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Il deludente campionato dell'anno precedente anzichè stimolare la famiglia Sacco ne affloscia ancor di più l'entusiasmo e la volontà di far bene. Da un lato non si decide di cedere la società e dall'altro non si apportano quei miglioramenti tecnici atti a garantire un buon futuro. Quale Amministratore delegato viene nominato un avvocato astigiano, tale Pier Ugo Melandri, che finirà per essere la testa di ponte, tra nebulose strategie per il futuro. Si rimane in un ostato di situazione amorfa dove si sfoltisce la rosa della stagione precedente e si inseriscono alcun i giocatori indicati da Franco Viviani allenatore a manager che riveste però un incarico meno tecnico ma più organizzativo. La volontà è: salvarsi spendendo poco, valorizzando qualche elemento con la cessione del quale pareggiare il disavanzo di gestione. Viviani suggerisce come allenatore Mario Trebbi importante ex-calciatore del Milan ma poco noto come tecnico. La frizione con la tifoseria emerge immediatamente a causa degli acquisti che paiono poca cosa e per i mediocri risultati del girone di andata. I sacco si disinteressano completamente della squadra. Franco Viviani cerca molto lodevolmente di tenere in piedi la società con quei pochi sostegni finanziari che la proprietà gli mette a disposizione. A livello di risultati nel girone di andata i grigi qualche se lo tolgono quando, ad esempio, riescono a battere la Cremonese, che poi vincerà il campionato o quando riescono a violare il Natale Palli di Casale in un derby sempre tanto sentito ed atteso. O quando rifilano un secco 4-0 alla Pro Patria grazie a 4 gol di un giovane centravanti calabrese, Marullo. Incredibilmente la seconda parte del campionato regala un'Alessandria quasi miracolata che, grazie ai 24 punti conquistati, ottiene addirittura un insperato sesto posto finale. A suggello della stagione meritano di essere ricordate le prestazioni dell'esterno di attacco Danilo Pileggi che finirà al Torino e i ventisei gol del giovanissimo duo offensivo formato da Marullo e Frigerio.