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Nel suo primo campionato di serie D, l'Alessandria torna agli alessandrini. Sfumata l'ipotesi Omodeo, con il patron della Valenzana che rinuncia all'acquisto della società, tocca a Gianni Bianchi e a un gruppo di soci acquisire la piena proprietà dei Grigi. Bianchi, operatore del settore turistico con importanti legami a Genova, punta proprio su alcuni nomi che hanno fatto e fanno calcio nel capoluogo ligure (Nicolini, Onofri, Blondet, Della Bianchina) per allestire un complesso competitivo. La piazza alessandrina mugugna quasi da subito e le sue riserve si rivelano fondate. Ai costi dell'organico non corrisponde valore e qualità. L'avvio è disastroso e dopo poche domeniche salta la panchina di Nicolini. L'arrivo di Viassi coincide con una drastico ridimensionamento della rosa che il mister neoassunto non ritiene idonea alla categoria. Largo ai giovani e a giocatori di carisma che sposano la causa del mister, da Longo, a Gemmi, da Millesi a Lorieri, protagonista di uno stupefacente campionato con 16 gol in 20 partite. La squadra pur ringiovanita offre prestazioni incoraggianti, mantenendosi peraltro sempre troppo lontana dal vertice della classifica, quell'anno occupato dal Varese di Devis Mangia. A poche domeniche dalla fine salta anche la panchina di Viassi, sostituito dal suo secondo Della Bianchina che traghetta la squadra a un ottavo posto finale che sembra preparare una nuova stagione con ben altre ambizioni. Ma a poche ore dalla fine della stagione il nome della società finisce in prima pagina per l'arresto del suo DS Michele Padovano.