Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1956/1957
Serie B
30-12-1956 - Giornata: 13 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Taranto AS 3 - 1 (1 - 0)
RETI: 5. Morbello E.[A], 64. Castaldo E.[A], 90. Vitali A.[A] 49. Ferrarese A. [Ta]

Alessandria US Cuman Pacifico, Nardi Aldo, Boniardi Umberto, Traverso (I) Luigi, Pedroni Franco, Russi Franco, Castaldo Ercole, Pratesi Enrico, Vitali Alessandro, Tinazzi Giorgio, Morbello Egidio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
Taranto: Malacari; Tagliamento, Pellegrini G.; Castignani, Manzella, De Bellis; Mari, Giammarinaro, Darin, Pellegrini F., Ferrarese. All.: Perazzolo Mario.

Arbitro: Adami Giuseppe (Roma)
Note
Angoli: 9-4 (1-4). Spettatori: 4.000. Giornata rigida e nuvolosa, terreno ghiacciato. Inizio gara ore 14:30.

Commento
I grigi soli al secondo posto del torneo di Serie B GLI ATTACCHI DELL'ALESSANDRIA SUPERANO LA DIFESA DEL TARANTO: 3-1 Nel calcio conta solo il risultato: il gioco, le manovre d’attacco servono per creare le premesse dei goals; se però questi vengono anche senza accademia ben poco si può obiettare in sede di commento. L’Alessandria ha battuto ieri il Taranto per 3 a 1 e se è vero che i piemontesi non hanno giocato molto bene, è altrettanto vero che gli avversari hanno operato peggio, se non altro rinunciando per concetto tattico all’azione offensiva, chiudendosi in un «catenaccio» che può essere considerato la negazione del gioco. Del resto, è opportuno premettere che non era facile operare su quel terreno reso insidioso da una spessa lastra di terra ghiacciata; era già encomiabile impresa restare in piedi. Figurarsi dover manovrare in triangolazioni ed in spunti di velocità, il tutto contro avversari disposti – per ordini ricevuti – alla difesa ad oltranza. Forse pretendere il bel gioco era volere l’impossibile ed è anche per questo che la vittoria dell’Alessandria deve considerarsi meritata. Al fischio d’inizio dell’arbitro romano Adami i tarantini presentano subito le loro intenzioni di salvaguardare lo 0 a 0: il mediano sinistro De Bellis passa a controllare il centravanti Vitali, Pellegrino, mezz’ala di ruolo, si mette sulle orme di Pratesi ed il centromediano Manzella assume la guardia dell’intero settore, piantandosi a pochi metri dal portiere. La impressione iniziale di difesa arcigna cade subito però. C’è molta improvvisazione nel mettere in pratica le mansioni dettate negli spogliatoi: l’uomo superato non ricupera che in ritardo, Tagliamento non può governare Morbello, che per lui è troppo veloce, mentre De Bellis, cattivello ma fisicamente esile, trova difficoltà negli urti con Pratesi, assai lento ma deciso negli scontri. Ed infatti il «catenaccio» del Taranto salta dopo appena 6 minuti: punizione tirata da Castaldo, respinge De Bellis, ma si tratta di una respinta corta che Pratesi può sfruttare con un cross rapido verso sinistra. Il portiere si getta in tuffo, ma fallisce la presa e Morbello manda la palla in goal. Alessandria 1, Taranto 0. Assisteremo ad una «vendemmia» alessandrina? Le premesse per una vittoria a largo punteggio esistevano: notevole differenza di possibilità nelle due squadre, l’impianto difensivo dei pugliesi facilmente superabile e lo slancio dei piemontesi, che parevano sulla strada per riscattare gli insuccessi di San Benedetto e di Venezia. Invece accade tutto l’opposto: gli ospiti continuano a… difendere la sconfitta, alcuni alessandrini (Morbello e Pratesi a turno) sbagliano occasioni facili, mentre si fanno vivaci gli attaccanti rossoblù, fra i quali fa spicco per intraprendenza e decisione l’ala sinistra Ferrarese. Non è un gioco bello quello dei tarantini, si tratta di manovre improvvisate che cercano sempre il solito