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A dominare la scena è la guerra, che va prendendo proporzioni sempre più disastrose con il suo pesante fardello di lutti e devastazioni. Ancora una volta il fine principale della compagine alessandrina è quello della salvezza e a tal proposito il presidente Filippo Moccagatta (che da lì a poco lascerà la carica al Comm. Mignone), assume come allenatore Adolfo Baloncieri che così torna nella città della paglia dove molti anni prima aveva conosciuto le prime glorie calcistiche come giocatore. Assieme a “Balon” giungono due giovani toscani Tossio e Bardi che, aggiunti al promettentissimo centromediano Viano, danno una notevole impronta alla formazione. Il punteggio finale mette al sicuro la squadra grigia, ma la classifica è favorevolmente variata a poche giornate dalla fine per l'esclusione della Palermo-Juventina. I soliti Fibbi, Pietrasanta, Bigando ecc. fanno comunque in pieno il loro dovere ed anzi assieme ai vari Pietruzzi, Orsi, Garbarino regalano ai tifosi locali valide prestazioni. La classifica, al termine del campionato non è certo delle più lusinghiere, ma in anni così infelici nessuno pretende, almeno in terra mandrogna molto di più. Per dimostrare in quali condizioni ambientali si deve competere basta ricordare il fatto accaduto nel dicembre ’42 quando l’Alessandria in viaggio per Palermo viene bloccata dai bombardamenti a Roma e non può quindi raggiungere la città sicula. La conseguente sconfitta subita a tavolino verrà poi cancellata dall'esclusione dei siciliani.