenuanti che, pur non giustificando la sconfitta, ne spiegano in parte la causa. La duplice assenza di Manenti e Vitali è stata un colpo troppo duro per la funzionalità dell’attacco piemontese. Nonostante questo handicap non trascurabile, la compagine grigia aveva risposto con autorità alla fulminea partenza dei neroverdi e dopo diciotto minuti di gioco alterno era riuscita a portarsi in vantaggio con una bella azione di Morbello conclusa da Pratesi, ma l’arbitro De Gregorio, un direttore di gara forse non all’altezza di una partita tanto importante, annullò il punto per fuorigioco. Secondo gli alessandrini un’involontaria deviazione del terzino veneziano Tresoldi avrebbe automaticamente rimesso in gioco Pratesi, ma De Gregorio non ha dato ascolto alle proteste. In breve, la cronaca. Tempo coperto e freddo. Campo pesante. Diecimila spettatori circa. Il Venezia parte di scatto al fischio di De Gregorio e già al 3’ Bozzato sfrutta un malinteso tra Russi e Boniardi ma tira sul portiere. Al 5’ una punizione dal limite del «nazionale» Barison sfiora la traversa ma all’11’ il portiere veneziano corre un grosso rischio per una parata difettosa su centro di Castaldo: Tinazzi però tira su Bertossi a terra. Al 18’ dopo un’altra occasione perduta dal neroverde Bozzato, il grigio Pratesi segna riprendendo un tiro di Morbello deviato, a quanto sembra, da Tresoldi, ma l’arbitro annulla per fuorigioco. Nella ripresa l’Alessandria si porta all’offensiva impegnando Bertossi al 4’ con Castaldo, ma il Venezia, dotato di un’incredibile riserva di energia, ben presto riprende il suo vertiginoso assalto e i grigi sono costretti a ripiegare e a difendersi con molto affanno. Al 21’ l’Alessandria capitola: Nardi, anziché passare a Stefani, devia il pallone a lato, Barison esegue una rimessa in gioco di spettacolosa potenza che fa giungere il pallone nel bel mezzo dell’area di rigore, Pedroni salta per respingere di testa, ma manca l’intervento e la palla finisce a Bozzato che da tre metri la scaglia in rete. A questo punto la partita si fa cattiva. Non è possibile capire chi abbia acceso la scintilla delle scorrettezze, ma è certo che se i grigi entrano sul pallone con estrema decisione, le reazioni dei veneziani sono di violenza raddoppiata. Al 26’ Snidero reagisce da terra con una pedata a una violenta carica di Mion, ma subito dopo Barison vendica il compagno falciando rabbiosamente il numero 4 alessandrino. Nella confusione che succede in campo, per l’arbitro non è facile individuare i veri colpevoli, ma poiché un provvedimento disciplinare si impone, Pedroni e Carminati raggiungono gli spogliatoi con venti minuti di anticipo. A squadre ridotte in dieci, gli spiriti si calmano abbastanza. Ma l’Alessandria, senza il suo capitano (che fino a quel momento era stato il migliore fra i grigi assieme a Russi, Stefani e Morbello), non ha più il coraggio e la forza di reagire. Il Venezia invece ha ancora energie da vendere. Segna nuovamente al 40’ su azione Barison-Calegari-Danieli-Bozzato conclusa imparabilmente da Danieli e realizza ancora con Bozzato al 45’, ma l’arbitro annulla per un fallo su Boniardi. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 24 dicembre 1956) Ancora una volta una grande partita ha trovato nell’importanza del risultato un ostacolo troppo alto per il gioco e quello che l’incontro non ha potuto offrire dal lato spettacolare non può essere rimpiazzato dalla emotività delle azioni, che per tutto l’arco dei 90 minuti ha tenuto avvinta la folla. Il Venezia ha vinto. Ha confermato in pieno di essere una entità ragguardevole, soprattutto per sapere sfruttare ogni pur piccola possibilità con profitto; ha ribadito che il posto occupato in graduatoria le spetta, dal diritto che gli deriva da una razionalissima concezione del gioco, di esprimere senza fronzoli e ricercatezza la forza di ogni atleta. L’Alessandria di oggi era un avversario molto duro, sceso sul terreno di Sant’Elena deciso a tornare con almeno il nulla di fatto e lo schieramento prudente, anche se non si può chiamare chiuso, dimostrava queste intenzioni. La base prima della vittoria veneziana è ancora una volta da ricercare nella linea mediana. Il lavoro di Molinari, veramente splendido per tutta la gara, e di Tesconi (anche se denunciante qualche alto e basso, dovuto alle precarie condizioni di salute nelle quali era sceso sul terreno) ha sorretto con continuità i cinque avanti, fornendo un susseguirsi di spunti, che a lungo andare dovevano riuscire a fiaccare la resistenza della retroguardia grigia. A coadiuvare i due mediani laterali ci si è trovato, poi, alcune volte, Mion: con scarso profitto nel primo tempo, fornendo un apporto decisivo nella ripresa, soprattutto quando, dopo l’espulsione di Carminati e la rete di Bozzato, il Venezia ha preferito rinchiudersi in difesa. Barison si è prodigato nelle sue lunghe sgroppate, dando però a vedere come preferisca avere davanti a sé molto terreno e non un’area sovraffollata. Meritevole la prova di Danieli, che sa sfruttare appieno la sua velocità. Bozzato si è lasciato sfuggire alcune occasioni molto importanti nell’economia del risultato, ma ha saputo compensare queste incertezze con un rendimento