Ferrarese per la stoccata finale. E l’estrema pugliese fallisce in due occasioni consecutive il pareggio, una volta calciando alto e subito dopo permettendo a Cuman in uscita disperata di «toccare» con un piede in calcio d’angolo. Su questi due episodi al chiude il primo tempo, che nulla ha detto di importante se non che alcuni alessandrini sono piuttosto lontani dal loro miglior grado di forma (Nardi, Traverso e Pratesi) e che il Taranto vuole difendersi a tutti i costi quasi come se il risultato non interessasse. La situazione di equilibrio è raggiunta al 5’ della ripresa: scambio in velocità Ferrarese-Darin, l’ala sinistra sfugge a Nardi e segna il pareggio. Reagisce l’Alessandria, reagisce con vigore ma con poca tecnica. I rossoblù si chiudono ancora più strettamente in difesa, permettendo così un vero assalto alla rete di Malacari; succedono mischie, il portiere degli ospiti ha modo di esibirsi in un paio d’interventi veramente difficili, ma la seconda rete dei grigiazzurri non tarda a venire: sono più di dieci i giocatori delle opposte fazioni rinserrati nel breve spazio di tre o quattro metri quadrati, e tutti prendono parte all’azione. Nella mischia Castaldo azzecca il tiro del goal. Gli ospiti reclamano una presunta irregolarità, ma l’arbitro dice che tutto è a posto e l’Alessandria torna in vantaggio (19’). La partita è praticamente finita; attaccano ancora i piemontesi, mentre i tarantini reagiscono sempre con minor vigore; non c’è più slancio né ordine in queste manovre, si corre con volontà, si abbozzano azioni, ma la fatica fa velo alle intenzioni e tutto finisce nel nulla. Ad un minuto dal termine Vitali ha un’impennata di classe: supera Manzella e De Bellis e di destro manda in rete un pallone carico d’effetto. Un bel goal veramente, uno spunto d’estro dopo tanto grigiore (44’). Non c’è neppure il tempo di portare la palla al centro che l’arbitro fischia la fine, con gli alessandrini felici per la vittoria e con i pugliesi mortificati per il grave insuccesso. Meritati entrambi? Dicevamo all’inizio che nel calcio conta solamente il risultato. L’Alessandria ha vinto ed è rimasta sola al secondo posto della classifica ad un punto dal Verona. Il 30 dicembre 1956 è stato un giorno fortunato per i grigiazzurri dell’ing. Sacco. (Giulio Accatino, «Stampa Sera», 31 dicembre 1956) Il lettore non si lasci ingannare dal risultato che – se può riflettere il divario delle forze in campo – non rispecchia l’effettivo andamento del gioco. Un 3-1 può far pensare ad un Taranto facile vittima della più qualificata avversaria. Si deve invece tener subito presente che, a venticinque minuti dal termine, il Taranto riusciva ancora a contendere ai grigi il risultato, bilanciato sulla parità. Questo farà capire che l’incontro sia stato vario ed alterno nelle sue fasi, che meritano un racconto dettagliato. Si è giocato all’insegna del sottozero ed era l’Alessandria che partiva di carica, sorprendendo i pugliesi che sembravano intirizziti. Si faceva subito conoscenza con il più piccolo ed il più interessante degli uomini in campo, quel trottolino impertinente di Morbello, che cala a rete con disinvoltura, tocca bene, manovra con bell’intuito e tira senza patemi d’animo. Un diciannovenne di grande avvenire, se continuerà su questa squadra. Era lui che, subito al 6’, firmava la rete che mandava in vantaggio i grigi: le origini del goal risalivano ad una punizione tirata da Castaldo; la palla andava a Tinazzi che se la vedeva respinta dal corpo di un terzino. Riprendeva lo stesso interno ed era appunto Morbello a sfruttare l’occasione dopo che la palla aveva passato in rivista lo specchio della porta. Poco dopo vitali buttava fuori, con una girata di testa. L’allenatore del