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L’Alessandria si presenta al via del torneo di B alquanto modificata nei ranghi rispetto alla stagione precedente. I volti nuovi sono il portiere Ravera, un prodotto locale che non se la cava niente male, Garzena, Lerici, mezzala assai tecnica, Amateis, centravanti sempre in movimento e altri come Serone, Campagnoli, Piatto, Della Fontana, Nicolazzini, ecc. Proprio per questo rinnovamento apportato alla struttura della squadra le prestazioni della stessa nell’arco del torneo non sono granché ed anzi, ad essere obbiettivi sono più le delusioni che i momenti di giubilo. La classifica finale rispecchia fedelmente l’andamento del campionato e solo un misero punticino divide la squadra grigia dalla penultima posizione che significa retrocessione. Anche a livello di serie cadetta si rinnova il duello con il Pavia anch’esso impegolato nei bassifondi della graduatoria, ma la contesa termina senza vinti ne vincitori essendosi le due squadre aggiudicati rispettivamente i propri incontri casalinghi. Nell’insieme si tratta di una stagione da dimenticare dove l’unica nota positiva è la valorizzazione di alcuni giovani in gamba come Garzena e Campagnoli. La promozione arride a Catania e Pro Patria mentre figurano retrocesse Fanfulla, penalizzata per illecito sportivo (cfr. partita del 6 dicembre) e Piombino che nell’incontro disputato al Moccagatta nel dicembre 1953 ha dato la possibilità a Bussetti e compagni di ottenere la vittoria più sonante di tutto il torneo: 5-0