ottimo. In difesa, la buona nuova la reca Miolli, che al suo debutto non ha fatto rimpiangere il capitano Fragni. Accanto a lui, il reparto ha dimostrato la consueta sicurezza, in ispecial modo negli scambi e nel troncare con decisione situazioni scabrose. L’Alessandria ha giocato poco. Il suo è stato un continuo interferire nella manovra veneziana, spesso con successo, ma senza portare nulla di positivo. È emersa la solidità di una retroguardia imperniata sul preciso, ma troppo rude Pedroni, bene affiancato da due sicuri terzini. Però la linea mediana si è annullata in un continuo lavoro di sutura e il più delle volte anche le mezze ali, richiamate indietro, davano man forte alla difesa. L’attacco (in cui esordivano Castelli e Pratesi), spesso privo degli uomini di raccordo e sempre abbandonato a se stesso, non ha, quindi, fatto vedere che qualche guizzo isolato, impostato sulla fuga singola, non sospinto da un gioco costruttivo alle spalle. Morbello e Castaldo, forse proprio per la funzione che loro riserva il posto di ala, sono apparsi i più intraprendenti. Veramente bella la prova di Stefani tra i pali: il ritorno dell’ottimo portiere non poteva avvenire in modo più soddisfacente: sicuro nella presa e con un colpo d’occhio formidabile, ha saputo abilmente districare situazioni imbarazzanti. Le due squadre iniziano con prudenza, poi al 3’, sui piedi di Bozzato viene deposta una palla d’oro: Boniardi passa troppo lentamente al portiere e permette alla mezz’ala veneziana di entrare in possesso della sfera e centrare, ma il piccolo lagunare sciupa con un tiro debole sul guardiano in uscita. Al 25’ scambio Bozzato-Barison e Stefani deve volare per allontanare il bolide dell’ala sinistra. È ancora il Venezia all’attacco: un tiro di Barison al 28’, un altro di Danieli al 29’, poi il gioco ristagna e incomincia ad affiorare la durezza, che il fischio del riposo tronca, però, sul nascere. I primi minuti della ripresa mostrano quel poco che si è visto dell’Alessandria: un tiro di Tinazzi al 1’, uno di Castaldo al 4’ dopo una pericolosa mischia in area neroverde. Si tratta, però, di un fuoco di paglia e i veneziani riprendono ad assediare i grigi: all’11’ Stefani deve uscire su un perfetto cross di Barison. Al 14’ Mion, al volo tira fuori. Al 16’ schiera dei difensori respinge due tiri consecutivi di Mion e Barison e al 20’ giunge la prima rete. L’ala sinistra neroverde esegue un fallo laterale; la palla rimbalza sulla schiena di Calegari e giunge davanti ai piedi di Bozzato, che da pochi passi insacca. Il nervosismo dilaga, poi, sul terreno: ne fanno le spese Pedroni e Carminati, espulsi per reiterate proteste al 27’. Tutto si svolge in un’atmosfera confusa e di irregolarità. Al 39’ Danieli sciupa un’ottima occasione, ma si rifà al 40’ quando, su passaggio di Tresoldi, mette al sicuro il risultato con un preciso e fortissimo pallone. Al 44’ il Venezia poteva fare tre, ma Bozzato, che aveva marcato la rete, si trovava per l’arbitro in posizione non perfetta. Sarebbe stato forse troppo… (Alberto Minazzi, «Corriere dello Sport», 24 dicembre 1956) LA SECCA SCONFITTA DEI GRIGI A VENEZIA Domani il Taranto al Moccagatta Il Venezia ha messo un… bastone nelle ruote dell’Alessandria proprio quando ai grigi occorreva raggiungere una affermazione per fermare la marcia di una contendente alla promozione. Sperone era ricorso all’innesto di Castelli nel ruolo di interno destro, affidando a Tinazzi il comando del quintetto: purtroppo entrambi i giocatori sono mancati alla prova, rendendo sterile il gioco del reparto avanzato. Morbello, ottimamente servito da Pratesi, è stato il migliore dell’attacco. C’è da rilevare infine che un arbitraggio piuttosto discutibile ha falsato l’andamento della partita. È stato, quello di Venezia, un incontro piuttosto mediocre, dovuto alla cattiva giornata di alcuni elementi: però tutti si sono impegnati nei limiti del possibile per evitare la sconfitta. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 29 dicembre 1956) RISULTATI: Catania-Parma 2-1 Como-Messina 1-0 Legnano-Bari 0-0 Novara-Modena 5-1 Sambenedettese-Cagliari 0-0 Simmenthal Monza-Brescia 1-4 Taranto-Pro Patria 0-0 Verona-Marzotto 1-1 CLASSIFICA: Verona 17; Alessandria, Catania, Venezia 16; Cagliari 15; Brescia 14; Novara 13; Como, Pro Patria, Taranto 12; Bari, Messina, Parma 11; Simmenthal Monza 10; Marzotto 9; Sambenedettese 8; Modena 7; Legnano 6 MARCATORI 8 gol Manzino (Novara) 7 gol Barison (Venezia) 6 gol Bozzato (Venezia), Marchetto (Marzotto) 5 gol Erba (Parma), Tinazzi (Alessandria) Il punto sul campionato La dodicesima giornata era stata caratterizzata dal ritorno in vetta alla classifica del Verona, nonostante il pareggio nel match con il Marzotto: vantaggio ospite con Marchetto e pareggio di Galassini, dopo due minuti. Al secondo posto, staccate di un punto, in coabitazione Venezia e Catania: i ligunari avevano sconfitto l’Alessandria mentre i siciliani avevano avuto la meglio sul Parma: di Origi e Bicili i gol siglati dalla squadra che giocava in casa. Quinta posizione a 15 punti per il Cagliari: i sardi erano stati fermati sullo 0-0 dalla Sambenedettese. Ampia e convincente vittoria ottenuta dal Brescia sul campo del Monza.