Taranto, Perazzolo, per tener testa alla prevista potenza offensiva avversaria, aveva adottato contromisure tattaiche, cui mostrava di non rinunciare, nonostante lo svantaggio: Manzella terzino libero, buon battitore; il sicuro De Bellis, apparente laterale, in effetti spostato a guardia del centravanti Vitali; Pellegrino arretrato con compiti di mediano. Il dispositivo mostrava, naturalmente, i vantaggi e le pecche del mezzo sistema: serviva ad evitare maggiori pericoli, ma sguarniva la prima linea, impossibilitata a svolgere una manovra organica. Il Taranto giocava, così, sul contropiede, impostato spesso da capitan Castignani, che rifulgeva con quel suo gioco lucido come la precoce calvizie. Pareva proprio che intorno al numero 4 facesse perno tutta la squadra rossoblù, come ai tempi del centromediano metodista. Il Taranto, dunque, superava il primo disorientamento, ribatteva con ordine le folate avversarie che presto rivelavano disordine per le incertezze di Pratesi (insufficiente sostituto di Manenti), ben controllato da Pellegrino; per gli ostinati ed eccessivi individualismi del pur filtrante Vitali, per il grigiore di un Tinazzi in scarsa vena. I maggiori pericoli, dunque, venivano dalle ali; ma la maggior compattezza tarantina mostrava quale fosse la vera lacuna dell’Alessandria odierna: la aperta insufficienza di Traverso, sostituto dello squalificato Snidero, ed il gioco di mediocre rilievo di Russi. Tra la difesa, compatta, bene imperniata su Pedroni (facile dominatore dello scialbo Darin) e la prima linea, veloce e pur spesso arruffona, vi era un certo vuoto, accentuato sul settore destro. Il Taranto, che aveva in Ferrarese il migliore uomo di punta, si infilava in questo vuoto di centrocampo, accumulava angoli e ci voleva un tuffo di Nardi per salvare su tiro di Mari. Al 45’ De Bellis, in uno scontro con Castaldo, riportava un colpo alla testa. Il gioco, dunque, si era fatto alterno: un centro di Vitali non sfruttato per un’esitazione di Pratesi per una frazione di secondo; una girata di testa di Vitali neutralizzata da un balzo prontissimo di Malacari; un’uscita di Cuman su Ferrarese; una palla mandata fuori di testa dalla stessa ala sinistra dalla stessa ala sinistra. Andamento, dunque, più equilibrato: comunque già appariva sbollita la sicurezza di vittoria alessandrina. Ripresa: a 16’ il Taranto pareggiava con una incursione improvvisa impostata da Darin e svolta con bella azione personale da Ferrarese, che sfruttava l’impaccio della difesa. Notate: ancora 6’ decisivo, ancora un’ala sinistra che segna. Quale più perfetto combaciare di risultati? La Alessandria, però, che prima sembrava sconvolta e battuta sull’anticipo, cresceva alla distanza e sfruttava il vuoto che si creava questa volta tra blocco difensivo e uomini di punta avversari, per il netto cedimento di Giammarinaro, cui era affidato il collegamento. E lo stesso Castignani risentiva del peso della gara. Al 15’, su azione a fil di spada di Morbello, Vitali toccava di testa; liberava in angolo Malacari con l’aiuto di Pellegrino. Ora la pressione grigia si faceva più incalzante. Al 16’ Vitali tirava sul portiere e sulla replica Traverso, da due passi, mancava grossolanamente la palla del goal. Al 19’ Vitali, ostinato con i suoi «a solo», mandava fuori. Un minuto dopo, l’insistenza dei grigi era premiata; era il solito Morbello a creare il parapiglia, mettendo in imbarazzo il vecchio Castignani. La palla poi ristagnava e si vedeva Castaldo pronto a sfruttare un malinteso tra il portiere uscito ed i difensori esitanti. Sullo slancio, ancora l’Alessandria attaccava, mentre la poca insidiosità offensiva del Taranto pareva del tutto spenta. Ed all’ultimo minuto, Vitali trovava modo di mandare