Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1956/1957
Serie B
28-04-1957 - Giornata: 29 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Venezia AC 1 - 1 (1 - 1)
RETI: 16. rig. Albertelli L.[A] 20. Calegari G. [Ve]

Alessandria US Stefani Ideo, Boniardi Umberto, Bosio Bruno, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Russi Franco, Castaldo Ercole, Tinazzi Giorgio, Pratesi Enrico, Albertelli Lanfranco, Morbello Egidio All.: Robotti Luciano

Formazione avversaria
Venezia: Lombardi; Tresoldi, Fragni; Tesconi, Carminati, Molinari; Danieli, Bozzato, Calegari, Mion, Barison. All.: Quario Carlo Alberto.

Arbitro: Moriconi Antonio (Roma)
Note
Espulsi: 42’ Castaldo [A] e Molinari [V]. Ammoniti: Pratesi [A], Tresoldi [V]. Angoli: 4-3 (2-1). Spettatori: 11.000. Giornata assolata e lievemente ventilata, terreno erboso e viscido a tratti. Inizio gara ore 15:30.

Commento
Dopo un inizio promettente, che aveva fatto sperare di assistere ad un bello spettacolo sportivo, la partita è degenerata. Si può dire che ad ogni minuto si vedeva un giocatore a terra dolorante. Per fortuna, in campo c’era un arbitro in giornata di grazia, che è intervenuto decisamente in ogni occasione, dimostrando di tenere saldamente in pugno le redini della partita: Moriconi, ecco il nome del miglior uomo in campo visto oggi al Moccagatta. L’arbitro, vista l’eccitazione degli animi, non si peritava a spedire agli spogliatoi anzitempo Molinari e Castaldo, e successivamente teneva un deciso rapporto ai due capitani. Nel secondo tempo, sia i grigi che i neroverdi hanno, sì, continuato a giocare animosamente, senza però ricorrere, salvo sporadici casi, a cattiverie. In un simile clima non è certo possibile esprimere dei giudizi tecnici sui giocatori. Più che ad una partita si è assistito ad un a vera e propria battaglia. Sia veneziani che alessandrini hanno cercato con tutte le loro forze la vittoria. È finita in parità e nel complesso pensiamo che il risultato sia giusto. Se una squadra, però, doveva vincere, i due punti spettavano obiettivamente a Pedroni e compagni, per la supremazia dimostrata nel secondo tempo. In una partita dove ha dominato il vigore fisico, si sono messi in mostra particolarmente i difensori, con una nota specifica per capitan Pedroni, sempre calmo e sicuro. Quanto alle due ali in predicato per la maglia azzurra della Nazionale B, non si può certo giudicare in modo ottimistico la loro prestazione. Barison, un atleta di tutto rispetto, ha dato la palla del pareggio a Calegari; ha operato quindi tre tiri in porta; due nettamente fuori bersaglio, uno invece ha sfiorato la base del palo. Morbello, dopo un primo tempo completamente negativo, ha impegnato un paio di volte Lombardi nella ripresa. Particolarmente applaudita una sua finezza in area nel secondo tempo. E ora passiamo alla cronaca della burrascosa partita. Gioco equilibrato, con un paio di tempestive uscite dei due portieri. Si nota un certo nervosismo in campo, nervosismo comprensibile considerata l’importanza della posta in palio. Al 16’ Tinazzi dà a Castaldo che, superato Fragni, stringe verso la rete; arrivato in area, l’attaccante grigio viene caricato dal numero 3 neroverde e finisce a terra. L’arbitro decreta il calcio di rigore. Indubbiamente il fallo c’è stato, ma è pur anche vero che l’esperto Castaldo si è ingegnato di renderlo il più evidente possibile. Incaricato di battere la massima punizione è Albertelli, che finge di tirare; Lombardi si tuffa, ed allora lui tira dalla parte opposta. Uno a zero. Dopo pochi minuti, il pareggio: punizione di Mion da circa trenta metri, testa di Barison, al volo Calegari da pochi metri insacca. La partita si fa sempre più