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Sempre sotto la capace presidenza di Silvio Sacco l’Alessandria si accinge a disputare il campionato di serie A tra l’entusiasmo dilagante dei suoi tifosi che costringono la società a curare l’ampliamento del Moccagatta che diviene così capace a contenere 25.000 spettatori. Con sforzi finanziari non comuni l’Ing. Sacco e i suoi collaboratori rinforzano la squadra con gli innesti dell’elvetico Vonlanthen, dell’ex nazionale Giacomazzi, di Savioni, del figliol prodigo Tagnin e dei giovani Marcellini, Nobili, Pistorello ecc. L’inizio è positivo con vittorie sulla Fiorentina, Lazio, Bologna, Genoa e meritatissimi pareggi a Torino e Milano rispettivamente contro granata e neroazzurri Interisti. Con il trascorrere delle domeniche il compito di Pedroni e soci diviene sempre più arduo, ma l’obiettivo della salvezza viene centrato bellamente. Croce e delizia degli sportivi alessandrini è il nazionale svizzero Vonlanthen che alterna grandi cose a momenti di incredibile apatia. L’elegante Roger comunque riesce a segnare nell’arco del torneo 8 reti risultando il cannoniere dell’undici alessandrino. Come prima esperienza, dopo anni di assenza, nella massima divisione non si può dire sia negativa anche e soprattutto perché il cresciuto livello medio delle squadre, le disponibilità finanziarie delle società danno luogo ad un incremento di difficoltà per le piccole provinciali, come appunto è l’Alessandria.