nell’angolo sinistro, resistendo alla carica di Manzella. Una vittoria, dunque, meritata del più efficiente ed equilibrato complesso grigio, comunque non del tutto all’altezza della sua fama. Ma il Tarnato ha disputato una partita combattiva ed è uscito dal campo con l’onore che merita chi gioca con tenacia. Preciso l’arbitraggio di Adami (Camillo Perletti, «Corriere dello Sport», 31 dicembre 1956) Nonostante il freddo intenso, oltre quattromila spettatori sono oggi accorsi al campo Moccagatta per assistere all’incontro fra i grigi alessandrini e i rossoblù tarantini. La partita, vista dal lato tecnico, ha deluso nettamente. I padroni di casa, scesi sul terreno con una formazione di ripiego per le forzate assenze di Snidero, Stefani e Manenti non hanno potuto svolgere il solito gioco brillante e redditizio. La difesa ha avuto in Nardi l’atleta più sfasato del reparto e se l’Alessandria non ha subito altre reti dopo quella di Ferrarese ciò lo si deve unicamente all’onnipresente Boniardi, con i suoi interventi tempestivi. La lacuna più grave dei piemontesi si è registrata nella mediana. Questa linea, fatta la debita eccezione per il volitivo Pedroni, non è quasi mai esistita. Russi è dotato di grande volontà ma non possiede grandi doti tecniche, quindi egli non riesce mai ad emergere, sia come costruttore che come distruttore, e così pure Traverso. C’è voluta l’astuzia e lo spirito agonistico di Pedroni per colmare a metà campo le gravi lacune palesate dai suoi due compagni di linea. In quanto alla linea attaccante grigia è doveroso riconoscere che soltanto tre uomini hanno combattuto con lo stile e la tecnica dei giorni migliori: Vitali, Castaldo e Morbello. Questo terzetto è stato senza dubbio l’artefice della vittoria odierna dei piemontesi. Alla linea d’attacco alessandrina sono mancate completamente le mezzali, Tinazzi e Pratesi, che hanno infatti svolto un gioco scialbo ed incolore. La tecnica e l’intraprendenza del guizzante Vitali sono stati fattori essenziali del successo dei padroni di casa. Ottimamente coadiuvato da Castaldo e da Morbello, oggi in grande giornata, Vitali ha dato ancora una volta una limpida dimostrazione di essere un atleta di grandi possibilità. Il Taranto, squadra di limitati mezzi tecnici, ha combattuto coraggiosamente per oltre 45’, poi ha finito per piegare le ginocchia e rassegnarsi alla sconfitta. Comunque i suoi uomini non hanno affatto sfigurato di fronte agli alessandrini. La difesa rossoblù ha retto bene per tutta la prima fase della partita e Tagliamento e Pellegrini hanno fatto cose egregie. Anche la mediana seppe per molto tempo far fronte alla evidente superiorità degli antagonisti. De Bellis, in particolar modo, riuscì a far affluire ai suoi attaccanti palloni eccellenti ma la poca consistenza della linea di punta non consentì di realizzare. Fra gli attaccanti è emerso Ferrarese. L’inizio era di pretta marca grigia. Al 5’ Morbello, su calcio di punizione battuto da Castaldo, realizzava. I rossoblù contrattaccavano e Darin intercettava un passaggio di Ferrarese al 12’ calciando immediatamente a rete. Cuman però neutralizzava il pericolo. Qualche sporadica azione di contropiede dei pugliesi, quindi la fine del primo tempo. Nella ripresa, dopo appena 4’ di gioco, Ferrarese sfuggito alla vicinanza di Nardi pareggiava. Da questo momento cominciava lo sbandamento dei padroni di casa. Vitali comunque non cedeva, con le sue serpentine riusciva ad ubriacare gli avversari ed a trascinare all’attacco Morbello e a Castaldo, i due uomini più attivi dei padroni di casa. Al 19’ su passaggio di Vitali, Pratesi calciava la porta ma con Tagliamento respingeva debolmente; sulla palla piombava Castaldo e segnava. Al 45’ era Vitali che, a