cattiva. Al 22’ Molinari tenta una falciata ai danni di Castaldo, che riesce egualmente a stare in piedi e anzi sferra un pugno a Tesconi, mettendolo KO. Anche Castaldo finisce lungo disteso a terra. L’arbitro, giustamente, espelle sia Molinari che l’ala destra grigia. Ancora brutti falli (notiamo per esempio Snidero che con un diretto mette a terra Mion). Verso la fine del tempo, l’arbitro chiama i capitani a rapporto, invitandoli a calmare i propri giocatori. Applausi del pubblico all’indirizzo di Moriconi. Ripresa. Bella azione dei grigi: Snidero a Pratesi che apre a Morbello; staffilata rasoterra, parata in due tempi di Lombardi. Subito dopo, un errore di Tesconi per poco non costa caro al Venezia. Al 6’ Pratesi interviene col piede alzato su Tresoldi. Entrata fallosa, ma non volutamente cattiva; il terzino neroverde si rialza dolorante con intenzioni bellicose, l’arbitro lo ammonisce. Al 10’, su un rimpallo a metà campo, Danieli, palla al piede, punta verso Stefani. Salva con un pronto recupero il bravissimo Pedroni. È ora l’Alessandria a dominare, ma non riesce a infastidire seriamente Lombardi. I veneziani risentono visibilmente della fatica e all’attacco notiamo solo due uomini – Calegari e Barison – mentre Danieli retrocede spesso a dar man forte alla difesa. 35’: Morbello aggancia con disinvoltura il pallone in area, lo fa passare sopra la testa di un difensore e l’indirizza quindi a rete con un tiro debole. Para in tuffo Lombardi. Ci si avvia ormai verso la fine e vani risultano i generosi sforzi dei grigi per superare la commovente difesa dei neroverdi. Anzi, proprio all’ultimo minuto, approfittando di una difettosa uscita di Stefani, Tesconi per poco non mette in fondo al sacco. Ammoniti Pratesi, per un fallaccio ai danni di Tesconi, e Tresoldi. Espulsione, al 42’ del primo tempo, di Castaldo e Molinari, che provoca variazioni nelle due formazioni: Mion retrocede a mediano sinistro; scambio di posto tra i due interni grigi. Alla fine, numerosi gli spostamenti in entrambe le squadre. Hanno terminato l’incontro visibilmente menomati Mion e Tresoldi. Presente alla partita l’ing. Tentorio, quale osservatore per le Nazionali. (Nuccio Ambrosetti, «La Gazzetta dello Sport», 29 aprile 1957) L’importanza della posta in campo, che apriva la possibilità ad entrambe le compagini di aspirare ancora alla promozione in seno al gruppo delle elette, ha dato origine ad uno dei più scorretti incontri allo stadio Comunale, gremito in ogni settore di fiduciosi spettatori. Si è giocato alla maniera forte, risoluta, senza esclusione di colpi, dando luogo a continui falli e scontri, a volte con la complicità del viscido fondo erboso, così da risultare una gara pressoché priva di contenuto tecnico e punteggiata sovente di falli, ripicchi, entrate ardite e pericolose, da richiamare di continuo l’intervento dell’attento e severo direttore di gara. A pochi minuti dal riposo, il signor Moriconi, malgrado le precedenti espulsioni di Molinari e di Castaldo, costatato che l’andamento della disputa non mutava, ha sospeso le ostilità e chiamato i due capitani, invitandoli a mutar corso al comportamento in gioco. Il pubblico ha sottolineato il vigoroso richiamo con vibranti applausi, ma in realtà gli animi, tesi sino allo spasimo, non si sono placati facilmente. L’Alessandria, maggiormente favorita dal Venezia come classifica, non ha vinto, né dimostrato di poter superare gli animosi e pugnaci avversari. Slegata e sconnessa la linea attaccante, guidata dall’impreciso Pratesi, ed in cui ha fatto ritorno, dopo quattro mesi di assenza, la mezz’ala Tinazzi anch’egli vagante senza idee né precisione. Mediocri gli altri, ad eccezione della difesa, vigile