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Finalmente gli sforzi quasi decennali del presidente Di Masi danno i loro frutti e l’Alessandria, dopo 46 anni ritorna in Serie B! Lo storico momento avviene al termine dei playoff. Un campionato travagliato, molto da Grigi, finito nel migliore dei modi. Si inizia la stagione con la coppia Gregucci-Martini ben salda in panchina; la conferma dei migliori giocatori dell’anno prima e alcuni buoni acquisti estivi fanno inserire l’Alessandria nella ristretta cerchia delle favorite. L’inizio del torneo smentisce subito gli esperti; i risultati altalenanti e l’inesistenza di un valido gioco di squadra fanno sì che alla fine del girone di andata la vetta della classifica sia distante 11 punti. La netta sconfitta patita con il Como nel recupero di inizio anno porta il cambio in panchina: via Gregucci arriva Moreno Longo, altro ex giocatore grigio ed autore di ottime prestazioni come allenatore sia in A che in B. Grazie anche alcuni importanti innesti effettuati nel mercato invernale la cura Longo fa subito effetto. Inizia una rimonta entusiasmante che permette di arrivare alla sfida decisiva di Como (penultima giornata) a ridosso della capolista. Rovina tutto il Covid che pochi giorni prima del match colpisce la squadra grigia che, debilitata e demoralizzata, perde in riva al lago e lascia la promozione diretta all’undici lariano. Unica possibilità di promozione rimane la “Coppa dei Campioni dei poveri”, il torneo dei playoff nei quali il secondo posto in classifica fornisce vantaggi rilevanti nel tabellone. Ma il percorso non è facile: la FeralpiSalò è superata soltanto grazie alla miglior posizione di classifica (0-1 e 1-0 i risultati), con l’AlbinoLeffe si rischia addirittura di arrivare ai calci di rigore se a pochi secondi dalla fine dei supplementari non arrivasse il decisivo gol di Stanco, primo ed ultimo del giocatore con la maglia grigia, a scongiurare la minaccia. La finale con il Padova è una guerra di nervi: 210’ di lotta in campo per un complessivo 0-0 che demanda tutto alla sfida finale dei tiri dal dischetto. La porta designata è quella sotto la Gradinata Nord, il che sembra di buon auspicio. L’equilibrio si rompe alla quinta serie di rigori: dopo otto reti segnate, i padovani sbagliano il loro ultimo tentativo, subito dopo Rubin, che non era mai andato sul dischetto in tutta la sua carriera, calcia e fa centro dando fuoco alle polveri dell’entusiasmo. Naturalmente alla promozione assistono pochi spettatori. Il Covid-19 fa disputare l'intero torneo a porte chiuse e soltanto nei playoff l'accesso agli stadi viene consentito, sia pure ad un numero limitato di tifosi. Niente Moccagatta pieno per l'apoteosi ma si festeggia nelle vie e nelle piazze della città fino a notte fonda.