corollario della sua smagliante prestazione, segnava la terza rete per i piemontesi. (Romolo Vite, «La Gazzetta dello Sport», 31 dicembre 1956) LA VITTORIA SUL TARANTO E L'INCONTRO DI DOMANI CON IL BARI Contro il Taranto la squadra alessandrina priva di Stefani, Manenti e Snidero è riuscita a portare in porto una vittoria che nel primo tempo si era presentata quanto mai incerta. La cattiva giornata di Nardi, Traverso, Pratesi e Tinazzi ha favorito il gioco degli avversari, che nei primi minuti della ripresa sono riusciti a ristabilire il pareggio. Per fortuna l’allenatore Perazzolo non si è accorto che il nostro reparto destro era vulnerabilissimo ed aveva tolto il mediano De Bellis per metterlo a guardia di Vitali. Coi reparti così disposti, i tarantini hanno rinunciato all’offensiva, cercando di difendere il risultato pari; ma la tattica del «catenaccio» è stata dannosa ed altre due reti, di Castaldo e di Vitali (la prima era stata segnata da Morbello) hanno sancito chiaramente la maggior consistenza della nostra squadra, se pure in precarie condizioni di forma. Tra i migliori in campo citiamo Pedroni, Boniardi, Vitali, Castaldo e Morbello. Con la vittoria di domenica l’Alessandria è rimasta sola al secondo posto in classifica, con la possibilità, in base al calendario, di poter consolidare la sua posizione. Qualche mese fa, mentre la presidenza dell’Alessandria continuava ad ingaggiare giocatori, alcuni «commentatori» hanno giudicato esagerate le assunzioni. Ma alla prova dei fatti, si è constatato che la prudenza non era stata eccessiva. Infatti, in 13 partite si sono avute 18 presenze di giocatori e negli ultimi 4 incontri sono stati immessi nei ruoli Nardi, Cuman, Castelli, Pratesi e Traverso. Solo quattro giocatori hanno disputato le 13 partite: Russi, Castaldo, Tinazzi e Morbello. Nella graduatoria dei «marcatori» abbiamo Vitali che in 7 partite ha segnato 5 reti e Tinazzi che in 13 ne ha pure segnate 5; seguono Castaldo con 4, Morbello con 3, Manenti con 2, Redegalli e Snidero con una. In sole due partite i grigi non hanno segnato, a Como (0-1) e a Venezia (0-2). L’Alessandria ha segnato il maggior numero di reti, 22; ne ha subito però 15, dieci più del Verona. In media i nostri portieri hanno subito un goal per partita; sono stati sostituiti per contusioni e malattie ben 7 giocatori e cioè: Snidero, Brotto, Bosio, Boniardi, Pedroni, Manenti e Vitali. Solo in due partite l’Alessandria ha giocato nella stessa formazione: le prime due di campionato. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 5 gennaio 1957) RISULTATI: Bari-Pro Patria 2-1 Brescia-Venezia 1-0 Como-Catania 1-0 Marzotto-Legnano 2-0 Messina-Simmenthal Monza 0-0 Modena-Sambenedettese 0-0 Parma-Novara 0-0 Verona-Cagliari 1-0 CLASSIFICA: Verona 19; Alessandria 18; Brescia, Catania, Venezia 16; Cagliari 15; Como, Novara 14; Bari 13; Messina, Parma, Pro Patria, Taranto 12; Marzotto, Simmenthal Monza 11; Sambenedettese 9; Modena 8; Legnano 6 MARCATORI 8 gol Manzino (Novara) 7 gol Barison (Venezia) 6 gol Bozzato (Venezia), Marchetto (Marzotto) 5 gol Bassetti (Verona), Danova (Pro Patria), Erba (Parma), Nova (Brescia), Tinazzi (Alessandria), Vitali A. (Alessandria) Il punto sul campionato uovamente Verona in vetta al campionato di Serie B grazie al successo ottenuto contro il Cagliari, sesto in classifica: gol della vittoria siglato da Bassetti. Al secondo posto, in solitaria l’Alessandria. In terza posizione il Brescia aveva agguantato il Venezia vincendo lo scontro diretto: decisiva la rete di Nova e il Catania, sconfitto a Como dal gol siglato da Santoni. Il Novara aveva conquistato sul terreno del Tardini un buon pareggio portando a sei la serie positiva di gare senza subire sconfitte.