e sicura. I veneziani, invece, pur senza eccellere, sono apparsi molto più mobili, precisi nei palleggi, veloci e intraprendenti, da lasciare sovente perplessi gli avversari. Nettamente dominati nella ripresa, sono riusciti a frenare tutte le offensive dei grigi con autorità e tempestività, così da imporre la divisione della posta. Così delineata la fisionomia dell’ardente disputa, diremo che l’Alessandria è andata in vantaggio al 15’, in seguito ad una violenta carica di Tresoldi su Castaldo, a pochi passi questi da Lombardi. Albertelli, con una abile finta, ha segnato su rigore. Cinque minuti dopo, su calcio di punizione dal limite dell’area alessandrina, tirato da Carminati e corretto da Mion, Calegari ha raccolto la palla e da pochi passi ha segnato di precisione. Alla ripresa delle ostilità, una frecciata di Morbello è stata fermata a terra con la punta delle dita, proprio sul limite fatale, da Lombardi, che è riuscito a bloccare il pallone destinato a rete. Lo stesso Morbello, a sei minuti dalla fine, ha mancato una occasione d’oro per segnare il sospirato punto della vittoria. La fine è stata accolta da una nutrita fischiata ai giocatori e quindi, realtà romanzesca derivante dall’obiettività del pubblico, da calorosi applausi all’indirizzo dell’arbitro, che ha saputo condurre a termine una partita nettamente negativa sotto ogni rapporto. Giornata assolata e lievemente ventilata, terreno erboso e in alcuni tratti viscido per la pioggia caduta ancora nella mattinata. Giuoco, specie nel primo tempo, estremamente vivace e falloso. Parecchi ammoniti, altri duramente toccati nei due settori. Al 31’ sono stati espulsi Molinari, per violenta carica a Castaldo, e lo stesso Castaldo per avere colpito in reazione un avversario. Spettatori 12.000, oltre alle maggiori autorità. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 29 aprile 1957) Un pareggio casalingo di solito va considerato come un mezzo insuccesso, specialmente per una squadra in corsa per la promozione. L’1-1 dell’Alessandria con il Venezia sfugge almeno in parte a questa valutazione, poiché i grigi, pur avendo mancato a metà l’obbiettivo dei due punti in campo amico, hanno migliorato la loro posizione in classifica, raggiungendo il Catania al secondo posto e riducendo a due sole lunghezze il distacco dalla capolista Verona. Il goal che ha portato l’Alessandria in vantaggio è venuto su indiscutibile calcio di rigore per fallo di Fragni su Castaldo. La piccola ala destra, dopo aver provocato con una ficcante azione in area l’intervento irregolare del difensore avversario contribuendo con ciò validamente alla rete, si è fatto pescare dall’attento ed energico arbitro Moriconi in un fallo di ritorsione su un avversario ed ha preso anzitempo, assieme all’antagonista, la via degli spogliatoi. L’espulsione di Castaldo ha ulteriormente ridotto le possibilità dell’attacco alessandrino e, avendo nel frattempo il Venezia raggiunto di sorpresa il pareggio, il punteggio non si è più mosso dall’1-1 nonostante i caparbi tentativi delle due squadre. Un risultato sostanzialmente giusto che, come si è visto, permette all’Alessandria di raggiungere il Catania. Indulgenza quindi per i grigi, i migliori sono stati il solito Pedroni, Boniardi, Stefani e Albertelli ma anche gli altri, pur non fornendo un comportamento soddisfacente dal punto di vista tecnico, hanno dimostrato di aver ritrovato entusiasmo e spirito agonistico per battersi senza risparmio di forze per un traguardo che non è ancora sfumato. I grigi avevano cominciato attaccando con foga e perdendo al 6’ una buona occasione con Morbello che, per un falso rimbalzo del pallone, non è riuscito a deviare verso la rete