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Questo campionato merita certamente di essere ricordato come il più deludente di tutti i primi 60 di storia dell’U.S. Alessandria. Visto l’andamento della stagione precedente, la dirigenza della società pensa di correre ai ripari ingaggiando giocatori che, almeno sulla carta, sono in grado di dar tono ed una certa qual compattezza all’undici grigio. L’allenatore è il confermato Flatley, un inglese dalla buona fama che su invito dei dirigenti reca con se dalla terra d’Albione il centrattacco Rawcliffe. Il binomio d’oltre Manica alimenta le speranze dei tifosi alessandrini che iniziano il torneo con ambizioni di tutto riguardo. Purtroppo tali speranze vanno ben presto deluse perché Rawcliffe non è in grado di fornire un apporto continuo e fattivo a causa di incidenti di gioco e difficoltà d’ambientamento. Per la verità il campionato ha un inizio abbastanza positivo con ottime prestazioni contro il Catania e il Napoli, ma ben presto giungono i primi insuccessi che fanno precipitare l’Alessandria nei bassifondi della graduatoria. A metà stagione per tentare di salvare la baracca viene assunto in qualità di supervisore Carlo Carcano, ma anche la sua opera non è sufficiente a salvare una barca ormai alla deriva. I Grigi comunque, malgrado tutto, giungono all’ultima giornata con ancora la possibilità di salvarsi. La gara è Verona-Alessandria e l’undici mandrogno sa che vincendo raggiungerebbe la salvezza mentre un nulla di fatto gli darebbe la possibilità di un incontro di spareggio contro la Reggiana. Sul terreno di gioco veronese i Grigi fanno l’impossibile; al termine del primo tempo sono in vantaggio per 2-1, ma grazie ad una ripresa giocata alla morte i gialloblù riescono ad avere la meglio per 3-2. Per i Grigi è l’umiliante discesa in serie C.