un pallone offertogli da Pratesi su allungo di Tinazzi. Al 14’, su centro dello stesso Tinazzi dalla posizione di ala destra, Castaldo di testa ha mandato di poco a lato. Due minuti dopo il numero 7 grigio, dopo aver avuto il pallone di Snidero su rimessa laterale, è scattato verso l’area e Fragni lo ha atterrato nettamente oltre il limite. Moriconi non ha esitato a concedere il penalty ed Albertelli ha trasformato la massima punizione con un tiro basso alla sinistra del portiere. Al 20’ però, su punizione battuta da Molinari, la sfera, deviata di testa da Barison, giunge al centravanti neroverde Calegari, che sorprende Stefani con una mezza girata al volo. Al 24’ il portiere alessandrino salva alla disperata sui piedi di Bozzato mentre al 32’ Castaldo, caricato duramente da Molinari, reagisce con un pugno dall’indirizzo sbagliato, che colpisce infatti Tesconi. L’arbitro ha visto benissimo e rimanda agli spogliatoi tanto il troppo deciso Molinari che il troppo focoso attaccante grigio. La partita – forse come conseguenza di certi incidenti del girone di andata – acquista un tono acre e cattivo e gli scontri si fanno sempre più frequenti. L’energia di Moriconi è messa a dura prova ma l’arbitro romano ammonisce i «capitani» e riesce a non fare trascendere il gioco, guadagnandosi – incredibile a dirsi – persino degli applausi a scena aperta dal pubblico alessandrino. Nella ripresa la situazione non cambia. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 29 aprile 1957) Il colpo gobbo dei lagunari al Moccagatta è riuscito in pieno: fermare i grigi voleva dire sperare di raggiungerli nelle prossime partite, ed i neroverdi, sapendo di essere inferiori in linea tecnica, sono partiti decisi a svolgere un gioco duro e provocatorio. Fin dai primi minuti della partita Mion si era avvicinato a Snidero, provocandolo; è stata, quella di domenica, una battaglia di rudezze antisportive, sfociate nell’espulsione di Molinari e Castaldo: quest’ultimo ha sbagliato nell’inveire contro il terzino veneziano, in quanto l’intervento di Molinari e la susseguente caduta di Castaldo già contenevano gli estremi per l’espulsione del neroverde, e da tal fatto la nostra squadra avrebbe potuto trarre, profitto; invece, l’espulsione della nostra ala destra, che con tutti i difetti che ha, è lo «sgobbone» della compagine, in quanto retrocede e porta avanti la palla, aiutando la mediana ha avuto effetti deleteri. Rimasti senza Castaldo, con Morbello emozionatissimo perché aveva saputo che i tecnici federali assistevano alla partita per giudicare chi, tra il grigio e Barison, fosse indicato per la promozione nella Nazionale B, il reparto di punta ha perso la sua pericolosità. Pratesi, intimorito dal comportamento degli avversari, si liberava immediatamente della palla giocando da fermo. Tinazzi, fresco di duplice menisco, non poteva assumere il ruolo di trascinatore. Inoltre, siamo rimasti sorpresi nel vedere escluso dalla squadra Traverso, che contro il Marzotto aveva giocato egregiamente. Domenica è stato perduto un punto a causa della mancanza di collegamento tra i reparti, quanto i mediani laterali non si sono mai inseriti all’attacco quando l’offensiva grigia ha avuto periodi di continuità. Se l’arbitro Moriconi è uscito a fronte alta dal campo dopo la partita, sicuro di avere evitato che il gioco degenerasse, il solito fantomatico «commissario di campo», assiso comodamente in tribuna, ha invece calcato esageratamente ed in modo errato la mano. Una squalifica di due mesi a Snidero sarebbe stata giusta qualora il terzino del Como, nell’infausta partita coi grigi, fosse stato squalificato per due anni, se Lorenzi, dopo il pugilato di una partita che abbiamo visto anche in televisione, fosse stato squalificato per sei mesi, eccetera. Notiamo che si calca la mano eccessivamente contro l’Alessandria: forse vi sono ordini superiori, forse aver battuto la Nazionale, quella Nazionale che è stata fischiata recentemente a Roma, benché vittoriosa e migliorata nei reparti (secondo il parere dei tecnici), ha messo la nostra squadra in cattiva luce. Giusta la squalifica di Castaldo per la reazione di domenica scorsa e giusta forse sarebbe stata una punizione nei riguardi di Pratesi: ma voler squalificare Snidero (pure se ha precedenti), significa allo stato attuale delle cose voler mettere un bastone tra le ruote della squadra grigia. In un mese e mezzo si giunge alla fine del campionato: ma poiché si presenta la possibilità di uno spareggio tra due o tre squadre, i fulmini federali hanno provveduto a liquidare Snidero per tutto il campionato in corso, comprese eventuali partite supplementari. Non bisogna però rinunciare alla lotta e dar partita vinta a chi… lavora sottobanco. L’Alessandria può inserire in squadra nei ruoli di mediano Brotto, Giolitti e Marangi (perché Marangi è mediano e non interno d’attacco). (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 4 maggio 1957) RISULTATI Bari-Legnano 0-1 (giocata il 20 aprile 1957) Brescia-Simmenthal Monza 1-0 Cagliari-Sambenedettese 1-1 Marzotto-Verona 2-0 Messina-Como 0-0 Modena-Novara 3-1 Parma-Catania 2-1 (giocata il 21 aprile 1957) Pro Patria-Taranto 1-0 CLASSIFICA: Verona 38; Alessandria, Catania 36; Brescia 35; Venezia 34; Como 33; Novara 32; Marzotto 31; Bari 30; Cagliari, Simmenthal Monza 27; Parma 26; Messina 25; Modena 24; Sambenedettese, Taranto 23; Legnano, Pro Patria 21 MARCATORI: 14 gol Calegari (Venezia) 13 gol Giammarinaro (Taranto) 12 gol Erba (Parma) 11 gol Danova (Pro Patria), Milani (Monza) 10 gol Ghiandi (Verona), Manzino (Novara), Marchetto (Marzotto), Morbello (Alessandria) 9 gol Barison (Venezia), Borghi (Monza), Bozzato (Venezia), Caprile (Legnano), Gasparini (Brescia), Nova (Brescia) IL PUNTO SUL CAMPIONATO […] Il campionato, si disse, dei «sottomedia» (-5 il Verona, addirittura -8 Catania e Alessandria). Sottomedia, comunque, che van sempre peggio, a tal punto da far pensare che con 42 punti quest’anno si potrà andare in A […]. Legittime, perciò, sono diventate le rinnovate speranze di un Brescia, di un Venezia e perfino di un Como […]. Un elogio sincero […] lo merita il Marzotto. Non ha più niente da pretendere dal campionato, eppure si è battuto con orgoglio e volontà contro il Verona, conquistando una significativa vittoria. Il Bari dovrebbe imparare qualcosa da questo esempio: la sua sconfitta con il Legnano è una macchia gravissima su un campionato che era stato onorevole. Il Catania sta scherzando col fuoco […]: aver la possibilità di concedersi un turno di riposo dopo la faticaccia di Verona e rinunciarvi è stato un suicidio bell’e buono. C’è da stupirsi soltanto che Poggi abbia accettato […]. I grigiazzurri si sono lasciati sfuggire ancora una volta l’occasione buona per superare il Catania e per liquidare il Venezia. Tanto meglio, naturalmente, per il Verona, modesto, inferiore senza dubbio di qualità, ma comunque ben guidato e ben controllato […]. In Sicilia quest’anno non deve proprio essere un anno buono. Chi invece si sta svegliando, è chi non vuol retrocedere: il Legnano e la Pro Patria, anzitutto. E poi la Sambenedettese […]. Il Modena, intanto, si è preso una bella boccata di ossigeno, raggiungendo, a quota 24, una certa tranquillità: il Novara ha lasciato invece all’ombra della Ghirlandina le sue ultime possibilità di recupero. (Ezio De Cesari, «Corriere dello Sport», 30 aprile 1957)